L’Italia deve fare passi avanti nel campo del digitale, sia da un punto di vista infrastrutturale che civile: Internet viene spesso visto come un’arena dove non esistono regole o imposizioni, che consente a chiunque di scavalcare quei paletti del vivere civile che normalmente rappresentano le basi della nostra società. Ma non è così, e soprattutto il web non può e non deve far passare impuniti atteggiamenti come il cyberbullismo, l’hacking, il furto dei dati personali e ovviamente il plagio del copyright. Non a caso, è stato proprio questo l’argomento che ha tenuto banco durante l’evento “Digitali e Responsabili”, tenutosi a Roma e sponsorizzato da Google.
“Digitali e Responsabili”: l’uso civile della rete
Internet e digitale come occasione di crescita del nostro Paese, sia da un punto di vista economico che sociale: questo il tema dibattuto durante l’evento “Digitali e Responsabili”, promosso a Roma da Google. Durante il suddetto convegno, si è diffusamente parlato della rete come veicolo di buona imprenditorialità ma anche di buona condotta, puntando il dito su fenomeni 2.0 molto tristi, come il cyberbullismo, e su comportamenti illegali all’ordine del giorno, come il furto dei dati sensibili o la riproduzione di opere coperte da copyright (come nel caso del fenomeno dello streaming pirata). Lo scopo di “Digitali e Responsabili”? Sensibilizzare la cittadinanza sulle conseguenze di quelle che vengono considerate – non a torto – delle vere e proprie piaghe della società digitale.
Non solo responsabilità: l’importanza delle strutture
Il cammino della digitalizzazione italiana non passa esclusivamente da un uso responsabile della rete, ma anche da una crescita a livello di infrastrutture, che possa consentire all’intero territorio una copertura ed una velocità adeguate agli standard imposti dall’Unione Europea. Per tale ragione operatori come ad esempio Linkem stanno offrendo piani di navigazione con internet senza linea, così da facilitare l’accesso alla rete e semplificare l’attivazione di una connessione casalinga. Poi, però, dovrà essere il Governo ad impegnarsi in questa missione, soprattutto perché l’UE non attenderà oltre il 2020: e noi dovremo presentarci entro quella data con una copertura a banda larga pari all’85% e con una connessione di livello, per garantire al nostro Paese il superamento del digital divide.
Dal presente al futuro: quanto conta la connessione?
Copertura e velocità: due dogmi che servono non solo ai cittadini, ma anche alle aziende italiane per agguantare quella competitività sui mercati internazionali che ad oggi manca. Ma ciò che oggi è attualità, domani potrebbe divenire già storia: i trend digitali stanno infatti velocemente cambiando. Basti pensare alla pubblicità digitale, che nel 2020 molto probabilmente comincerà a generare ricavi e a sostenere investimenti superiori alla canonica promozione televisiva, con gli smartphone che diventeranno la principale porta di accesso alla rete, sempre più potenti e votati alla user experience. E lo stesso dicasi per il mercato dei video in streaming, destinato a superare gli introiti dell’home video. Allo stesso modo, le aziende potranno contare su strumenti digitali sempre più avanzati per misurare traffico e risultati delle proprie campagne di advertising, cosa che ovviamente non farà altro che migliorare le strategie di promozione via Internet.
