La vita scorre solo per chi non la vive per i giovani. Molti di noi alla “Melone” hanno superato da tempo gli “anta”, ma quando si osservano questi ragazzi arrivare in giacca e cravatta e le ragazze elegantissime in abiti lunghi da sera ci rendiamo conto che il tempo è una finzione, che la vita è adesso e sempre, e sono loro.
Il 6 giugno questi giovani hanno festeggiato, con una serata danzante, la fine del primo ciclo di studi. Nessuno di loro era impacciato o in imbarazzo. Forse qualcuno si mostrava traballante su tacchi vertiginosi, ma non era per imperizia, quanto per il marciapiedi sconnesso dalle radici dei pini invidiosi, da 4 anni, del fatto di non poter essere con loro, nella palestra della scuola, ad aprire i balli techno con il valzer lento che ormai è diventato un must per la “Corrado Melone”.
Fare il docente è “dura” perché, pur essendo un lavoro fondamentale per il futuro, tuttavia nessuno ne riconosce l’importanza, inoltre lo stipendio da fame che viene percepito ne fissa lo stato sociale fra i più bassi in un mondo dove l’importante è quanto si possiede nel conto corrente e non cosa si possiede nel cuore. Ma fare il docente è bello perché si rivive ogni anno la vita da bambini o da adolescenti e si resta giovani dentro. Così osservando dalle tribune della palestra le coppie che danzavano il valzer di apertura, sulle note e le parole mai cosi “azzeccate” come quelle di “What a Wonderful World”: <> si riviveva il ricordo di quando accarezzammo per la prima volta la mano della nostra amata.
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Anche quest’anno il Ballo delle Terze è stato ancora una volta un “successone”, grazie alla presenza della Protezione Civile, dei genitori e della pattuglia di Carabinieri che hanno impedito l’ingresso di ragazzi delle superiori, ubriachi alle 11 di sera (chissà dove erano i loro genitori). Ma all’interno della sala tutto è filato liscio e a meraviglia, con presenza dei tanti docenti che, adolescenti anche loro, con la scusa del ballo, garantivano la sicurezza di tutti mentre le mamme gestivano il ricco buffet. “Anche i professori e le professoresse in questa serata hanno partecipato come nostri coetanei, quasi che aspettassero l’evento per poter rivivere l’emozione di tornare adolescenti, e ci siamo divertiti tutti insieme a questa festa indimenticabile, facendo anche nuove amicizie” queste le parole di Martina Del Monte. Genitori, docenti e organizzazione comunale si sono distinti, ciascuno nel proprio ruolo, superando sé stessi e contribuendo alla realizzazione di questo importante giorno in cui abbiamo guardato i volti del futuro.
La giornata era iniziata nel migliore dei modi. Infatti alle 11.00 la sala consiliare, per l’ultima volta in questo anno scolastico, era stata invasa da tutti i ragazzi di terza accolti dal vicesindaco, dottor Giorgio Lauria, e dall’assessore alla scuola, dottor Roberto Ussia, che avevano salutato i ragazzi anche a nome del Sindaco Paliotta ed augurato loro di conservare l’amore che hanno dimostrato, concetto che era stato sottolineato sia dalle docenti che andranno in pensione, sia dalla mamma chiamata a parlare a nome di tutti i genitori e sia dagli stessi ragazzi che via via prendevano la parola, uno per ciascuna classe.
Lasciamo allora loro la parola, riportando alcuni tratti di alcuni discorsi fatti serenamente davanti a compagni e genitori.
“Sono alla fine del mio romanzo preadolescenziale; giorno dopo giorno ho riempito le sue pagine di parole, di scherzi, momenti belli e brutti, ma soprattutto di ricordi … Eccole, le lacrime, le avevo previste, stanno scendendo numerose. Scendono dai miei occhi per nascondere la mia paura. Come sarà il mio futuro? Qui alla “Melone” abbiamo imparato e ci siamo formati con allegria, aumentando partecipazione ed interesse allo studio. Noi “meloncini” abbiamo imparato a dire, a fare e a chiedere, a stare gli uni con gli altri, grazie a tutte le opportunità che questa scuola ci ha offerto, ed ora ho capito quanto sia importante sognare. ” Roberta Apetri.
