Il comitato "2 Ottobre" preme su Castelsecco e grandi opere di Santa Marinella • Terzo Binario News

“Obiettivo prioritario di un qualsiasi piano per l’assetto idrogeologico (PAI) è “la riduzione del rischio”. Per abbattere il rischio nelle zone identificate dalla sigla R3 o R4 (rischio idrogeologico elevato o molto elevato, nelle quali sono possibili “perdita di vite umane, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e distruzione di attività socio economiche”), come appunto è il fosso Castelsecco, servono grandi opere, messe a punto da studi tecnici specifici.

L’importante intervento infrastrutturale progettato per Castelsecco prevedeva l’allargamento del ponte sull’Aurelia, vero e proprio “collo di bottiglia” delle acque del fosso in caso di piena. Il progetto fu finanziato dalla Regione Lazio con fondi Europei almeno 5 anni fa ma di esso si sono perse le tracce.

Ora si parla di fondi PNRR ma che ne è di quei 6 milioni di finanziamento regionale per la messa in sicurezza anche di Castelsecco? Affermare inoltre da parte dell’amministrazione comunale che verrà attuata “una golena alla foce del fosso” deve per forza essere un refuso: una golena è una “zona di terreno pianeggiante adiacente al letto di magra di un corso d’acqua, la quale viene sommersa quando le acque sono alte”.

La foce del fosso di Castelsecco è per sua stessa natura già un’area golenale ed è tuttavia ininfluente ad abbattere il livello del rischio, a meno che aree golenali non vengano predisposte a monte e non a valle delle zone da salvaguardare. Va da sé che l’area golenale della foce deve rimanere naturale ai fini della sicurezza, sgombra quindi da manufatti e da argini di cemento. La foce del fosso è infatti mobile ed è per questo che il Comitato “2 ottobre” presentò ben due anni fa per il sito il progetto di “Parco urbano”.

Nell’ennesima esternazione politica del Sindaco si vantano interventi su Castelsecco che rientrano nella doverosa manutenzione ordinaria e che, purtroppo, non mitigano il rischio in caso di evento importante. Tale tipologia di lavori (pulizia, monitoraggio e risistemazione degli argini) andrebbe eseguita con tutte le attenzioni del caso. Se vi prendete la briga di leggere il breve comunicato del Comitato 2 Ottobre non troverete nessun isterismo o accusa politica e nemmeno la negazione di ciò che è stato fatto, bensì solo suggerimenti per una buona cura del territorio.

Il prossimo nubifragio non muterà certo il suo corso maligno a fronte dell’ennesimo “si farà”: a oggi la situazione non è migliore di quella del 2 ottobre 1981: la cementificazione ha amplificato il rischio. Mentre la “grande opera” è scomparsa dai radar, nessuna “golena alla foce”, purtroppo, si dimostrerà mai salvifica”.

Comitato “2 ottobre”

Pubblicato lunedì, 18 Settembre 2023 @ 07:30:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA