Capodanno al Centro aggregativo, nessuna irregolarità: solo il fallimento delle politiche giovanili • Terzo Binario News

Capodanno al Centro aggregativo, nessuna irregolarità: solo il fallimento delle politiche giovanili

Gen 3, 2017 | Cronaca, Ladispoli, Politica, Senza categoria

LA POLEMICA

A fronte di un comunicato in cui il Consiglio Comunale dei Giovani, all’unanimità, esprimeva “il proprio disappunto in merito alle immagini e ai video postati su Facebook (anche da qualche consigliere comunale di Ladispoli di maggioranza) relativi al veglione di Capodanno svoltosi presso il Centro di Aggregazione Giovanile di viale Mediterraneo”, la politica di Ladispoli ha mostrato una reattività davvero senza precedenti.

Nel giro di qualche ora la polemica ha monopolizzato le bacheche facebook di amministratori e cittadini. Era passata poco più di un’ora e già il presidente del consiglio comunale Emanuele Cagiola dava man forte all’assise dei giovani promettendo verifiche e dichiarando:

“Apprendo dalla stampa dell’anomalo utilizzo che si è fatto del centro di aggregazione giovanile e comprendo il disappunto espresso dal consiglio comunale dei giovani”

A stretto giro di posta è seguita la reazione opposta del consigliere e delegato Fabio Ciampa– diretto interessato della polemica visto che il 31 notte ha postato alcuni video sulla serata al Centro di aggregazione giovanile- che ha spiegato di essere stato invitato da un’associazione che ha chiesto regolarmente il permesso al comune, la stessa che dal 24 agosto si è impegnata per gli aiuti ai terremotati. Dopodiché non ha mancato di rinfacciare ai giovani che mentre i volontari dell’associazione in questione passavano “giornate intere là dentro a raccogliere aiuti” “della loro presenza neanche l’ombra”. Ancora meno diplomatico il commento affidato alla propria bacheca facebook:

“Dico solo giocate alla play station che è meglio- ha scritto il consigliere- Sicuramente ho studiato molto meno di voi. Ma come valori non c’è paragone!!! Quando noi ci siamo svegliati alle 4 di notte per chi ne aveva bisogno, voi dormivate tranquilli oppure eravate in discoteca!!” 

Il delegato allo Sport Fabio Ciampa

Pochi minuti dopo è arrivato anche il comunicato dell’Amministrazione che per le regole di utilizzo del Centro ha rimandato direttamente all’Avviso pubblico pubblicato a giugno e spiegato che per la sera del 31 dicembre “nessun’altra domanda o proposta di iniziativa era stata presentata, nemmeno dal Consiglio Comunale dei Giovani”. L’Amministrazione ha poi aggiunto:

“L’Associazione Eventi ha pagato con bonifico a favore del Comune, è stata regolarmente autorizzata e ha organizzato la festa di Capodanno, invitando anche famiglie disagiate e alcune persone senza fissa dimora. Senza questa iniziativa il Centro sarebbe rimasto chiuso e inutilizzato.”

Questa vicenda si compone di almeno tre aspetti: quello regolamentare, quello comunicativo e quello politico-amministrativo.

L’ASPETTO REGOLAMENTARE

Dal punto di vista regolamentare difficilmente si potrà dimostrare che ci siano state irregolarità nell’affidamento. L’Avviso Pubblico per l’utilizzo temporaneo del Centro di Aggregazione Giovanile M.Patriarca approvato con la determina del 13 giugno scorso prevede infatti che la richiesta sia presentata con un anticipo di almeno 10 giorni da associazioni o enti no profit che forniscano i seguenti documenti:

• dichiarazione di autocertificazione di responsabilità;
• copia della polizza assicurativa RC per danni arrecati a persone e/o cose (da presentare preventivamente al rilascio dell’autorizzazione);
• ricevuta del versamento del canone (da presentare prima dell’inizio dell’attività).

