#3 - Domande e pensieri al plurigiornalista Palmieri: "Chi è più libero? Lei o noi?" • Terzo Binario News

#3 – Domande e pensieri al plurigiornalista Palmieri: “Chi è più libero? Lei o noi?”

Lug 31, 2013 | Blog, Francesco Scialacqua

Scialacqua “Il giornalismo dalle vostre parti è veramente singolare”. Questo quello che scrivevo giorni fa in un tweet indirizzato da editore ai miei compagni di avventura di TerzoBinario. Che ci fosse un vuoto di informazione nella zona di Cerveteri e Ladispoli era ben noto. Finché uno guarda una zona dal suo interno è difficile rendersene conto, ma dal mio punto di osservazione esterno – vivo a Viterbo – tutto appariva molto più chiaro. Basterebbe confrontare la concorrenza che c’è qui nel viterbese con quella che c’era nel litorale per trarre una semplice conclusione. Nel viterbese i giornali on line hanno 30.000 lettori giornalieri, nel litorale ne avevano 200-300, dati presi dalle fonti pubblicate negli stessi giornali (BaraondaNews e AltravoceNews nella vecchia veste grafica). Nel litorale non ci sono lettori o questi non trovavano interessante l’informazione divulgata?

Proprio per questo è nata l’idea di partire con l’esperienza di TerzoBinario, progetto rinviato più volte almeno dal 2008. Un progetto che nasce con idee ferme ed un format chiaro, altro che giornale nato ad uso e consumo di qualcuno.

Prima del nostro lancio il giornalismo locale era rappresentato da un giornale stampato che pubblica le notizie del giorno prima (magari con approfondimenti come si vuole per un buon quotidiano), da due periodici che pubblicano 8 notizie su 64 pagine (56 sono pubblicità, più stile Postalmarket che non un giornale di informazione), e da un quotidiano on line che a mio avviso non sfruttava il vantaggio dell’immediatezza. Questo status si è andato man mano deteriorando a tutto vantaggio della stampa on line. Di conseguenza qualcuno, avvertendo che i lettori si erano ormai assuefatti alla pubblicità cartacea, si è affidato agli stratagemmi che funzionano per tutte le stagioni: donne in bichini ed abiti succinti in copertina al posto della notizia principale. Notiziari di cronaca incartati in una copertina da Novella 2000. Le famose e logore 3 S: sesso, sangue, soldi.

Dopo solo pochi giorni dalla nascita di Terzobinario le altre testate hanno iniziato a pubblicare più celermente i comunicati stampa e i loro direttori si sono affrettati a intervistare rappresentanti delle istituzioni e delle principali realtà locali. Qualcuno può pensare che il nostro intento sia affondare la carta stampata? Nulla di più falso. Se la carta stampata si occuperà di fare approfondimento sopravviverà senza problemi, se invece rincorrerà le stesse notizie pubblicate il giorno prima o la settimana prima il declino sarà inesorabile e non di certo per colpa nostra. I grandi gruppi editoriali pubblicano sulla carta stampata argomenti che non trattano sul web o comunque lo fanno a livelli diversi. Qui vediamo invece un copia ed incolla di comunicati su periodici settimanali o quindicinali. Il senso di questa cosa continuo a non capirlo.

La prima anomalia che saltava all’occhio qualche tempo fa riguardava i contenuti pubblicati. Titoli con i “puntini puntini” e con serie variabili di punti interrogativi ed esclamativi. Come il “linguaggio degli adolescenti”. Il fenomeno dei “puntini puntini”, poi, sembra andare per la maggiore perché c’è chi è convinto che il mistero si crei con la punteggiatura e non con i contenuti.

Un giornale non deve creare mistero. Deve raccontare fatti circoscritti e documentati. Voci di popolo impastate con punteggiatura oltre il limite della lingua italiana sono fango e qualcuno crede ancora che si vende bene solo fango e polverone. Se quel qualcuno continua ad essere convinto di questo non me ne dispiaccio, lunga vita a TerzoBinario. Poi si copiano format che solo penne illustri possono permettersi, tipo le dieci domande, la formula dell’imbavagliamento dell’informazione, la formula dell’alzare i toni per poi dire che si è stanchi della polemica. Avremmo dovuto rispondere all’appello di Palmieri per prendere le distanze dal Presidente della Multiservizi Gazzella per aver scritto all’ordine dei giornalisti? La sua intenzione Direttore Palmieri era forse di creare uno spartiacque nella stampa locale? A noi piace volare più alto: se vogliamo parlare di imbavagliamento dell’informazione discutiamo di cosa legifera il Parlamento per tutelarsi dalla stampa e dai blogger. E’ il Parlamento che con le leggi consente di stringere la cinghia sui giornali, non Alessandro Gazzella da Cerveteri. Ma per Palmieri il mondo è veramente piccolo o gli fa comodo pensare che lo sia.

