Per il capogruppo consigliare si tratta di un appuntamento importante per Santa Marinella scossa dall’inchiesta su politici e imprenditori
Siamo in aria di consultazione referendaria a Santa Marinella ed anche se la nostra cittadina è scossa dalla nota inchiesta che ha colpito politici ed imprenditori locali, tutti innocenti fino a prova contraria, quello di domenica prossima rimane un appuntamento unico nel suo genere e propria opinione, è giusto partecipare,
allontanandosi dalle polemiche e dalle convenienze di scuderia.
Indiscutibilmente un diritto-dovere per chi crede nella democrazia, ma se volessimo anche restare sul piano pratico, e non solo di principio, ci sono diverse buone ragioni per votare anche se si tratta di un referendum esclusivamente consultivo.
È comunque una occasione per approfondire alcune tematiche molto importanti per la città da parte di tutti, un buon pretesto per confrontarsi tra concittadini, fatta anche di momenti di condivisione e dibattito nei mesi, nelle settimane e nei giorni precedenti al voto, contribuendo ad alimentare lo spirito di comunità.
Una opportunità per far sentire la voce di ogni elettore, ora solamente sui cinque quesiti referendari, alcuni dei quali nel frattempo forse superati, ma non importa, il segnale che la consultazione popolare dovrebbe riuscire a dare è quello della partecipazione nel momento in cui ognuno di noi è stato invitato ad esprimersi per palesare con serenità la propria opinione.
Andare a votare ha infatti un significato ben più importante del risultato dei singoli quesiti, è una risposta dei cittadini alla chiamata, è una manifestazione di quell’interesse per la propria città che ci auspichiamo cresca nel tempo, e sarebbe un forte monito per la costruzione di una gestione più partecipata da parte delle amministrazioni.
Mi spiego meglio: non ci sarebbe bisogno di ricorrere ai referendum popolari come strumento di democrazia diretta se i consiglieri
di minoranza, che tutti insieme rappresentano la maggior parte degli elettori, fossero chiamati a partecipare attivamente alle scelte di rilevanza per la città, soprattutto quando le conseguenze di tali decisioni dovessero condizionare per molti anni e con diverse amministrazioni la vita dei cittadini. In questo modo, attribuendo il giusto peso e dando voce a tutti i consiglieri comunali
eletti, si potrebbero davvero risparmiare i costi di un referendum.
Scelte il più possibile allargate, partecipate da tutte le forze politiche, condivise nel modo più ampio possibile, sarebbero la manifestazione del rispetto del volere popolare e della comunità, al servizio della quale noi tutti siamo, o dovremmo essere, con la dovuta umiltà.
Dal 2018 e soprattutto dagli inizi della pandemia, in tempi così difficili per tutti, come gruppo consiliare di centrodestra ci siamo messi a disposizione della collettività e dell’Amministrazione con senso pratico, ammainando le bandiere.
Abbiamo in generale sostenuto quelle decisioni del Sindaco e della sua maggioranza ritenute da noi valide, abbiamo inoltre dato il nostro contributo fattivo a quelle pochissime scelte al cui processo decisionale ci hanno permesso di partecipare, solo avendo come obiettivo il bene della Città, continuando sempre, inascoltati, a chiedere a chi governa maggior condivisione.
Ci vediamo il 27 marzo.
Bruno Ricci
Forza Italia
Capogruppo consiliare