“È stato un percorso importante, a volte difficile, attraverso il quale ho avuto la possibilità di imparare, conoscere, studiare e divertirmi e questo grazie ai miei insegnanti, sempre pronti a sostenermi, e ad una scuola che è stata una grande palestra di vita. Tanti sono stati i personaggi che si sono susseguiti in questi anni e che abbiamo avuto l’onere di incontrare: scrittori, scienziati, attori, astronauti, religiosi, ognuno di loro ha aggiunto qualcosa al nostro bagaglio, che porteremo gelosamente via con noi.” Francesca Gallozzi.
“Mi sentivo diversa dagli altri, strana ma allo stesso tempo una stella che stava appena iniziando a brillare in mezzo alle stelle più belle e luminose del cielo. Pensavo che fosse stato un errore nascere qui in Italia, ma, se posso chiamarlo in questo modo, allora è l’errore più bello che abbia mai fatto perché qui ho trovato quello che forse cercavo da sempre: veri amici e meravigliosi professori che ringrazio per avermi insegnato come funziona il cuore; cosa vuol dire “heart”, cosa vuol dire “coeur” e come si disegna … e so con certezza che è il posto dove voi ci sarete per sempre. Con voi e i miei amici è come se sia nata una seconda volta, mi avete insegnato la lingua come ad un neonato con quella dolcezza e soprattutto con il cuore e ora quella piccola bambina sta cominciando a crescere e purtroppo si allontanerà da questo dolce nido.” Lora Ahanonu.
“Abbiamo conosciuto culture diverse grazie alla presenza di molti stranieri, non solo nella nostra classe, ma anche in tutta la scuola. Grazie a loro abbiamo imparato il valore della diversità e l’importanza del confronto. Adesso ci rendiamo conto di quanto siamo cambiati, non solo nell’aspetto fisico, ora ci sentiamo più sicuri di poter affrontare ogni ostacolo che si presenti nel nostro cammino e pronti a costruirci un futuro migliore e pieno di speranza, grazie anche ai sorrisi che ci sono stati donati dai nostri professori, sempre disponibili ad aiutarci quando noi, o i nostri genitori, abbiamo avuto qualche problema da risolvere.” Vittoria Amoroso.
“Ogni tanto, durante queste ultime lezioni, ho chiuso gli occhi e mi sono persa nei miei pensieri, ho ricordato le lezioni interessanti e quelle un po’ noiose (quelle in cui avevamo tutti un occhio sull’orologio per controllare ogni singolo istante quanto tempo mancasse alla fine). Alle opportunità di vivere la scuola nel vero senso della parola, facendo in modo che, tramite le tantissime attività svolte, la nostra voglia di venire e stare a scuola aumentasse sempre di più. Scuola per noi non è stato solo ascoltare le spiegazioni dei libri, ma vivere più esperienze possibile; vedere, ascoltare, toccare con mano e capire la realtà che ci circonda. La mia speranza per il prossimo anno è quella di potermi trovare a mio agio così come è stato durante i tre anni trascorsi alla Melone.” Martina Del Monte.
“Sii come una matita che scorre sul foglio … delicata ma anche dura, a volte leggera, ma ricorda: anche se puoi sempre cancellare e ricominciare tutto dall’inizio, ciò che avrai già fatto rimarrà più o meno indelebile sul tuo foglio e gli altri riempiranno il tuo disegno di colori, che avranno diverse tonalità a seconda di chi guarderà il tuo disegno. Sii come una matita che scorre sul foglio della tua vita e sarai un capolavoro.” Alessandro Buonanno.