Parlavamo di vuoto all’inizio del pezzo. Il vuoto che ha provato il templare della deontologia professionale Palmieri (io metto nomi e cognomi non uso nomignoli o allusioni per riferirmi alle persone), direttore di un settimanale a predominanza pubblicitaria, quando un giorno di febbraio vedendosi arrivare un comunicato in meno dal comune di Cerveteri è riuscito a supporre che un nuovo giornaletto on line (riferirsi esplicitamente a qualcuno o qualcosa con nome e cognome non genera la stessa suspance) si era sostituito all’ufficio stampa del comune di Cerveteri su volontà della stessa Amministrazione. Roba da non credere. Per fortuna che la deontologia come lui stesso ci ricorda suggerisce di non attaccare i colleghi. Noi non abbiamo mai attacco nessuno e abbiamo sempre rispettato il lavoro altrui. In quel caso era o non era una notizia l’attacco a un giornale da parte di un sindaco? Avremmo dovuto non riportarla? Quante volte Repubblica ha riportato gli attacchi di Silvio Berlusconi al loro stesso giornale? Il rispetto della deontologia consiste solo nel non fare nomi e cognomi, ma solo allusioni? Di qui continue insinuazioni sul fatto che questo giornale sia la longa manus dell’amministrazione cerveterana.

Poco importa che “il giornaletto dell’amministrazione di Cerveteri” ha pubblicato in sei mesi 2500 articoli (equivalenti al numero di articoli che escono in 300 numeri del suo settimanale, 6 anni di pubblicazione) di cui 567 su Ladispoli, 313 su Fiumicino, 389 su Civitavecchia, 119 su Santa Marinella, 170 su Tarquinia e 460 di Cerveteri (la voce “altri” equivale circa la quota Cerveteri). L’80 per cento delle notizie da noi pubblicate non riguarda Cerveteri e quel 20 restante per cento lo trovate su tutte le altre testate perché trattasi di comunicati diramati dall’ente. Va considerato poi che nei primi mesi di pubblicazione non avevamo ancora aperto la piazza a comuni fuori Ladispoli e Cerveteri, questo spiega perché la maggior parte degli articoli vengano da lì.

Poco importa che non siamo noi ad avere convenzioni o accordi con pubbliche amministrazioni o società partecipate del comune di Cerveteri, cosa legittima, ma che ci vede al momento estranei. Poco importa che siamo stati i primi a dare in tempo reale i dati degli spogli nelle recenti politiche a febbraio e amministrative a maggio, ottenendo più di 15.000 contatti in 5 ore. Poco importa che siamo stati già più volte citati come fonte da Corriere.it da Repubblica.it, che siamo fonte per Google News, che un corrispondente dell’Ansa ci ha detto che l’illustre agenzia ci segue da Twitter e che alcune notizie da noi pubblicate abbiano invaso i social network. Alexa.com ente internazionale di analisi del traffico web ci stima al pari degli storici portali di Civitavecchia (digitate www.alexa.com e provate a ricercare il ranking dei portali del litorale per fare una comparazione). Tutto questo perché Corriere.it, Repubblica.it, Ansa, Facebook e Alexa.com non aspettano altro che elogiare il Sindaco di Cerveteri? La risposta è che se non si contano tutti i giorni le crepe dell’asfalto, la lunghezza dei fili d’erba, qualche lettore interessato si trova.

Cosa significa questo? Che per alcuni il mondo è vasto e per altri il mondo coincide con la propria parrocchia e vorrebbe che tutti fossero suoi parrocchiani. Direttore Palmieri non è quindi una questione anagrafica che fa la differenza tra me lei, ma una condizione culturale. Ci sono 20enni chiusi nella loro parrocchia e over 40 aperti al mondo della conoscenza e viceversa. Lei si vanta di essere immune dai Social Network. Io sono invece orgoglioso di saperli usare e come me qualche decina di migliaia di persone nel comprensorio. Fatto anagrafico? No, fatto culturale. Chi vuole restringere i problemi a questioni anagrafiche è intellettualmente pigro e cerca spiegazioni semplicistiche a problemi complessi. Vede le rispondo direttamente senza farmi alzare la palla da un collaboratore per poi usare il metodo barocco di aggiungere la chiosa finale. Non amo le liturgie: è roba del secolo scorso.

