“La mia lettera sul il vivere in un luogo sicuro e attraente che si è perso purtroppo nel tempo e nelle continue colate di cemento, ha attirato l’attenzione di due cittadini che, garbatamente, hanno scritto in merito. Spero che anche altri lo facciano.
Nell’ultima, l’architetto Nicola Moschetta è intervenuto scrivendo “se Ladispoli fosse rimasta tale e quale a quella di 30 o 40 anni fa, con le strade polverose e le case vuote da settembre ad aprile, oggi di grazioso non ci vedremmo proprio nulla“.
Preciso che in tale lettera avendo io studi in biologia avevo scritto che ” si viveva in un ambiente salubre, in una città ,sempre, sferzata dalla brezza marina; in spazi più umani dove non erano presenti inquinamenti né dell’aria né delle acque marine né rumori molesti.
Ladispoli era una città dove si aveva la possibilità di trovare forti interazioni sociali ,luoghi di aggregazione e di socializzazione, cinema – teatro in modo da avere una vita sociale più autentica.”
La situazione attuale non la descrivo essendo visibile a tutti mentre a molti non è, purtroppo, noto il deserto lichenico che ci circonda.
I licheni sono organismi simbiotici derivanti dalla associazione di due organismi un’alga o un ciano batterio e un fungo e sono straordinari indicatori della qualità dell’aria.
La loro scomparsa dal nostro ambiente è un segnale di grande pericolo per la nostra salute. Dove la concentrazione di gas inquinanti è molto elevata i licheni scompaiono del tutto .
A Ladispoli e da tempo sono scomparsi nonostante che la nostra città sia posta sul mare e sia continuamente sferzata dalla brezza marina. Risulta che la cattiva qualità dell’aria aumenti il rischio di ammalarsi di tumore polmonare.
Pongo un quesito ai lettori: continueremo noi ladispolani a “suicidarci” in questo ambiente in questa città affogata nel cemento che alcuni lodano e propugnano o proveremo a fare dell’altro ?
In primis a pretendere dalla amministrazione comunale il posizionamento nella nostra città di centraline di controllo della qualità dell’aria posizionate ,questa volta , in luoghi non direttamente esposti alla brezza marina? A seguire cosa altro?”
Gaetano Minasi
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