Per l’autrice e le 12 partecipanti alla residenza è stata una esperienza incredibile: ne hanno parlato domenica mattina
di Cristiana Vallarino
Uno splendido borgo in riva al mare, una scrittrice di rango, una calorosa accoglienza per le partecipanti (12, tutte donne) e un’ottima organizzazione: questi gli ingredienti del fine settimana al castello di Santa Severa, dedicato alla “residenza di scrittura” con Nadia Terranova.
Il bilancio dell’iniziativa è stato illustrato domenica, in una delle sale restaurate dell’antico borgo, affacciata sul mare. La stessa in cui le iscritte avevano finito di confrontarsi sui racconti frutto del seminario.
A parlare dell’esperienza è stata, naturalmente, soprattuto la Terranova, affiancata da Caterina Battilocchio e Serena Ferraiolo, subito dopo il saluto del sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei. “Una iniziativa lodevole, di cui lo splendido Castello, uno dei molti antichi insediamenti presenti in questo tratto di costa a nord di Roma, è sede ideale” ha detto fra l’altro il primo cittadino.
Dopo essere stata presentata, lei e tutte le sue opere, dalla Battilocchio, la scrittrice ha quindi raccontato come si sono svolti i due giorni e mezzo trascorsi dal gruppo. La formula prevedeva che si potesse anche dormire in loco, oltre che seguire lezioni e consumare insieme i pasti.

Teranova ha spiegato come lei si sia spesa non tanto come “docente” quanto come “levatrice”, per aiutare ciascuna delle partecipanti a tirare fuori sentimenti e parole, “mettendomi in ascolto di quello che loro vogliono scrivere e spesso non sanno di voler scrivere”. La Terrranova ha ricordato la propria esperienza in una residenza per scrittori, in Toscana, dove lei, in una torre, ha scritto un suo libro: “Lì ho veramente capito che a volte per scrivere bisogna ritirarsi e raccogliersi e che il posto dove sei non è neutro, cioè non è indifferente”.
Così come non è stato indifferente, nella produzione finale delle dodici (“un numero ideale per mantenere un variegato confronto, ma anche intimità”), il castello: “ Perché qualsiasi storia dentro questo castello è possibile perché c’è storia, c’è la natura, non soltanto il mare, ma c’è anche molta natura alle spalle. Ci sono stratificazioni secolari, millenarie, che possono essere interpretate attraverso diverse chiavi”.
La chiacchierata della scrittrice è stata davvero interessante, così come l’intervento della Ferraiolo (della Fondazione Bellonci) che ha rivelato di aver partecipato al weekend sostanzialmente come osservatrice, per capire come si organizzano le “residenze”, e come è il lavoro di scrittura. “Ma alla fine – ha detto – ho capito che la parola chiave è “trasformazione”: questa magia che fanno appunto gli scrittori, quando vedono una scena, te la raccontano su carta e te la fanno rivivere”.
La mattina ha visto poi l’intervento di tre delle partecipanti, ognuna con storie e provenienza diverse: chi da Berlino chi da Benevento chi da Santa Marinella. Tutte hanno detto di aver vissuto giorni densi e vivaci, di confronto e di aver molto apprezzato la gestione dell’accoglienza.
Gestione che si è dovuta soprattutto alla società “The Newland”, con cui la Terranova collabora e che conta di organizzare analoghe iniziative. Già si pensa all’edizione 2024 del seminario, magari con una sorta di “asilo 0-12” per dare la possibilità di ospitare anche mamme. “Ne parlavo proprio con Caterina, nel fare un bilancio di questa prima edizione, per individuare eventuali pecche e migliorare in futuro” ha detto la scrittrice che stavolta, accompagnata dal compagno parte dell’organizzazione, si era portata anche la sua bimba di un anno. Certo, l’auspicio è che in futuro si iscrivano anche degli uomini…

A chiudere la mattinata il saluto dell’assessora del Comune di Santa Marinella, Maura Chegia. Infine i ringraziamenti, oltre che all’amministrazione comunale, a quella regionale e al Castello, agli intervenuti: in primis la presidente della Fondazione Cariciv Gabriella Sarracco. Ma c’erano pure rappresentanti di associazioni come la Fidapa di Tolfa e Book Faces di Civitavecchia, oltre che di gruppi di lettura di Civitavecchia e di Tolfa, ricordati da Caterina Battilocchio, la quale, come elemento portante dell’organizzazione, ha raccolto la sua meritata dose di apprezzamento.