Un’ultima parola la spendo sul fatto che il direttore Palmieri ha occupato addirittura lo spazio di altri giornali (Baraonda) per selezionare i bravississimi, i bravi, i mediocri e gli scarsi (lei ha sempre la tentazione di creare divisioni ed alleanze). Sia ben chiaro senza mai dire chi rientra in queste categorie, suspance. Qualche giornale dà spazio per farsi mettere tra i bravissimi (per la serie godo a farmi impigliare nella tela del ragno). A mio avviso nessuno degli organi di stampa della zona è nelle condizioni di dare giudizi di questo tipo. Tutti facciamo giornalismo con le poche risorse che il tessuto economico della zona riesce a metterci a disposizione e non è un bell’esercizio screditare oltremodo questo territorio perché il primo danno lo facciamo all’economia locale. Facciamo questo mestiere con dedizione quotidiana senza preoccuparci di lanciare frecciate per creare spartiacque tra le varie testate, senza farci scudo di associazioni corporativistiche. Tra l’altro sarebbe interessante sapere perché la nuova Associazione stampa del litorale romano non si sia preoccupata di invitarci. Ne abbiamo appreso l’esistenza con il suo primo comunicato inviato a noi un giorno dopo le altre testate. Ma a noi non servono associazioni che ci fanno da parafulmine anche perché non difenderemmo mai nessuno per partito preso, difendere per puro corporativismo per noi è un’ipocrisia.

Solo lei si arreca il diritto di fare il diavolo in cattedra con tanto di stipendio statale alle spalle per lo stessa professione che svolge abitualmente, a cui va aggiunto il profumato incarico che aveva fino a poco tempo fa alla Multiservizi Caerite. Con questo privilegio, che agli occhi del lettore dovrebbe suonare invece come un’invasione di campo, si ottiene il diritto di giudicare? Lei direttore Palmieri che lavora a tempo indeterminato per l’ufficio stampa del Comune di Ladispoli come si può permettere di additare di protagonismo gli amministratori che sporadicamente rilasciano interviste alle testate locali? Nemmeno il Sindaco si è mai permesso il lusso di una simile dichiarazione. Vorrebbe forse che tutto esca dalla sua penna? Al di là della legge 150/2000 che tira in ballo una (molto) probabile incompatibilità tra il ruolo di addetto stampa di un ente pubblico e quello di direttore di una testata, perché per deontologia (parola a lei cara) o trasparenza non fa una scelta di campo? O sta dalla parte dell’addetto stampa o dalla parte del direttore. Dalle mie parti se il direttore di Tusciaweb o quello di ViterboNews24 venissero assunti all’ufficio stampa del Comune di Viterbo si scatenerebbe il finimondo. Nel litorale le se consente anche di pontificare? “I bravi alla mia destra, i cattivi alla mia sinistra, i liberi alla mia destra, i prezzolati alla mia sinistra, i giovani alla mia sinistra, gli anziani alla destra”. Giudicare da direttore quello che si vorrebbe come addetto stampa non le sembra un lampante caso di conflitto di interessi?

Nel giro di due settimane è stato smentito due volte per aver pubblicato dichiarazioni non fedeli a quelle lasciate dagli intervistati. Prima il Presidente della Pro Loco di Cerveteri poi la Presidente del centro anziani, che, tra l’altro, era convinta di parlare con L’Ortica e si è vista pubblicare frasi non coincidenti col suo pensiero sul Messaggero in un pezzo a sua firma. Ci mancava che ci mettesse il logo del Comune di Ladispoli ed avremmo fatto filotto.

Riguardo alla famosa lettera lanciata su Facebook dal Sindaco Pascucci basta fare lacrime. Siamo stati i primi a pubblicarla ed i primi a pubblicare la sua replica. Tra l’altro molti altri ci hanno seguito pubblicando la stessa lettera e la stessa sua smentita, ma i cattivi siamo noi.

Ritengo che l’informazione non debba uscire solamente dagli uffici stampa per far comodo a qualcuno. Ogni amministratore è libero di esprimere il proprio pensiero nel modo e nelle forme che ritiene più opportune. Siamo per la libertà di stampa e contrari all’imbavagliamento degli amministratori. Come giornalisti rivendichiamo il diritto di intervistare le persone. Un giornale è libero di pescare notizie, facendo ricerche ed inchieste, richiedendo interviste. Il tempo del copia e incolla di fine giornata dei comunicati stampa delle amministrazioni è finito. A che servono 4-5 giornali che hanno copiati ed incollati gli stessi pezzi? La sete di informazione nella zona è cresciuta e lo testimonia il fatto che i visitatori web stanno crescendo velocemente su tutte le testate on line.

Se questo significa aver messo una spina nel fianco all’apparato che si era formato, ben lieto.

Non si agiti Direttore Palmieri, Keep Calm.