Nessun dualismo con Tabarini: “Possiamo giocare assieme”
Se Gabriele Martinelli è salito da Santa Marinella a Tolfa, Simone Trincia ha effettuato il percorso inverso.
Non direttamente, visto che nelle ultime due stagioni ha militato rispettivamente con Grifone e Urbetevere, ma è passato dai monti al mare attraverso un giro tramite la Capitale.
Il fantasista nella stagione in biancorosso ha militato insieme al fratello Matteo formando una coppia d’attacco fortissima, tanto da arrivare alla semifinale di Coppa Italia di Promozione, persa contro il Fonte Meravigliosa.
Ora l’avventura in rossoblù che, alla luce la rosa allestita in via delle Colonie, dovrebbe regalare soddisfazioni: «Sono tornato sul Litorale Nord – dice Trincia – in virtù del grande rapporto che sussiste con mister Daniele Fracassa.
Da Tolfa non andai via per volontà mia ma per incastri non riusciti. Dopo ci sono state solo scaramucce da campo perché c’ero ma rimasto male, fosse stato per il tecnico, sarei rimasto. A Santa Marinella è stata allestita una squadra forte, con un mercato che ci ha visto protagonisti ma ora la bravura va dimostrata sul campo tutte le domeniche, ripagando la fiducia della società che ha investito in noi. L’ambizione è quella di disputare un campionato di vertice, e sebbene vincere non sia mai facile, l’obiettivo è quello».
Simone Trincia trova in rossoblù la stella Peppe Tabarini, che sta recuperando da un infortunio al ginocchio. Sebbene ad entrambi piaccia giocare larghi a sinistra, non c’è dualismo: «Peppe non lo conosco personalmente ma siamo giocatori di categoria quindi si pensa prima al bene della squadra. Siamo intelligenti, abbiamo qualità a disposizione e possiamo giocare insieme. Fracassa mi vorrebbe in veste di trequartista, dove ho giocato al Grifone anche andando bene. Davanti c’è una batteria offensiva importante e certo, mi sarebbe piaciuto se ci fosse stato mio fratello Matteo ma trovo Samuele Cerroni, un centravanti di categoria superiore, giocatore importante con cui si farà benissimo». Chiosa finale sulle ambizioni personali: «Il numero di gol non è importante, conta di più che il Santa vinca. Sono un attaccante, mi piace segnare e lo cerco ma deve vincere la squadra», la conclusione di Simone Trincia.