Se l’Associazione Eventi li ha regolarmente presentati, cosa che sarà oggetto di verifica, non si può parlare di irregolarità. Va detto però che i criteri previsti dall’Avviso pubblico per l’affidamento degli spazi, oltre ad essere particolarmente laschi, tradiscono la sua stessa denominazione. Infatti mentre l’oggetto prevede “Utilizzo temporaneo del centro di aggregazione giovanile “M. Patriarca” di Ladispoli da parte di associazioni culturali, enti no profit per lo svolgimento di attività sociali, culturali, ludiche, d’istruzione, corsistiche, sportive che abbiano come FINE ESCLUSIVO L’AGGREGAZIONE GIOVANILE”, di fatto si apre la struttura a qualsiasi associazione o ente no profit.

Se la cifra pagata dall’Associazione Eventi è quella prevista dall’Avviso parliamo di 3 euro l’ora. Ipotizzando che la festa sia durata sette ore, dalle 21 alle 4 di notte ad esempio, la cifra dovuta sarebbe di 21 euro.

COMUNICAZIONE SPASMODICA

Diverso poi è l’aspetto della polemica relativo alla comunicazione. Intanto ognuno ha il suo stile di comportamento pubblico, ma forse un consigliere comunale dovrebbe mostrare maggior cautela nel postare video, foto o dichiarazioni sui social network. Ma il punto non è neanche questo. 

Il punto è che nel giro di due ore il presidente del consiglio comunale e il sindaco, le due figure istituzionali maggiormente rappresentative del comune di Ladispoli, hanno rilasciato alla stampa dichiarazioni in senso opposto e contrario. Eppure ormai non c’è nemmeno più il pretesto del diverso schieramento nel gioco maggioranza-opposizione, dato che Ladispoli 2.0, formazione in cui militano Cagiola e Ruscito, si trova stabilmente in maggioranza.

Non è finita. Il 16 marzo 2016, mentre in Consiglio comunale si discutevano mozioni riguardanti lo spazio richiesto dalle associazioni umanitarie ANIMO e UMANITAS, alla proposta di affidare loro una parte del Centro di Aggregazione Giovanile, suggerita da Alessandro Grando, il sindaco Paliotta replicava che non era una soluzione percorribile:

“Noi siamo anche vincolati in alcuni casi alla destinazione. Per quanto riguarda Viale Mediterraneo, è stato finanziato dalla Regione Lazio per quell’obiettivo, un punto di aggregazione giovanile, e non può essere dedicato ad altro. Ad esempio, in questi giorni non è abbandonato. Fra dieci minuti dovrò lasciare il consiglio perché è in corso una festa con i  ragazzi che vengono dall’Olanda, festa organizzata dall’istituto Ilaria Alpi che nel gemellaggio scolastico che stanno facendo, è in corso il ricevimento della delegazione olandese. Quindi non diciamo cose non vere. La Regione Lazio ha finanziato quella struttura che ha avuto alcuni problemi di completamento ma che già funziona da alcuni mesi, come centro di aggregazione giovanile, e non può essere data ad altro.”

Non si tratta certo di mettere a raffronto due emergenze, quella legata al terremoto e quella sociale, egualmente meritevoli di essere affrontate anche col supporto delle strutture pubbliche, ma quello che è successo dopo contraddice un approccio alla gestione del centro come luogo destinato esclusivamente all’aggregazione giovanile. 

Inoltre invitare l’organo istituzionale che, con i limiti e le forme previste dal suo funzionamento e dalle sua modalità di elezione, rappresenta i giovani del territorio- organo per la cui creazione si adoperò alacremente proprio la precedente giunta Paliotta con l’ex delegato alle politiche giovanili Andrea Zonetti- a “giocare alla Playstation”, soltanto per aver espresso uno specifico dissenso, non sembra una grande dimostrazione di maturità politica. La reazione della politica senior è stata molto più feroce e scomposta della critica avanzata dai giovani. Le bacheche di facebook sono state il campo di battaglia solcato da uno spam selvaggio e commenti copia e incolla a profusione. In pochi fra gli esponenti politici di maggioranza hanno mantenuto un basso profilo. 

