“Il movimento per la vita non demorde e ritorna alla carica sui cimiteri dei resti abortivi.
Contro il tentativo di istituirne uno a Civitavecchia abbiamo condotto una battaglia feroce e anche contro l’amministrazione comunale che aveva ceduto, misconoscendo la legge, un’area nel cimitero di via Braccianese Claudia ad una associazione privata perchè vi seppellisse i resti abortivi che la Aslrm4, ignorando le disposizioni di legge, aveva deliberato di cedere.
Sono ritornati alla carica e noi ce lo aspettavamo che non avrebbero indietreggiati nonostante la sconfitta.
Non demordono da oltre quarant’anni, da quando nel 1978 fu approvata la legge 194 che depenalizzò l’ aborto e lo rese sicuro e gratuito nelle strutture pubbliche.
Prima di quella legge, le donne che abortivano per scelta venivano messe in galera e se non desideravano un altro figlio erano costrette a farlo con grande rischio per la loro vita.
Oppure dovevano pagare somme di denaro cospicue a medici compiacenti.
Da quando è stata approvata la legge, il numero degli aborti è drasticamente diminuito e il problema della denatalità nel nostro paese ha ben altre cause che la legge 194.
Nel suo convegno il Movimento per la Vita analizza vari aspetti e soprattutto racconta che l’istituzione dei cimiteri dei resti abortivi è un atto di pietà.
Noi Ardite, che nel nostro agire politico, abbiamo come faro la libertà della donna e la sua autodeterminazione, non abbiamo da obiettare se chi abortisce decidesse di far seppellire i sui resti biologici, dovuti ad aborto spontaneo o volontario, nella tomba di famiglia e non in una fossa comune.
I cimiteri dei resti abortivi, con il loro corollario di altarini, croci e , come a Roma, i nomi delle donne che hanno abortito, sono una potente arma di propaganda contro le donne.
L’altare alla loro colpa.
Da millenni le donne hanno nel loro vissuto l’aborto, sanno che significa questo evento nel loro corpo e nella loro vita.
Non abbiamo bisogno che ce lo ricordi il movimento per la vita e i suoi “esperti”.
Chiediamo di smetterla con il pietismo che non si pronuncia mai in favore di quei bambini che, fuggendo da fame, miseria, persecuzioni e guerre, perdono la vita nel Mediterraneo”.
Le Ardite