Quando si parla di Lectio Magistralis si pensa sempre a un discorso comprensibile solo entro una nicchia di persone con livello culturale molto elevato. In parte è vero ma quando due relatori come il prof Fedeli e il prof Barbuti siedono allo stesso tavolo il messaggio delle loro relazioni arriva a tutti, forte e chiaro.
Questo è possibile perché il loro linguaggio è competente e passionale, tocca la mente e il cuore dunque utilizza più vie di accesso alla nostra comprensione. La lettura in latino dell’ “Ode al Soratte” di Orazio, l’interpretazione che ne fecero Leopardi e Pavese, e quella che ne ha fatto ieri, 12 novembre, il prof Fedeli, non sono stati vuoti formalismi linguistici sull’importanza degli studi classici greco romani, bensì hanno esaltato lo studio delle humanae litterae, le opere dei grandi, come porta d’ingresso per riscoprire l’humanitas.

L’umanità è una parola che dovrebbe appartenere a ogni uomo formato alla vita, uomo che esercita la saggezza, che usa la ragione, che è parte di una comunità tenuta insieme da valori condivisi. Un uomo che ha acquisito humanitas è capace di realizzarsi perché ha responsabilità, autocontrollo, consapevolezza, sentimento civico. Il prof. Barbuti ha egregiamente illustrato come la medesima cultura umanistica deve trovare la sua dimensione nell’era digitale dove le nuove tecnologie sono solo il mezzo per interpretare il mondo di oggi e lasciare tracce della nostra cultura.
Grazie alla preside Lolli, ai Docenti, ai giovani liceali , belli e aperti al futuro, che hanno accolto noi ospiti con naturalezza gioiosa, registrando con grazia e voglia di fare i partecipanti, presentando i relatori e ponendo loro domande di senso.