Omicidio Luca Sacchi: cosa sappiamo • Terzo Binario News

Omicidio Luca Sacchi: cosa sappiamo

Ott 24, 2019 | Carabinieri, Cronaca, Roma

Via Teodoro Mommsen, angolo con via Franco Bartoloni. Il parco della Caffarella è a 450 metri e sono da poco trascorse le 23. Luca Sacchi, 24 anni è con la sua fidanzata Anastasia, baby sitter di 25 anni: il calendario segna mercoledì 23 ottobre e sono diretti al John Cabot Pub, dove li attendono alcuni amici. Lungo la strada la coppia è raggiunta alle spalle da due persone, a quanto pare italiani. La giovane è colpita alla nuca e le viene rubato lo zaino, con all’interno oggetti personali. La ragazza non oppone resistenza: Luca, personal trainer, reagisce. Da qui la colluttazione, poi lo sparo, che ferisce il 24enne alla testa. I soccorsi sono immediati: i due fidanzati vengono trasportati all’ospedale San Giovanni Addolorata. Il ragazzone è sottoposto a un delicato intervento chirurgico: le sue condizioni sono gravi. Giovedì 24 ottobre, intorno alle 13, arriva la notizia che è un pugno allo stomaco: Luca è morto.

Sul luogo dello sparo appare un mazzo di fiori. È il momento delle lacrime, del ricordo. E delle domande: perché il fatto di sangue si consuma in una zona “tranquilla”. Monica Lozzi, presidente del Municipio VII, esprime una considerazione dura e amara: “Ultimamente stanno accadendo troppi eventi cruenti nel nostro territorio: l’omicidio al parco degli Acquedotti, l’aggressione nei confronti di due operatori Ama in zona Arco di Travertino, la sparatoria avvenuta non più di un anno fa a via Flavio Stilicone,gli atti vandalici nei confronti di scuole e mercati del nostro territorio, e potrei continuare. Questa lunga scia di violenza dà a tutti la sensazione che la sicurezza sia un tema poco considerato e trascurato da chi dovrebbe occuparsi di tutelarla”.

Poi ci sono le indagini. I carabinieri di via In Selci e del nucleo radiomobile sono al lavoro per ricostruire i tasselli del puzzle: recuperano un bossolo, che peraltro danneggia un vetro del pub e sequestrano le immagini di videosorveglianza. Gli esami balistici sull’ogiva del proiettile serviranno per verificare se appartenga a un’arma utilizzata per commettere altri reati. Inoltre raccolgono le testimonianze, perché serve fare chiarezza.

I due rapinatori si sono avvicinati a piedi. C’è da capire se siano scappati correndo a piedi (sfruttando la vicinanza del Parco) o a bordo di una vettura, una Smart bianca per la precisione. Veicolo che, nelle ore precedenti, sarebbe stato visto girare in zona. “Mi hanno colpito con una mazza” ha detto Anastasia “Luca ha reagito, bloccando il ragazzo che mi aveva aggredito. È intervenuto l’altro aggressore, che ha sparato”.

I genitori di Luca, nel frattempo, danno il consenso alla donazione degli organi mentre è tangibile il vuoto lasciato da un giovane ben voluto da tutti. Per il resto, permangono gli interrogativi del caso, che gli inquirenti sono obbligati a sciogliere per chiudere il cerchio sulla tragica vicenda.