Per me è un onore portare il saluto della città di Civitavecchia, a questa terza edizione del Forum Risorsa Mare. Un’occasione di confronto che non ha solo un valore simbolico, ma che rappresenta un impegno a riflettere insieme sul ruolo che il mare può avere nello sviluppo del nostro Paese e delle nostre comunità.
Per Civitavecchia il mare non è mai stato un semplice sfondo: è il cuore della nostra storia, il filo rosso che ha legato il nostro destino, dalle origini romane fino ad oggi. È attraverso il mare che la nostra città è cresciuta, diventando punto di riferimento per i commerci, per la difesa, per la logistica, per la pesca, per il turismo e per la produzione energetica.
Civitavecchia ha un tessuto economico che per decenni si è basato sul porto e sulla produzione energetica, oggi sta vivendo un passaggio storico: l’uscita dal fossile. È un cambiamento che porta con sé rischi concreti ma anche straordinarie opportunità. La nostra città si trova di fronte alla necessità di realizzare un futuro diverso, fatto di sviluppo sostenibile, lavoro stabile e crescita rispettosa della salute e dell’ambiente. In questa sfida, che riguarda l’intero territorio, il porto può e deve giocare un ruolo fondamentale, diventando il motore di una nuova fase economica e sociale.
Oggi il padrone di casa di questo Forum è il Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale. Nelle sue dichiarazioni il Commissario Latrofa ha mostrato un sincero convincimento sull’importanza di avere un rapporto stretto con i sindaci dei territori.
Come Sindaco di Civitavecchia raccolgo con convinzione questo impegno. Il porto appartiene alla comunità, e il Comune e l’Autorità di Sistema Portuale hanno il compito di lavorare in maniera sinergica affinché le scelte strategiche abbiano ricadute reali su cittadini, famiglie, imprese e lavoratori.
Lavorare fianco a fianco con l’Autorità significa dare stabilità e visione, significa soprattutto garantire che lo sviluppo del porto diventi sviluppo per tutta la città e per il suo territorio.
Già oggi il nostro porto ha raggiunto oltre 3,5 milioni di croceristi, che collocano Civitavecchia al primo posto nel Mediterraneo e al quinto nel mondo. Questo è un patrimonio che ci dà una dimensione internazionale. Possiamo dire la nostra anche nel settore merci con numeri che si possono rinforzare con un contributo corale: oggi le nostre imprese si trovano a operare in condizioni di svantaggio competitivo poiché colpite da una tassa regionale che grava solo sul sistema portuale del Lazio e da sovrattasse portuali, necessarie per completare l’infrastrutturazione del porto, che altrove sono coperte con fondi pubblici. Una soluzione questa che renderebbe il nostro scalo più attrattivo rispetto ad altri porti italiani ed europei.
Il Commissario ha già espresso la sua volontà, che accolgo con favore, di partire dal sostegno alle imprese e ai lavoratori, dal completamento delle infrastrutture, da una revisione del piano regolatore e dalla proiezione verso la transizione green più innovativa.
E dunque ben venga il completamento della Darsena Mare Nostrum, come annunciato, e un aggiornamento del Piano Regolatore Portuale per adeguarlo all’evoluzione dei traffici, sia nel comparto crocieristico che in quello merciologico, e alla prospettiva della transizione energetica, magari recuperando e ristrutturando le banchine e gli spazi non utilizzati.
La Zona Logistica Semplificata, in attesa da tempo di essere approvata, si inserisce in questo quadro come strumento utile a rafforzare l’indotto, sostenere le piccole e medie imprese e semplificare procedure. Ma il suo vero valore sarà nella capacità di generare opportunità per il territorio, facendo sì che gli incentivi fiscali e burocratici diventino occasioni concrete di lavoro e sviluppo, attirando investimenti.
La crescita, che passa da questi punti e che tutti noi auspichiamo per il nostro porto, può tradursi in posti di lavoro stabili e qualificati, tanto nel settore merci quanto in quello crocieristico, garantendo alti standard di sicurezza: formazione, tecnologie, monitoraggio per ridurre i rischi.
In premessa ho ricordato poi la grande sfida che attende la città in questa fase del post carbone: se da un lato le dichiarazioni dei ministri Urso e Pichetto Fratin lasciano intendere la volontà di mantenere la centrale Enel di TVN a riserva fredda, dall’altro, ad oggi la chiusura risulta ancora programmata per il 31/12/2025. Ci troviamo dunque di fronte a uno stallo.
Con l’eventuale chiusura della centrale a carbone la città si trova di fronte a un’urgenza che non può più essere rinviata: da un lato si rischia una catastrofe occupazionale che potrebbe investire tutto il quadrante in maniera devastante, dall’altro le opportunità rappresentate dai 49 progetti che hanno aderito alla manifestazione d’interesse promossa dal Mimit, sono sostanzialmente ferme per la lentezza con la quale vengono prese in esame e condizionate dalla non scelta sull’area oggi occupata dalla centrale Enel.
L’altra grande prospettiva che investe il territorio è quella del progetto dell’eolico offshore, a cui legare un hub per le energie rinnovabili: è pronto, ha bisogno soltanto di un colpo d’ala per partire. Progetti simili e complementari presentati dagli stessi attori sono già stati approvati in Sicilia e in Sardegna. Con l’approvazione del progetto di Civitavecchia, sommato a quelli già approvati ci troveremmo di fronte a un distretto industriale che giustificherebbe ampiamente la costituzione di un hub a Civitavecchia (già peraltro individuato nel decreto porti).
Purtroppo, invece, riscontro da Sindaco uno scarto evidente tra l’impellenza delle scelte che la situazione locale richiederebbe e la lentezza dei processi burocratici che gli investitori e la città stanno subendo. Questa contraddizione non possiamo permettercela.
L’eolico offshore non è un’ipotesi astratta, è una risposta alle esigenze del territorio, una filiera già pronta che può generare lavoro, investimenti e nuova immagine per la città.
Le ricadute sono note: centinaia di posti di lavoro, milioni di euro di indotto, attrazione di investimenti, riduzione della dipendenza dai fossili, trasformazione dell’identità di Civitavecchia da porto del carbone a capitale delle rinnovabili.
Nel frattempo, il territorio si prepara a questo scenario: scommettendo sulle nuove generazioni e la loro formazione, poiché la transizione non è solo industriale, è culturale. Il Comune ha promosso un percorso con l’Università La Sapienza, i soggetti investitori del Consorzio Divento e con gli istituti professionali che partirà nel prossimo mese di ottobre, percorso in cui è stata anche interessata l’Autorità di sistema portuale, così da garantire percorsi di qualità per i giovani e riqualificazione per i lavoratori. È la condizione per fare della transizione un’occasione di crescita condivisa, poiché nessuna città può affrontare queste sfide da sola. Serve una governance dei processi e una sinergia istituzionale che si traduca in scelte rapide e concrete per mettere a terra in tempi certi le opportunità già pronte che sostengano con determinazione questo territorio, che oggi si trova in una condizione di sofferenza e che guarda con attenzione e con aspettative a ciò che sarà deciso nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Non c’è più tempo da perdere: i cittadini, le famiglie, i lavoratori e le imprese ci chiedono risposte e attendono che questa sinergia diventi finalmente realtà.
Il mare è nel nostro destino. Facciamo in modo che sia anche la nostra occasione più grande”.
Marco Piendibene
