“Siamo al Ti – Day After.
Nel giorno mondiale dell’Olivo, simbolo della Pace. Una pace che, in questi mesi, dalle parti del Comune era diventata un animale mitologico: tutti ne parlavano, nessuno l’aveva vista.
Il 26 novembre, nove consiglieri — gli otto della minoranza più Jacopo Iachini, il cavaliere aggiunto all’ultimo capitolo — si sono presentati dal notaio come un plotone esecutivo con la penna al posto del moschetto.
Dimissioni simultanee, chirurgiche, e la consigliatura è crollata come un gazebo montato con le istruzioni sbagliate o al primo colpo di vento.
Altro che fulmine a ciel sereno: qui il temporale incombeva da mesi. L’amministrazione arrancava, ansimava, tossiva, trascinandosi come un’auto che ha perso due ruote e insiste ad andare avanti perché “mancano solo tre chilometri”.
E come nel 2007, Tidei cade.
No, non per mano dell’opposizione: sarebbe troppo ordinario. Cade per mano della sua super-maggioranza, gonfiata fino a scoppiare come un tacchino a Natale. Una coalizione talmente allargata che ormai serviva un navigatore satellitare per capire chi fosse ancora della sua squadra. Si sapeva che sarebbe finita così: quando tutti sono con te, nessuno è davvero con te.
E poi, diciamolo: i videomessaggi del sindaco, negli ultimi tempi, hanno fatto più danni del fiscal compact. Una collezione di sfoghi, insulti, invettive, picconate contro avversari, alleati, passanti, probabilmente anche qualche asteroide di passaggio. Sembravano trailer di una serie intitolata “L’Uomo Che Non Doveva Mai Avere un Account”.
E alla fine il boomerang è tornato. Puntuale.
Perché c’è una legge fisica che supera le leggi elettorali: se spari a tutti, prima o poi qualcuno ricarica più in fretta di te.
Ora restano i progetti del PNRR: saranno oro o piombo?
Chi lo sa. Dipenderà da chi dovrà raccogliere le macerie istituzionali e decidere se questi fondi saranno un paracadute o un’ancora. Di certo, arrivano su un tavolo che sembra uscito da un trasloco fatto male: carte ovunque, nodi irrisolti, e la sensazione persistente che qualcuno sia scappato lasciando le luci accese.
Morale della favola:
chi passa mesi a distribuire offese come coriandoli, alla fine si ritrova la scopa in mano.
E soprattutto, la sala da pulire”.
Braccio da Montone
