Oltre un anno di attesa per visite specialistiche o una mammografia. Un anno per una visita urologica, 10 mesi per quella pneumologica. Numeri che si potrebbero dare al Lotto ma che in realtà testimoniano tutta l’inefficienza di un sistema sanitario che, complice la mala gestio e i tagli, fa acqua da tutte le parti. Per non parlare dell’accesso ai farmaci, per un’ampia fetta degli italiani rappresenta un costo proibitivo tanto da ricorrere ai prestiti.
Allarmanti i dati del Rapporto Pit Salute 2013 del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, presentato oggi a Roma al ministero della Salute. Tempi ancora più dilatati rispetto al 2012. Le attese giurassiche sono dunque tra le note più dolenti del nostro sistema sanitario, costituendo il 74% delle difficoltà che un cittadino incontra per curarsi. L’enorme fetta è così ripartita: il 37,2% riguarda le attese per gli esami diagnostici, mentre il 29,8% fa riferimento alle visite specialistiche. Un’altra parte rilevante delle segnalazioni (28,1%) si concentra attorno alle richieste di ricovero per intervento chirurgico, mentre quasi il 5% rappresenta gli accessi per terapie oncologiche come la chemioterapia e la radioterapia.
 
					
