Ladispoli: la Corrado Melone incontra la Capitaneria di Porto di Civitavecchia per una balneazione senza rischi • Terzo Binario News

Capitaneria di portoLa Capitaneria di porto di Civitavecchia, su impulso del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, ha promosso una campagna di sensibilizzazione al fine di orientare gli studenti verso una più approfondita cultura del mare ed una decisa conoscenza per la prevenzione degli incidenti connessi all’attività di balneazione. Il progetto è partito proprio dalla “Corrado Melone” e parallelamente a tale attività, sono in corso una serie di incontri didattici presso la sede della Capitaneria di porto, sempre a favore degli studenti, che stanno avendo la possibilità di vedere “sul campo” come e con quali mezzi opera la Guardia Costiera italiana.
Grazie a questa idea, ai ragazzi è stata mostrata non solo la bellezza del mare, ma anche i pericoli che essa nasconde e riserva a quanti gli si avvicinano senza le dovute precauzioni ed informazioni. Grazie all’eccellente intervento di ufficiali e sottoufficiali, basato su una idea encomiabile (quella di prevenire la morte diffondendo informazioni ai giovani), oltre 600, fra bambini e ragazzi, hanno ascoltato le norme di sicurezza e se anche solo una vita sarà stata messa al sicuro, possiamo già essere soddisfatti. Tutti sono stati attentissimi e sono rimasti molto impressionati dai temi trattati, fatto dimostrato dalle tante e precise domande, anche grazie al modo accattivante con cui i temi sono stati esposti tenendo acceso il loro interesse, cosa non facile per la loro età, e per tutti loro è stato un momento di sicura crescita. Ecco, di seguito, le impressioni raccolte.
Ladispoli è una città di mare, ma noi ladispolani conosciamo i pericoli che il mare nasconde? Ecco allora che la nostra scuola, l’Istituto Comprensivo “Corrado Melone”, e la Capitaneria di Porto di Civitavecchia hanno organizzato un incontro nella sala consiliare del Comune, messaci a disposizione dal Sindaco, dottor Crescenzo Paliotta, e dal presidente del consiglio comunale, dottor Giuseppe Loddo, per darci tutte le informazioni che permettono di andare al mare serenamente e senza rischi.
Il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia costiera è uno dei corpi della Marina Militare e la sede a noi più vicina è quella di Civitavecchia. È competente sulla sicurezza dei porti e delle spiagge e vigila su tutte le attività che si svolgono in mare e sulle pertinenze del mare. Infatti, per quanto la Capitaneria di porto sia parte della Marina Militare, svolge compiti e funzioni non strettamente da “corpo armato”. Funge anche da Polizia per le violazioni previste dal codice della navigazione e la pesca.
La guardia costiera opera principalmente per la salvaguardia delle vite umane in mare e svolge attività di pronto intervento nei casi di soccorso marittimo o di crimini commessi in mare. Per chiamare il loro intervento c’è un numero speciale: il “1530”!
Dopo aver spiegato le funzioni della Guardia costiera, i nostri simpatici ospiti ci hanno spiegato come comportarci in mare o sulla spiaggia per non rischiare di avere incidenti e farci anche molto male.
Innanzitutto si deve fare il bagno solo se c’è un bagnino che controlla il mare.
In acqua conviene rimanere sempre in gruppo perché se si è in acqua da soli, basta un crampo, una paura improvvisa, una perdita di coscienza o un trauma anche leggero per rischiare la vita.
È molto importante che la nostra temperatura sia il meno diversa possibile da quella dell’acqua. La differenza di temperatura può provocare una reazione tanto maggiore, quanto più l’acqua è fredda e l’entrata è brusca. Quindi dopo l’esposizione al sole o comunque quando si è troppo accaldati, è necessario entrare in acqua gradualmente al fine di evitare lo shock termico.
Molto importante è anche non fare il bagno se si è mangiato un buon pasto (devono passare almeno 3 ore) o anche solo fatto uno spuntino (devono passare almeno 2 ore), altrimenti si rischia un blocco intestinale che, stando in acqua, potrebbe portare alla morte.
Farsi vedere dagli amici che si è in grado di nuotare anche con il mare mosso o con il maltempo è una bravata inutile che può avere gravi conseguenze, perciò farlo non è da eroi, ma da stupidi. Un ragazzo intelligente sa infatti sempre valutare le sue capacità e non si mette in pericolo solo per fare il gradasso.
Le boe non sono messe ad indicare ai bagnanti dove l’acqua sia più profonda, ma è il limite che le barche non devono superare per non colpire i bagnanti. Quindi se nuotando si oltrepassa la boa, c’è il rischio di essere colpiti da un motoscafo il cui pilota, guidando, non è in grado di vedere una persona che nuota sul suo percorso, quindi mai spingersi al largo o almeno occorre portarsi un segnalatore (ma anche questo spesso è ignorato da motoscafi che corrono sull’acqua).
In caso di crampi, che possono arrivare se non si è in perfette condizioni fisiche, occorre rimanere tranquilli e mettersi sul dorso spostandosi solo con le braccia.
Se ci si tuffa dagli scogli è importante controllare la profondità del tratto di mare scelto per i tuffi, che deve essere libero e profondo almeno 4/5 metri.
Se si è in barca e si è in pericolo, occorre chiamare il numero magico, il “1530”, e dare tutte le informazioni possibili per farsi rintracciare e permettere ad elicotteri o imbarcazioni di venirci a recuperare, ad esempio spiegando cosa si vede sulla costa, da dove si è partiti, da quanto tempo ed in che direzione si stava andando. Queste informazioni permettono alle guardie costiere di capire dove potremmo essere per poter inviare i soccorsi.
Un ultimo discorso va fatto su una delle leggi del mare: tutti i marinai, militari o no, hanno sempre l’obbligo di prestare soccorso, interrompendo qualsiasi cosa stiano facendo, chi si trovi in difficoltà o pericolo di vita in mare. È quindi sciocco e contro legge pretendere che i migranti, che rischiano di morire in mare per sfuggire a guerre o violenze, siano lasciati al loro destino e che la guardia costiera non debba intervenire per aiutarli o ricacciarli via. Noi di Ladispoli, che siamo persone di mare, abituate ad accogliere genti che hanno lasciato i propri paesi (italiani o stranieri che siano), non comprendiamo come sia possibile che ci siano persone non umane che pensano sia giusto lasciar morire chi cerchi aiuto dall’Italia. Siamo quindi orgogliosi di avere avuto con noi alcuni dei militari della guardia costiera che, come abbiamo visto nei filmati, per lavoro aiutano chi rischia di morire in mare.

Pubblicato lunedì, 18 Maggio 2015 @ 09:08:07     © RIPRODUZIONE RISERVATA