Questa estate il 42% degli italiani non andrà in vacanza: tradotto rimarranno a casa cinque milioni di persone in più rispetto a un anno fa. La crisi continua a manifestarsi nel settore turistico in maniera preoccupante. Questo in sintesi è il rapporto della Confesercenti-Swg. Per comprendere meglio il calo bisogna confrontare questo dato con quello del 2010 che attestava la percentuale di italiani vacanzieri intorno all’80%.
In termini economici, complessivamente la vacanza degli italiani vale quest’anno 24,5 miliardi di euro con una spesa media a persona di 961 euro: è inferiore ai 1056 euro di prima della crisi.
Le cause di questa caduta di domanda sono riconducibili principalmente all’aumento delle tasse, alla disoccupazione e all’erosione dei risparmi. S’impenna così dal 39 al 44% il numero di coloro che giudica determinante il reddito disponibile per programmare le vacanze. Ed un italiano su due lega la rinuncia alla vacanza al fatto che non se la può permettere (costa troppo rispetto alle difficoltà dei bilanci familiari deteriorati dalla crisi).
Per coloro che partiranno agosto rimane il mese più gettonato per partire ma è in flessione rispetto agli anni precedenti. Sale invece di 4 punti percentuali il mese di giugno e di due luglio. Questo incremento è derivante evidentemente dalla convenienza economica dei primi due mesi estivi.
Non cambia invece la durata dei giorni di vacanza che dal 2009 resta attestata a 12 giorni (erano 14 giorni nel 2008).
La meta preferita dei vacanzieri rimane il mare (al 50% ma era il 73% nel 2006 ed ancora il 53% nel 2012), all’estero la Spagna (27%), in Italia l’Emilia-Romagna e la Sicilia (14%).
Nel complesso questa caduta della domanda turistica rappresenta un vero campanello d’allarme per tutta l’economia italiana. Bisogna ricordare infatti che il turismo da solo vale il 6% del Pil italiano, un peso equivalente a quello del settore costruzioni. Se la flessione continuerà le ripercussioni sull’economia in generale saranno molto dure.
Per questo motivo la Confesercenti sollecita quindi seri ed immediati interventi «per sostenere il settore nei prossimi mesi», insieme a una «progettazione di più ampio respiro sulle prospettive del turismo italiano che devono scaturire da un confronto rapido e concreto fra governo e parti sociali».