Dopo lo scalpore di qualche giorno fa, quando è stato dato il giusto rilievo all’episodio di infezione da bacillo di Koch (tubercolosi) presso la nostra scuola, siamo ora tutti in ansiosa attesa che vengano terminati i test antitubercolinici e se ne conoscano i risultati. I test di Mantoux sono infatti già iniziati venerdì e sono stati scaglionati lungo i prossimi giorni. Si prevede che gli ultimi saranno effettuati giovedì prossimo ed i risultati completi attesi per lunedì 24 febbraio. Gli esperti ottimisticamente pensano che la possibilità di contagio sia bassa, a causa della tenera età del bimbo/bimba il cui espettorato è comunque molto scarso ed a debolissima carica batterica.
L’identità del bimbo/bimba non è stata resa nota alla scuola per ovvi motivi di privacy; non dimentichiamo che la salute è un dato considerato “sensibile” dalla Legge italiana e la diffusione di simili notizie è sottoposta a vincoli penali. Ci deve essere sufficiente sapere che le autorità sanitarie responsabili stanno attuando meticolosamente il protocollo di sicurezza previsto dalla Legge, forse anche troppo. La positività al test non implica necessariamente la presenza della malattia e quindi in tal caso occorrerà effettuare la radiografia al torace; comunque, potrebbe accadere che tutti i contatti stretti con meno di 5anni di età siano messi sotto copertura antibiotica per evitare che il batterio, se presente, possa cominciare a fare danni. Tutte le spese sono, ovviamente, a carico dello Stato e in questo dobbiamo considerarci molto fortunati perché se in Italia la tubercolosi è perfettamente curabile senza alcuno “strascico”, altrove non si hanno a disposizione gli antibiotici il cui costo è di pochi centesimi, ed il risultato è la morte.
Quello che però non ha fatto notizia è stata l’estrema serenità e compostezza dei genitori coinvolti. Forse sarà stata la immediata diffusione, tramite la mailing list scolastica e gli altri canali informatici (come sito web e Facebook), della notizia, senza che si sia nascosto assolutamente nulla, rispondendo a tutte le domande e la perplessità e senza alcuna reticenza. Forse sarà stato il sapere che le autorità sanitarie si erano già attivate con la preziosa collaborazione dell’Ospedale pediatrico “Bambin Gesù”. Forse sarà stata l’estrema gentilezza e preparazione professionale delle infermiere e dottoresse della ASL RMF che hanno contattato direttamente i genitori coinvolti, fornendo loro tutte le informazioni del caso. Fatto sta che non c’è stato alcun allarmismo, tutti frequentano regolarmente la scuola e le domande sono state tutte puntate a conoscere come affrontare la situazione. Inoltre incredibilmente nessuno ha insistito per conoscere quale bomba/bimbo fosse stato colpito dal batterio. Non neghiamo che in un paio di casi persone poco informate, e nemmeno coinvolte dalla profilassi, hanno protestato per non essere state avvisate telefonicamente dalla scuola, ma tutti gli altri hanno solo chiesto di chiarire alcune perplessità. Ovviamente le persone civili ed intelligenti non fanno notizia, semplicemente perché sono la maggioranza, ma è bello sapere che esistono, come è bello sapere che ci sono professionisti che si prendono cura della sicurezza pubblica.
Riccardo Agresti
DS. dell’Istututo Comprensivo Corrado Melone