Molte volte sono arrivate segnalazioni sull’eccessiva installazione di antenne telefoniche nel comune di Ladispoli, dando voce ai cittadini.
Tutto era poi sfociato in una mozione presentata dal consigliere Trani, approvata dal Consiglio comunale, che prevedeva uno stop alle nuove installazioni.
Trani aveva fatto rilevare il mancato aggiornamento del regolamento comunale rispetto alle nuove regole imposte dalla Regione Lazio, inoltre lamentava l’assenza di un piano specifico per le installazioni.
Tutto era emerso per la segnalazione dei cittadini dell’Olmetto, frazione manco a farlo apposta già abbastanza martoriata, per un’antenna realizzata di fatto attaccata ad un muro di recinzione ed a pochissima distanza dalle case.
Dopo un primo opportuno stop, i lavori sono recentemente ricominciati alla chetichella affiggendo un cartello in modo decisamente poco accessibile – e visibile – dalla strada e tanto ci è stato segnalato da un gruppo di cittadini.
Intanto una mozione regolarmente approvata dal consiglio comunale non è stata onorata dall’Amministrazione e dai tecnici e questo è un fatto gravissimo, che lede la dignità del Consiglio Comunale oltre che i diritti dei cittadini.
E a nulla possono valere le eventuali giustificazioni sugli atti dovuti ed i tempi imposti, in quanto la decisione era stata presa in funzione di specifiche carenze di regolamento e mancanze rispetto alle leggi regionali che valgono ben più delle richieste delle società tanto più che le stesse compagnie dovrebbero conoscerli a menadito ed invece sembra quasi che giochino a nascondino per aggirarle.
La questione non è di lana caprina, in quanto va a toccare l’aspetto della salute e della serenità nel vivere nella propria casa che è un diritto primario.
Tanto opportuno quanto necessario approfondire la vicenda, sia relativamente a questa singola installazione ma anche a favore di tutti coloro i quali si preoccupano per la propria salute.
Innanzitutto il vero problema nasce dal fatto che onde permettere una rete che desse massimo servizio si è permesso alle compagnie di realizzare installazioni andando in deroga alle principali norme urbanistiche, ma sta ai comuni dotarsi di un regolamento conoscendo il proprio territorio e rappresentando i propri cittadini.
Ciò avviene anche attraverso un piano antenne che non le faccia crescere come i carciofi ma secondo schemi e controlli chiari. Le società pagano per installare antenne ma pagano il solo soggetto che li ospita e si sentono autorizzate a calpestare confinanti e vicini in forza della legge nazionale che è molto, troppo, generale.
La scorsa estate c’è stato un aggiornamento e il Governo ha autorizzato a quadruplicare, da 6 a 24 v/m, la potenza di trasmissione. Il dato detto così è impressionante ma ancora controllabile, se sorvegliato, perché il limite imposto dall’Europa è 61 v/m, circa due volte e mezzo.
Questo imporrebbe una razionalizzazione del piano antenne che Ladispoli non ha, in quanto è vero che le potenze possono aumentare ma le antenne possono diminuire non essendovene più bisogno da così vicino.
In realtà le compagnie non gradiscono ridurre perché significa non usare una propria infrastruttura ma pagare il roaming per impianti di altre compagnie che hanno realizzato prima di loro.
Quindi da luglio, paradossalmente, le antenne potrebbero tranquillamente diminuire mentre si assiste ad un aumento, specialmente in campagna, dove oltre trattandosi di installazione rurale le potenze erano già autorizzate ad essere maggiori.
Da qui la protesta dei cittadini di Olmetto, soprattutto alle spalle della chiesa Santissima Annunziata dove sono presenti o in costruzione ben tre impianti a distanza di circa 150mt una dall’altro.
Non desta quindi molto stupore il fatto che i cittadini abbiano rilevato qualche incongruenza, che richiede un chiarimento specie quella in costruzione in via dei Ciliegi 2.
La prima è che mentre nella tipologia di intervento si parla “Realizzazione di nuova Stazione Radio Base di proprietà di ….”, in realtà poi nella richiesta la progettista che ha firmato il progetto lo descrive come “…Lavori per l’adeguamento tecnologico della Stazione Radio Base già esistente in oggetto …”.
Bruttissima cosa che non è giustificabile come il consueto “mero errore materiale” anche perché effettivamente a soli 160mt di distanza ce n’è un’altra di antenna.
Di qui la richiesta di accesso agli atti da parte di quel cittadino. Lo stesso cittadino lamenta come sia stato possibile per il comune, nelle more di un regolamento obsoleto e non rispettoso di normativa regionale, realizzare la torre con le antenne attaccata al proprio confine con il bel risultato che laddove cadesse, finirebbe in testa a lui e non al proprietario del terreno agricolo che ha preso i soldi per concederla.
Questo è rischio elettromagnetico ma anche fisico per la salute. Fra l’altro in un intrigo fra committente, realizzatore e utilizzatori che renderebbe impossibile definire le responsabilità di un eventuale danno.
Già perché non è dato sapere con quale potenza e con quali geometrie i coni irradieranno da quelle antenne.
Stesso discorso vale per le installazioni urbane fatte sui condomini in assenza di un assenso di chi poi subisce più di tutti l’irradiamento, ovvero i vicini.
Questi sono gli argomenti che vanno posti nel regolamento comunale e non aver rispettato la mozione Trani è stato gravissimo e qualcuno dovrebbe pur renderne conto ai cittadini.
Tutto da capire poi il ruolo dell’Arpa e della Asl rispetto a tanta superficialità.