“Sono già passati tre anni e sembra ieri quando, timidi e impacciati, ci siamo trovati in aula consiliare in una calda giornata di settembre. Mentre scrivo, riguardando la foto del primo giorno alla “Melone”, mi sembra impossibile che siano passati tre anni. Quanto siamo cambiati! All’inizio forse eravamo un po’ “selvaggi”, ma i nostri professori con dedizione hanno cercato non solo di renderci più preparati, ma anche di farci capire le regole del vivere civile, quelle regole forse un po’ antipatiche, ma che servono per distinguerci nella nostra società ed abbiamo anche imparato l’importanza del rispetto per l’ambiente, che dobbiamo consegnare un domani ai nostri figli, migliore di quello di oggi. Parafrasando Kipling: sono entrato bambino, ne esco uomo.” Flavio Madarena.
“I miei insegnanti hanno fatto di tutto per far andar bene la classe: dai gruppi di studio alle verifiche da fare a casa, oppure usando i classici vecchi metodi, quali “note” e urla. Ma non li voglio criticare per questo, perché vuol dire che ci tengono a noi e farebbero di tutto per non bocciarci.” Daniele Spina.
“A poco a poco ho appreso che la scuola, la mia scuola, non era noia, studio sui libri, ma era anche divertimento, incontri, esperienze altamente culturali che formavano giorno dopo giorno il mio ed il nostro bagaglio culturale. Mi sono trovata in un ambiente sereno, ho ritrovato vecchi compagni e ne ho conosciuti di nuovi. Abbiamo imparato ad amare la conoscenza che è “infinito”, abbiamo partecipato con sempre più slancio ai mille progetti che alla fine di questo percorso ci hanno resi forti, sicuri, pronti a partire per altre avventure con la curiosità e la voglia di approfondire sempre più. Al termine di questi tre anni, affermo che mi ritengo fortunata di essere stata alunna della scuola “Corrado Melone” che, giorno dopo giorno, mi ha fatto scoprire attività coinvolgenti, che mi hanno fatto vedere la scuola sotto un’altra angolatura grazie alle tante possibilità che ci ha offerto attraverso momenti altamente culturali e formativi. Ci siamo sentiti coinvolti e stimolati a fare di più e sempre con più passione e amore. ” Martina Simonini.
“Questi anni di scuola ci hanno fatto crescere e ci hanno dato tante opportunità … Ma vorrei dire anche che ci auguriamo noi ragazzi di avervi a nostra volta arricchiti con la nostra fantasia, la nostra curiosità e, a volte, anche con le nostre marachelle” Emanuele Cecchini.
“Quando ho iscritto mio figlio alla Corrado Melone, non immaginavo fosse la scuola in cui i ragazzi avrebbero potuto incontrare l’astronauta Paolo Nespoli, lo scrittore Erri De Luca, il sopravissuto ai campi di concentramento Alberto Sed, incontri che hanno concesso loro delle occasioni nuove per pensare e dare spunti per le loro scelte, la scuola in cui i ragazzi si dipingono le pareti delle aule e le facciate della scuola; la scuola in cui la lezione di scienze possa essere tenuta in un’aula verde, a contatto con la natura; la scuola in cui si ascoltano i discorsi di ragazzi più grandi che tornano dalla Francia, dall’Olanda o la Germania raccontando la loro esperienza a contatto con altre culture, la scuola in cui i ragazzi che praticano un solo sport, hanno partecipato ai giochi sportivi studenteschi tentando di fare un buon risultato per la squadra di atletica della scuola.
Come genitori abbiamo allora condiviso i contenuti che muovono questa scuola, promuovendo le attività proposte, l’organizzazione di eventi, di feste, di concerti … tutte opportunità per la formazione dei nostri ragazzi. Ciascuno ha contribuito alla crescita dei nostri ragazzi.
I docenti, per il loro contributo alla formazione di ragazzi consapevoli e socialmente integrati e per aver saputo interpretare la dimensione educativa e formativa dell’insegnamento. Hanno insegnato il confronto, la discussione, ad esprimere le loro opinioni e a capire che a volte si impara più da una sconfitta che da una vittoria.
I genitori, per il loro spirito di collaborazione, per la partecipazione disinteressata e perché hanno sostenuto tutte queste attività, inserendo anche la loro spinta creativa.
