Riceviamo e pubblichiamo – Avere un urto a 44 km/h è la stessa cosa che cadere dal quinto piano di un palazzo, quale magia può evitare il peggio?
Andiamo con ordine. Venerdì 27 novembre, ospitati presso la Sala Riunioni della scuola “Ladispoli 1”, si è tenuto un incontro sul tema della sicurezza stradale, così molte classi del nostro Istituto “Corrado Melone” hanno potuto ascoltare il Comandante della Polizia Municipale di Ladispoli, Sergio Blasi ed insieme a lui c’era il Maggiore Danilo Virgili. Un incontro su un argomento per noi familiare, visto che abbiamo già trattato l’argomento in classe con la nostra professoressa di italiano, Stefania Pascucci, ed anche realizzato un video lo scorso anno.
L’incontro si è aperto parlando del numero e delle conseguenze degli incidenti stradali. Per alzare il livello di sicurezza sulle strade ci vuole un cambiamento culturale, costruito anche attraverso un linguaggio adeguato, soprattutto se i destinatari della comunicazione siamo noi giovani. Per questo la polizia municipale si impegna nelle scuole e in altri eventi rivolti a noi giovani, perché si diffonda la consapevolezza dei rischi e in modo che la sicurezza diventi uno stile di vita. Ogni giorno sulle nostre strade molte persone perdono la vita. Le cause sono le più svariate: alta velocità, assunzione di alcolici e di droghe, mancato rispetto di segnali stradali… Ora in Italia è stato introdotto anche il reato di “omicidio stradale”, come ci ha detto qualche tempo fa l’on. Emiliano Minnucci, nostro ospite in uno dei tanti incontri che facciamo a Scuola con personalità di spicco.
Ci sono molte norme riguardo la sicurezza stradale, norme molto severe che non sono solo degli “obblighi”, ma regolano il movimento affinché si evitino proprio gli incidenti. Ma non sempre è sufficiente rispettare il codice della strada, perché capita che poi gli altri non lo rispettano e provocano incidenti anche con chi invece rispetta le norme. È anche sciocco pensare “allora non lo rispetto nemmeno io”, aumenterebbero gli incidenti mortali e basta. Ad esempio i pedoni devono fare molta attenzione nell’attraversare la strada, perché seppur abbiano la precedenza sulle strisce, molti automobilisti sfrecciano ad alta velocità non curanti del pericolo che possono causare. Quindi anche con tutti gli accorgimenti che possono salvare la vita, bisogna sempre stare attenti quando si guida, perché non tutti rispettano le regole.
Attraverso l’educazione stradale, cioè riducendo gli incidenti, potrebbero essere risolti altri problemi, come le grandi spese ospedaliere dovute ai tanti incidenti e potrebbero diminuire le tasse o quei soldi potrebbero essere usati per migliorare le nostre scuole. Le regole del codice della strada e le norme di comportamento stradali sono state create apposta per evitare o almeno limitare gli incidenti stradali, per questo, ad esempio, bisogna rispettare i limiti di velocità, indossare la cintura di sicurezza, evitare di parlare al telefono mentre si guida. Questo bisogna farlo anche se non si tratta di fare grandi viaggi, ma magari bisogna fare solo pochi chilometri dentro la città. Infatti, anche in città la distrazione nel leggere una semplice notifica whatsapp potrebbe avere gravi conseguenze perché la macchina continua a camminare senza il nostro controllo.
Noi ragazzi delle scuole medie siamo troppo giovani per poter guidare un’autovettura oppure un motorino, ma andiamo a piedi per le strade della città e possiamo andare in bicicletta. Quando si va in bicicletta non ci si comporta come normali pedoni: non si può salire sui marciapiedi, bisogna stare sempre sulla destra, non si può andare contromano e bisogna utilizzare le piste ciclabili, quando se ne ha l’opportunità, tutto questo per proteggere noi e chi ci sta intorno. Purtroppo a Ladispoli non ci sono molte piste ciclabili per via della scarsa ampiezza delle strade.