“Sarebbe stato più umano e corretto permettere ai senzatetto di Ladispoli passare una serata al coperto e magari poter godere di un pasto caldo”, scrivono i consiglieri junior in chiusura del loro comunicato. Per questa frase sono stati accusati sui social di non aver fatto nulla in prima persona, di strumentalizzare i senza fissa dimora e la morte del ragazzo di 31anni verificatasi nella notte di Capodanno. 

Ma è un fatto che nessuno dell’Amministrazione abbia speso una parola sul tragico decesso di un giovane uomo, avvenuto mentre dormiva all’addiaccio sul territorio di Ladispoli.

IL FALLIMENTO DELLE POLITICHE GIOVANILI

Veniamo al punto politico-amministrativo. Intanto per cominciare dell’operato del Consiglio dei giovani ne risponderanno i suoi membri alle prossime elezioni, a meno che non si pensi di abolirlo. Se hanno fatto poco o male lo decideranno i loro elettori, come per i grandi d’altronde. Quello che sappiamo tuttavia è che quando ci fu l’emergenza terremoto furono tra i primi a manifestare la propria disponibilità a mettere a disposizione i locali di viale Mediterraneo.

Inoltre in tempi non sospetti, cioè lo scorso 17 ottobre, il Consiglio comunale dei giovani approvava una mozione, che per regolamento deve essere poi presentata alla giunta e al consiglio comunale senior, in cui non solo chiedeva che il Centro aggregativo fosse assegnato definitivamente alla stessa assemblea dei giovani ma in cui proponeva anche una serie di iniziative. Tra queste “una cena di beneficenza in collaborazione con la Caritas di Ladispoli in precedenza delle festività natalizie o del Capodanno”. A quest’atto, inviato al sindaco e alla giunta e pubblicato sull’albo pretorio, dichiarano di non aver mai ricevuto risposta. 

Si ricorda che il consiglio comunale dei giovani è eletto fra ragazzi di età compresa fra i 15 e i 25 anni. E’ fisiologico che il delegato alle politiche giovanili faccia da raccordo fra consiglio comunale e consiglio dei giovani e coadiuvi questi ultimi soprattutto a livello organizzativo e procedurale. Se ancora una volta rimangono fondi non spesi a fine anno evidentemente qualcosa non ha funzionato.

Il delegato Fierli è il grande assente della giornata di ieri, ma se il comune avesse fatto partire la SCIA per la prevenzione antincendio, come ha fatto in autunno per il Teatro del Centro d’Arte e Cultura, non si spiegherebbe perché a gennaio 2017 ancora non sia stata presentata in commissione affari istituzionali una bozza di regolamento per il Centro di Aggregazione giovanile. 

Al momento ancora si procede agli affidamenti sulla base di un avviso pubblico provvisorio, che consente eventi partecipati da un limite massimo di 100 persone e per una superficie massima di 200 mq. Anche se la festa di Capodanno fosse stata aperta a tutti come qualcuno ha voluto far passare, non avrebbe potuto ospitare più di 100 cittadini. 

Perché non è iniziato l’iter di discussione di un regolamento per la gestione di quella struttura, tale da fissare una volta per tutte dei requisiti che favoriscano una fruizione da parte dei giovani? Sono domande che vanno poste all’Amministrazione e in primis al delegato alle politiche giovanili. Non basta dire che i giovani “non hanno fatto niente” se a tutti i livelli si è mancato nella loro responsabilizzazione, e non basta nemmeno cercare di delegittimarli insinuando che siano eterodiretti da qualcuno a fini elettorali.

La frattura politica che si è determinata denuncia soprattutto il fallimento delle politiche giovanili della giunta Paliotta e se l’Amministrazione non crede di poter fare a meno dei giovani dovrebbe cercare di ricucirla.