Gli ex custodi che occupano le case delle scuole a Roma • Terzo Binario News

Gli ex custodi che occupano le case delle scuole a Roma

Mag 3, 2024 | Politica, Roma, Scuola

Rusconi (Anp): “Nessuna novità dal Comune, non mi resta che appellarmi a Giuda Taddeo, santo dei casi disperati”

Dice che, probabilmente, si appellerà a Giuda Taddeo, santo dei casi disperati. “Chissà se così non possa accadere qualcosa”. Queste le parole – a Terzo Binario – di Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) di Roma. Il tema è quello degli ex custodi presenti negli alloggi degli istituti scolastici senza un “titolo autorizzativo”. Un tema, questo, su cui Rusconi si batte “da almeno quindici anni”. Un argomento già sottoposto all’attuale squadra di Governo della città. Ma da ottobre “non è successo nulla”.

Da qui la lettera, inviata nei giorni scorsi dallo stesso Rusconi e da Cristina Costarelli (Anp Lazio): “In riferimento all’incontro tenutosi in Campidoglio lo scorso 18 ottobre, siamo a chiedere con urgenza aggiornamenti sulla situazione, in considerazione di quanto dichiarato in tale circostanza. Come ben noto, si tratta di diverse centinaia di abitazioni nella sola città di Roma che sono attualmente occupate da persone prive di titolo autorizzativo. Il 18 ottobre scorso – proseguono – venivamo rassicurati rispetto al fatto che il Regolamento, che sarà alla base dell’azione di ripristino della legalità, era quasi giunto alla fase conclusiva della delibera in consiglio capitolino, a cui dovrà seguire il passaggio per approvazione anche da parte di Città Metropolitana di Roma Capitale”.

Da qui la conclusione: “Siamo dunque ad attendere notizie sull’iter del regolamento e delle successive fasi indicate, alla luce delle dichiarazioni rispetto alla volontà di sanare una situazione illegittima che si protrae da decenni: dopo ormai più di sei mesi non abbiamo notizie di alcun avanzamento. Come Anp Roma e Lazio continueremo a vigilare e a sollecitare le istituzioni interessate affinché alle parole seguano atti concreti per risolvere questo importante problema e per il ripristino della legalità”. Per dovere di cronaca, nell’incontro di quel 18 ottobre, è emerso il Regolamento che alla base dell’azione di ripristino della legalità era quasi giunto alla fase conclusiva della delibera in consiglio capitolino, a cui poi sarebbe seguito il passaggio per l’approvazione anche da parte di Città Metropolitana di Roma Capitale. Insomma, sembrava chiara l’intenzione di sanare una situazione non proprio idilliaca.

Ma a oggi, a quanto pare, non c’è nulla di nuovo. E di buono. Anche perché Rusconi – in conclusione – ricorda che si potrebbero profilare tre danni: erariale, sociale e anche educativo.

c.b.