Dopo il saluto del Comandante Blasi, è intervenuto il Maggiore Virgili che ha iniziato col dire che l’obiettivo di questo incontro, come quello delle attività didattiche sulla sicurezza stradale, è quello di promuovere la conoscenza e il rispetto delle regole della circolazione stradale e della sicurezza in particolare. È importante far conoscere e comprendere il corretto comportamento da tenere in qualità di pedoni e ciclisti, quando camminiamo per le strade, nonché i potenziali pericoli presenti in strada. Insomma, chi impara le regole della sicurezza stradale ovvero i corretti comportamenti da tenere anche quando si cammina a piedi o in bici, ama la propria vita e, di riflesso, rispetta quella degli altri. È importante il ruolo che hanno le forze dell’ordine nell’“educare” pedoni ed automobilisti al rispetto delle regole. L’educazione sulla sicurezza stradale ha un ruolo fondamentale per migliorare la sicurezza individuale e collettiva in quanto solo un’efficace azione educativa può formare nei ragazzi una “cultura del rispetto del codice della strada che si traduce in sicurezza per le persone e per le cose”.
Siamo giunti così a parlare della nostra realtà di Ladispoli, dando sfogo alle nostre molteplici domande.
Domanda: “Secondo lei ci sono tanti pericoli nelle strade di Ladispoli? Pensa ci sia sicurezza stradale?”
Risposta: “Per assicurare una maggiore sicurezza stradale, svolgiamo un grande lavoro ogni giorno, ma non sempre questo evita gli incidenti. Oggi la situazione è notevolmente migliorata rispetto ad anni fa quando Ladispoli era più piccola, nonostante Ladispoli sia ora una città molto popolosa, le strade sono più sicure, ma occorre sempre tenere l’attenzione molto alta a causa delle alte velocità che le auto mantengono anche in città.”
D: “Quando vede per le strade ragazzi o ragazze che hanno un comportamento sbagliato e pericoloso (quando per esempio non hanno il casco o camminano troppo veloci ) che sentimento prova nei confronti loro che rischiano per qualche sciocchezza la propria vita?”
R: “Penso ai miei figli ed al rischio che correrebbero se fossero al loro posto e provo tanta rabbia perché ho paura per loro. Anche io sono padre e trovo sciocco perdere la vita per una distrazione o bravata che sia.”
D: “Quali sono i tipi di infrazione al codice della strada più frequenti della nostra cittadina?”
R: “Qui a Ladispoli gli incidenti più frequenti accadono per la fretta, sopratutto agli incroci. In genere le persone non rispettano le precedenze, c’è molta distrazione alla guida anche per parlare al telefonino, e molti viaggiano senza cinture. Molti incidenti si verificano agli incroci, per questo, insieme al comune di Ladispoli, la Polizia Municipale ha inserito delle rotonde nella maggior parte degli incroci di Ladispoli, ottenendo il risultato di avere limitato gli incidenti del 50%.”
D: “Come è nata in l’idea di entrare a far parte della polizia municipale? Piace questo lavoro?”
R: “Sono entrato a far parte della polizia municipale a diciannove anni e ciò che preferisco del mio lavoro è il contatto con la gente e sentirmi utile, anche se alcuni non lo capiscono”
D: “Ha mai incontrato difficoltà nello svolgere la sua professione?”
R: “Sì, a volte ed è capitato anche di dover sparare in aria per riportare calma in una situazione piuttosto difficile.”
D: “Cosa si può fare per educare bambini, ragazzi e adulti al rispetto del codice stradale e della sicurezza stradale?”
R: “Fare incontri come questo che sono una importante occasione perché sensibilizzano i giovani che poi andranno a correggere i propri genitori quando per sbaglio infrangono qualche regola! Infatti proprio i ragazzi sono i più sensibili e correggono i genitori nei loro sbagli, e questi, poiché li amano, li ascoltano, rispettano il codice e diminuiscono gli incidenti.”
D: “Cosa si può fare per evitare che alcuni vadano a tutta velocità dentro le città?”
R: “Aumentare i controlli stradali, gli autovelox e avere più pattuglie per le strade, anche se la repressione non può fare molto: occorre cambiare modo di fare”
D: “Perché le persone non allacciano le cinture di sicurezza, pur sapendo che è fondamentale per la loro protezione?”
R: “Si tratta di una domanda da fare a quegli sciocchi che abitualmente adottano questo comportamento errato. Solo uno sciocco può mettere a repentaglio la propria vita e la propria salute solo per non allacciare una semplice cintura. Come solo uno sciocco non si rende conto che bere alcolici ed assumere sostanze stupefacenti è pericolosissimo perché per guidare occorre avere sempre la mente attenta e lucida ed evitare distrazioni di qualsiasi tipo! Infatti l’auto continua a camminare anche se noi siamo distratti e può uccidere se non vediamo chi ci sta davanti.”
D: “Quale è il caso più strano accaduto?”
R: “Una volta fermammo un ragazzo che stava danneggiando un giardino. Chiamammo la madre e questa se lo portò via, ma tornò con lui il giorno dopo lasciandocelo affinché per vari giorni pulisse e rassettasse quel giardino. Questo caso dovrebbe essere la normalità ed invece è stato un caso unico e per questo rimane strano.”
D: “A voi piace fare le multe?”
R: “A noi non piace mai punire qualcuno, ma in un caso lo facciamo con un po’ di piacere: quando vediamo le auto parcheggiate al posto riservato ai diversamente abili. Questi non si rendono conto del male che fanno a chi non può muoversi liberamente: se si prendono il posto a loro riservato, dovrebbero andare anche loro in carrozzella!”
D: “Può essere utile per la sicurezza stradale la macchina che Apple e Google stanno progettando, dotata di un sistema di controllo che fa rispettare le regole del codice stradale?”
R: “Certamente può essere utile, ma al momento non si ha la sicurezza massima anche perché non è sufficiente rispettare il codice della strada, ma bisogna stare attenti soprattutto a ciò che fanno gli altri i quali, magari, non rispettano le regole. La tecnologia è utile, ma a volte i sistemi satellitari possono non funzionare. Quindi affidarsi soltanto alle macchine, al momento non risolverebbe completamente il problema. Solo se tutti utilizzassero questa tecnologia la situazione sarebbe diversa e si eviterebbero gli incidenti.”
Alcune osservazioni e riflessioni del nostro Preside ci hanno fatto comprendere come gli agenti della polizia municipale debbano essere considerati da noi ragazzi come figure che aiutano i cittadini e, quindi, come tali dovrebbero essere da noi visti: in modo positivo, come amici che stanno dalla nostra parte per difenderci da chi potrebbe ucciderci, non per cattiveria, ma, peggio, solo per non curanza per non essersi interessati di noi.
Con la richiesta-proposta da parte della nostra insegnante di realizzare un progetto di sicurezza stradale per le classi della scuola media, richiesta che ha visto una risposta positiva da parte del Comandante Blasi, l’incontro si è concluso con i ringraziamenti e gli applausi per l’occasione che abbiamo avuto di riflettere su una tematica così importante: la salvaguardia della nostra salute e della nostra vita.
Dopo l’incontro, abbiamo continuato la discussione in classe sull’uso della cintura di sicurezza e, insieme al professore di scienze, con alcuni semplicissimi calcoli, abbiamo constatato che fare un incidente a 44 km/h senza cintura di sicurezza equivale a cadere dal quinto piano di un palazzo! Se invece si indossa la cintura, equivale a cadere dal primo piano di un palazzo. Invece un incidente autostradale alla velocità di più o meno 130 km/h, senza cintura equivale a cadere dal cinquantesimo piano di un palazzo. Proviamo a chiedercelo: vale la pena, oppure no, di indossare la cintura di sicurezza?
Quindi ragazzi, ricordiamoci e ricordiamo che ogni volta che usciamo, a piedi, in bicicletta, in macchina, in moto, dobbiamo rispettare le regole del codice della strada, metterci sempre il casco ben allacciato, se viaggiamo sulle due ruote, e allacciamo sempre le cinture e diciamo ai nostri genitori di usare l’auricolare (se si vuole parlare al cellulare) se viaggiamo in macchina. Rispettare le regole aumenta la sicurezza e riduce il rischio per tutti, anche per noi.
Ringrazio sempre la mia scuola, il preside Riccardo Agresti e tutti i nostri professori per le bellissime e ed interessanti esperienze che ci fanno vivere attraverso questi incontri. Sono per noi sempre momenti di crescita, di riflessione ed accestimento del bagaglio culturale.