Mafia Capitale, Buzzi ai PM: "Soldi a tutti, da Marino a Zingaretti". Il governatore: "E' fango, difendo il mio buongoverno" • Terzo Binario News

zingarettiContinuano a fioccare indiscrezioni sugli interrogatori di Salvatore Buzzi che si sono svolti nel carcere in Sardegna dove è detenuto dall’inverno scorso.
Dalle dichiarazioni del ras delle cooperative romane emergono i dettagli sui rapporti con le amministrazioni locali, sulle mazzette distribuite a politici di tutti gli schieramenti per aggiudicarsi gli appalti. Buzzi, una delle figure di spicco di Mafia Capitale, fa nomi di politici (dal sindaco Ignazio Marino al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti) e ricostruisce il giro di mazzette con cui si assicurava le commesse.
I verbali compaiono oggi su alcuni quotidiani e il contenuto dimostra il cambiamento della strategia difensiva di Buzzi, che ora intende difendersi dalle accuse sostenendo di essere stato vittima di un sistema corruttivo ben consolidato.

Il patron della “29 giugno” elenca fatti, nomi e circostanze ammettendo pero’ “che molte cose gli sono state raccontate da Luca Odevaine” (altro personaggio coinvolto nella maxinchiesta). Buzzi racconta dei rapporti con l’attuale giunta capitolina. “Nell’anomalia del Comune di Roma – afferma – i 78 milioni di euro con Marino li decisero in maniera vaga addirittura senza appalto, quindi c’abbiamo questi meccanismi, capito? Cioe’ io le vorrei dire una cosa che sembra banale, i vuoti si riempiono, quindi se io non mi occupo delle cose il mio posto viene preso sicuramente da qualcun altro, quindi qual era il nostro problema quotidiano tutti i giorni? Era sbattersi tra la politica e tra i dirigenti, passa’ sui corridoi, assumere persone”. Nel corso dei colloqui con i pm, Buzzi tira in ballo anche Zingaretti tornando sul maxi appalto per il Recup, il numero unico della sanita’ laziale, vicenda in cui compare anche un altro indagato: l’ex capo di gabinetto del governatore, Maurizio Venafro. Buzzi, inoltre, individua in Peppe Cionci, “l’uomo di Zingaretti”, come “la persona dei soldi”. “Se uno deve fare una campagna elettorale – sostiene Buzzi – e se deve dare i soldi al comitato di Zingaretti si rivolge a Cionci, se devi dare i soldi a Marino, ti rivolgi a Cionci, tutti a Cionci. E’ un uomo abbastanza conosciuto a Roma”. Infine il presunto braccio destro di Massimo Carminati racconta anche della vicenda legata all’acquisto della sede della Provincia. Buzzi, riportano alcuni quotidiani in edicola oggi, specifica di non avere conoscenza diretta della vicenda “non gli so dire tutti i passaggi, glieli dico cosi'”. “La sede della Provincia fu comprata da Parnasi con contratto di acquisto praticamente prima ancora di costrui’ l’immobile… Quindi viene bandita la gara, vince Parnasi, si incazza tanto con Caltagirone, tant’e’ vero che il Messaggero fa campagna per giorni e giorni su questa storia, perche’ ovviamente Caltagirone se perde un metro cubo si arrabbia e anche perche’ Parnasi facendo questa operazione si salva dal fallimento. Operazione che vale 180 milioni di euro”.

Dal suo profilo Facebook arriva la replica del governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti: “Non posso più accettare di essere vittima della macchina del fango messa in moto da Buzzi. Non posso più accettare menzogne e bugie che tentano di delegittimarmi pubblicamente. Ne va del mio nome e soprattutto dell’enorme lavoro di pulizia, trasparenza e buon governo che in meno di tre siamo riusciti a realizzare alla Regione Lazio. E che forse dà fastidio a molti”.

A prendere le difese di Zingaretti arriva anche il commissario del Pd Roma e presidente nazionale del partito Matteo Orfini che su Twitter scrive: “La macchina del fango di un indagato per mafia non fermera’ l’impegno di Zingaretti per il buon governo, la trasparenza e la legalita’”. 

Esortano il governatore del Lazio ad andare avanti nel suo impegno anche i senatori del Pd eletti nel Lazio: “Non possono essere le parole di un indagato per mafia, che cerca di intorbidire le acque per giustificare e coprire la sua azione criminale, a mettere in discussione il buon governo della giunta laziale. Il Presidente della regione ha fatto della legalità e della trasparenza i pilastri della sua azione amministrativa. Una azione che permetterà alla nostra regione di continuare e completare quel precorso di crescita ed eccellenza che questa giunta ha avviato”. Dichiarano in una nota Giuseppina Maturani, vice presidente del gruppo del Pd al Senato, Bruno Astorre, Monica Cirinnà, Carlo Lucherini, Claudio Moscardelli, Anna Maria Parente, Francesco Scalia, Maria Spilabotte, Ugo Sposetti, Daniela Valentini.

Pubblicato mercoledì, 5 Agosto 2015 @ 13:05:43     © RIPRODUZIONE RISERVATA