Cittadini di Tarquinia sul piede di guerra contro la realizzazione della centrale biogas in città. Si sono dati appuntamento sabato alle 10 in piazza Giacomo Matteotti (piazza del Comune) per ribadire la loro contrarietà alla realizzazione dell’impianto.
L’allarme era stato lanciato la scorsa settimana, quando “dopo tre anni di stallo, è stato sentenziato dal Via il parere positivo alla costruzione di un’industria insalubre – avevano scritto i cittadini – di primo grado e cioè di una centrale biogas a Tarquinia”. A far ‘inorridire’ ancora di più i cittadini è stata la collocazione dell’impianto: a soli 200 metri e al confine abitativo di due giovani coppie di ragazzi di Tarquinia neo genitori da pochi mesi. Quindi una centrale biogas a zero metri, da guinnes dei primati mondiali”.
Un ‘problema’ che comunque non andrà a interessare solo chi abita a pochi passi dall’impianto, ma una comunità intera. “Una centrale – sottolineano – che produrrebbe gas (tra cui il metano) fermentando circa 35mila tonnellate all’anno di nettezza organica (Forsu) tramite batteri metanogeni ma soprattutto batteri patogeni per l’uomo (ad esempio tetano, botulino). Senza considerare poi l’inquinamento atmosferico da esagerato aumento del traffico veicolare di autotreni carichi di nettezza e carri bombolai dedicati al trasporto e vendita del gas prodotto”.
Sulla vicenda i tarquiniesi hanno investito il sindaco Mazzola. Cosa sta facendo per tutelarli? “Mirerà a salvaguardare la salute dei suoi cittadini dicendo per sempre no in sede autorizzativa dell’AIA alla costruzione di questa industria insalubre a Tarquinia”? La risposta sarebbe si. Tutela dei propri cittadini in primis. A dirlo è stato proprio il primo cittadino in persona: “Quando nel 2013 si è affacciata l’ipotesi di un nuovo impianto, in località Cunicchio – Olivastro, il comune rifacendosi a quella delibera, ha espresso parere negativo”. Ma non solo, Mazzola ha anche rimarcato come “nelle lettere” ha “sempre sottolineato che è necessario una variante al piano regolatore generale, con la trasformazione obbligatoria della zona da agricola a industriale. Informando che già esiste una zona industriale”.
Ma per i cittadini non basta. E per questo non intendono abbassare la guardia, tanto da aver deciso, appunto, di indire una manifestazione per sabato mattina. “Gli abitanti e gli agricoltori della località Olivastro insieme agli ambientalisti – spiegano – invitano a partecipare alla manifestazione, per esprimere la preoccupazione per la possibile realizzazione di un impianto a biogas, proprio nel bel mezzo di un’area agricola di pregio, a ridosso del fiume Mignone”.
Obiettivo della manifestazione: “Sensibilizzare il paese, ma soprattutto il Sindaco e l’amministrazione comunale verso l’enorme problema, finora sottovalutato. Di sicuro, l “Ampliamento dell’impianto di raccolta differenziata e impianto di compostaggio con sistema anaerobico per produzione energia dell’impianto denominato Pellicano, non interesserà solo i residenti, che saranno costretti a conviverci, ma temiamo per l’agricoltura di qualità presente nell’area, con i prodotti di pregio e perfino biologici. Tale ‘problema industriale’ riguarderà tutta la cittadinanza e l’agricoltura di Tarquinia. Non solo, ma anche i paesi limitrofi che vedrebbero sommarsi gli inquinanti già prodotti dalla combustione del carbone, a quelli derivati dalla presenza di un altro impianto impattante come quello a biogas. Un dato importante su cui riflettere è quello che indica la quantità di ‘frazione organica’ in quel processo, cosiddetto ‘anaerobico’, che consiste nella produzione di biogas per la produzione di energia, un processo tra aerobico e anaerobico che comporterà un incremento complessivo nella valorizzazione delle matrici organiche di circa 25mila tonnellate anno. Si pensi al dato che riguarda Tarquinia e la sua produzione di ‘umido’ e frazione organica che si attesta tra le 2mila e 2500 tonnellate all’anno, per arrivare, invece a 25mila tonnellate all’anno, la differenza così abnorme che chiama tutti a fare una seria riflessione su quale impatto possa avere”.
I cittadini, inoltre, tornano a puntare i riflettori anche sul sindaco Mazzola e lo invitano a prendere parte alla manifestazione. Invito rivolto anche a tutti i rappresentanti della massima assise cittadina “per chiedere di ascoltare la seria preoccupazione dei cittadini riguardo l’ipotesi di realizzare l’ampliamento dell’impianto, che rischia di cambiare i connotati e la destinazione per l’uso agricolo e abitativo di un’area grande, come quella della Vallata del Mignone”.