L’intera scuola, per il lavoro che quotidianamente svolge, sempre attenta alle esigenze dei ragazzi, aperta alle sfide culturali, che guarda al futuro, sinceramente impegnata nella costruzione di una società che valorizzi e rispetti ogni singolo essere umano.
I ragazzi, che porteranno con loro un bagaglio di conoscenze e di esperienze acquisite in questa scuola che speriamo continueranno a maturare nell’interiorità, e che ci auguriamo continuerà a dare la curiosità e il piacere di crescere e sperimentare.
Forse alle superiori non piacerà studiare tutte le materie nello stesso modo, non si ameranno tutti i professori, non tutti i compiti sembreranno utili, e soprattutto si dovrà imparare anche ad affrontare qualche piccolo fallimento, ma l’unica arma che vi rimane per affrontare il complesso mondo che vi aspetta fuori dalla scuola l’istruzione.” Signora Donata Ottaviano.
“Come insegnante voglio lasciarvi un messaggio importante, cioè che impariate sin da ora a scrivere la parola Vita con la lettera maiuscola.
Voi ragazzi, siete esposti a tanti falsi valori, siete presi dalla paura “di non riuscire”, dalla paura di soffrire e dalla paura di non essere accettati da questa nostra società, difficile e insidiosa, ma dovete sapere che avete la Vita, un dono prezioso che a noi mortali è stato offerto tanti anni fa e come tale lo dobbiamo custodire con amore.
Dovete capire, con piglio da adulti, la vera essenza della Vita, cioè il suo significato più bello e profondo. Se lo farete, anche voi scriverete proprio questa parola, Vita, con la lettera maiuscola.
“Hai mai provato a dare il tuo sorriso a chi ne è privo? Hai mai provato, giacchè ti lamenti, a mettere un po’ di pace attorno a te? Se l’hai fatto ti potrai accorgere che, d’ora in poi, la Vita, la scriverai con la lettera maiuscola.”.
“Il futuro è nostro, dobbiamo solo osare sognare” proprio come vi ha detto il grande astronauta Paolo Nespoli qui in quest’aula.” prof.ssa Carla De Propris.
“Un grazie particolare a tutti i ragazzi che mi hanno insegnato ad insegnare, perché noi impariamo così, strada facendo. E si impara anche dai colleghi, da quelli più bravi, più creativi (e qui a Ladispoli, perché sono qui da 20 anni, ne ho incontrati tantissimi). E poi una raccomandazione, che vale per tutti: dare il meglio di sé delle proprie capacità e non scoraggiarsi. La strada è lunga e non bisogna mai smettere di credere ai propri sogni.” prof.ssa Enrica Caponera.
“Non perdere la fiducia in voi stessi e nelle vostre capacità, perché ognuno sa far bene qualcosa e ha qualcosa da offrire, dovete solo non smettere mai di cercare dentro di voi e scoprirlo.
Mantenere viva la curiosità che spinge a conoscere e comprendere, e non parlo solo di studio scolastico, ma parlo di apertura al mondo che ci circonda, con tutte le sue diversità le quali, se rifiutiamo la stupidità dei pregiudizi, possono solo arricchirci.
Salvaguardate la vostra autonomia di pensiero e di critica, non cadete nella rete di chi cercherà di indirizzare le vostre vite per propri fini personali. Le nuove tecnologie sono meravigliose, aprono a grandi opportunità, ma bisogna “servirsene” e non diventarne schiavi.” prof.ssa Leda Bressanello.
Ora questi ragazzi stanno affrontando il loro rito di passaggio: gli esami di Stato per proseguire alle superiori il loro cammino di ricerca di se stessi. A loro un augurio di lasciare un segno positivo su questa Terra, magari qualcuno troverà la cura contro i tumori, qualcuno diverrà Presidente della Repubblica, qualcun altro scriverà musiche o poemi immortali che solleveranno gli spiriti delle persone, altri costruiranno opere che lasceranno senza fiato per la loro bellezza o il loro ardimento, ma che nessuno sia come o meno di noi della Melone, solo così potremo dire che abbiamo lavorato bene.
