Un pubblico giovane domenica sera per “E…state in giardino” ha applaudito Luca Lancise e Pablo Trincia autori di “Sangue loro”
di Cristiana Vallarino
La pioggia di domenica, a Civitavecchia, si è fermata giusto in tempo per permettere che la serata di “E..state in giardino” si svolgesse all’aperto, come da programma.
Gli addetti del Comune e dell’organizzazione hanno asciugato arredi e attrezzature, sistemato le sedie che sono state tutte rapidamente occupate. Da un pubblico piuttosto giovane, che segue i podcast, soprattutto quelli di Pablo Trincia, protagonista dell’appuntamento insieme a Luca Lancise, autore con cui ha realizzato “Sangue loro – Il ragazzo mandato a uccidere”. E proprio il podcast, frutto di oltre tre anni di lavoro dei due, è stato l’argomento principale delle domande rivolte loro da Fabrizio Gabrielli, scrittore civitavecchiese, per un paio d’ore decisamente appassionanti, inframmezzate dall’ascolto di alcuni brani del podcast, con la voce di Trincia.
Lancise e Trincia si sono raccontati, spiegando cosa li spinge a dedicarsi a scoprire e a divulgare storie spesso dimenticate. Lancise ha parlato di un insieme di modestia e presunzione. La prima che lo fa avvicinare in punta di piedi alle vite altrui e la seconda che dà il diritto di renderle pubbliche. Trincia ha spiegato di avere da sempre un’esigenza impellente di raccontare a un pubblico, fosse pure di solo una persona, anche le vicende più banali di cui viene a conoscenza. Una cosa che entrambi hanno voluto ribadire è la volontà e l’importanza di affrontare le storie, senza mai giudicare, ma mettendosi sempre nei panni delle persone di cui narrano le vite,
E questa scelta è stata fondamentale per “Sangue loro” che prese lo spunto dall’idea che Lancise ebbe alcuni anni fa, molto prima che la situazione in quella parte del Medio Oriente diventasse così tragica e terribile: trattare l’attentato da parte di un gruppo di terroristi palestinesi all’aeroporto di Fiumicino nel 1985. Un episodio della storia italiana di cui si ricorda ben poco. Dei quattro attentatori solo uno sopravvisse e con lui i due autori sono riusciti a parlare poco prima della sua morte. Il podcast però poi fa un passo indietro, fino a un attentato precedente, quello alla British Airways di via Bissolati a Roma, che uccise un’impiegata, messo a segno da Hassan, sedicenne palestinese assoldato da Abu Nidal.

E proprio Hassan, arrestato e condannato a quasi vent’anni di carcere, che oggi ha una vita tranquilla, in una città di provincia in Italia, e due belle figlie, è salito sul palco per spiegare come sin da bambino sia stato educato alla lotta armata e alla causa del suo paese. Una causa che lui non rinnega assolutamente mentre è profondamente addolorato della vita che ha reciso e del male fatto. Un personaggio davvero singolare che ha affascinato il pubblico con il suo buon italiano, le sue battute e il racconto della sua permanenza a Roma, la città più bella del mondo, nell’attesa che arrivasse l’ordine di piazzare la bomba.
Ma nel podcast ci sono anche moltre altre voci, come quella di Daria, la figlia della signora Raffaella, che aveva 9 anni quando la mamma morì nell’attentato. Del resto, come sottolineato da Lancise e Trincia, la loro intenzione è quella di raccontare l’intreccio della grande storia con quella dei singoli, quella delle famiglie, dei legami di sangue che si spezzano o si creano, specialmente per i ragazzi.
Lancise e Trincia hanno pure sppiegato come si sono organizzati il lavoro, vivendo il primo a Roma l’altro a Milano, scrivendo a turno, dopo lunghe e frequenti telefonate e soprattutto in videocall.
In chiusura, i due autori, stimolati da Gabrielli, hanno anticipato i loro prossimi lavori. Lancise, che ha sempre mille cose in piedi, si focalizzerà sull’avventura di un problematico ragazzo romano finito nell’Argentina verso la fine della dittatura, dove è diventato un vero eroe. Trincia chiuderà per ora coi podcast, aprendo un nuovo capitolo: andare per teatri. E lo farà da fine anno portando in giro per l’Italia la storia di un serial killer che ha confessato vari delitti. Anche quello per cui un innocente continua a restare in prigione.
Una curiosità: Pablo Trincia, che è nato a Lipsia e ora abita a Milano, è legato a Civitavecchia e dintorni. Da bambino infatti ha trascorso vacanze a Santa Marinella, dove è cresciuto suo padre Michele, venuto per l’occasione da Berlino, che ha avuto occasione di incontrare amici di gioventù e compagni del liceo classico “Guglielmotti”.
In prima fila, con gli assessori Piero Alessi e Antonella Maucioni, c’era la vice sindaca e assessore alla Cultura Stefania Tinti, la quale si è detta davvero entusiasta del sucesso della serata. “Ma tutti gli appuntamenti della rassegna – ha ribadito – hanno avuto un bel successo, attirando un pubblico mediamente giovane, a conferma che le scelte di questa anministrazione stanno pagando”.
Il cartellone “E.. state in giardino”, proposto dal Comune con l’organizzazione di Skelter, Stazione Musica e Wally, prosegue il 19 con “Eroine di Puccini”. Poi ci sarà Maurizio Carucci, il 24 e Raffaello Corti il 25 e Naima Faraò che chiuderà sabato 26. Sempre alle 21. Biglietti in vendita su Ticketmaster.
