Teatro dell'Opera di nuovo in bilico, i debiti sono aumentati di 9,5 milioni di euro • Terzo Binario News

lavoroI lavoratori del Teatro dell’Opera tornano a “temere per il nostro futuro e per quello dell’istituzione” e si rivolgono alla commissione Cultura di Roma Capitale, a cui chiedono “ascolto e un confronto, possibilmente insieme al sovrintendente Carlo Fuortes, perche’ l’urgenza e’ gravissima”. Sentiti in via del Tritone, tecnici e artisti puntano il dito ancora una volta sul bilancio del Costanzi e denunciano “un aumento dei debiti di 9,5 milioni di euro, nonostante i 25 milioni arrivati per la legge Bray”. Quattro pagine lasciate sul tavolo della commissione su cui sono scritte nero su bianco le cifre fornite dai lavoratori “sulla base dei consuntivi 2014 e 2015” da cui emergerebbe che “il debito verso i fornitori che doveva trovarsi sostanzialmente in linea invece cresce inspiegabilmente di oltre 9,5 milioni di euro”. C’e’ qualcosa che per tecnici e artisti “pesa come un macigno sul futuro del Teatro”. Nel 2013, ricordano, la fondazione aveva un debito strutturale di “28,7 milioni di euro, al netto di quello con le banche derivante sostanzialmente dai crediti non ancora corrisposti dai soci”. Da allora, pero’, e’ arrivato il prestito da 25 milioni di euro grazie all’ingresso del Costanzi nella legge Bray. E quindi, chiedono i lavoratori, “come e’ stato possibile che il prestito, a cui vanno sommati sia i risparmi annui da 1,7 milioni di euro per il biennio 2015-2016 derivati dall’accordo con i lavoratori- tengono a dire- sia i maggiori introiti da incassi e sponsorizzazioni, non abbiamo cancellato questo debito?”.
A fronte di questo dato, “l’unica voce positiva e’ rappresentata dai debiti verso le banche che scendono ben oltre i 2 milioni stabiliti- dicono ancora- presumibilmente grazie all’arrivo dei crediti che la fondazione vanta nei confronti dei soci”. Davanti ai membri della commissione Cultura ricordano poi la vicenda del licenziamento collettivo di coro e orchestra, per evitare il quale “abbiamo lasciato il 20% dei nostri salari sul piatto”, mentre “Fuortes percepisce 210mila euro l”anno, di cui 30mila di premio risultato”. Parlano di “capitalizzazioni farlocche” e di “mancata verifica degli interessi anatocistici presso Unicredit”. Chiedono che sia la sindaca Raggi a indagare, “perche’ e’ nelle facolta’ del presidente della fondazione fare questa verifica. Qui- dicono- si gioca una partita che rappresenta il futuro politico di Roma, piu’ dell”Ama”. E infine c’e’ il capitolo Caracalla che quest’anno “per la prima volta non avra’ il ballo, e allora la prossima estate avremo 70 ballerini a spasso”.

(Agenzia DIRE)

Pubblicato martedì, 18 Ottobre 2016 @ 06:13:22     © RIPRODUZIONE RISERVATA