“Vogliamo vedere i nostri bambini felici, vogliamo una scuola aperta, vogliamo una scuola eccellente, vogliamo una scuola sicura, vogliamo una didattica che sia parte di un progetto
educativo, vogliamo dare il nostro contributo per migliorare la situazione”. Questo quanto riferito dai genitori della scuola Emanuela Loi, plesso che si trova in zona Pisana.
In un documento, sono state redatte idee e proposte “per ripartire in sicurezza”. A cominciare da logistica e strutture. In primis un censimento a cura dei Municipi, dove individuare “le strutture esistenti e disponibili nel territorio da usare per laboratori integrativi (ad esempio caserme, hotel, eventuali strutture religiose)”. Poi “delegare i presidi alla stipula di
opportune convenzioni” e “supportare i presidi con professionalità (tecnici del Municipio) per la gestione della logistica”.
GLI INGRESSI
Poi l’occhio è stato rivolto agli ingressi. Quindi turnazioni, con lezioni che “si alternano tra scuola (didattica ordinaria) e struttura di supporto (laboratori)”. A seguire “si misura la temperatura a tutti prima dell’ingresso a scuola/laboratorio, anche tramite termo scanner a noleggio”. Invece, per quanto concerne l’utilizzo della mascherina, si indossa come
previsto dalle disposizioni ministeriali. Con i tamponi da eseguire “almeno al corpo docente e non docente ogni due settimane”. In ultimo la mensa: “Ingresso scaglionato per classi per chi è a scuola. Lunch box per chi fa il laboratorio”.
IL PERSONALE
Non poteva mancare la voce sul personale, come supporto per i laboratori integrativi: da una regolarizzazione dei precari al richiamo del corpo docente – e non – in pensione. A ciò andrebbe aggiunto sia il coinvolgimento dei tirocinanti e dei volontari di associazioni territoriali. “Per la sicurezza di tutti: individuiamo il medico competente, per monitorare la situazione”.
LA DIDATTICA A DISTANZA
Tra gli eventuali scenari, c’è anche quello di una “eventuale chiusura forzata delle scuole. “Sfruttiamo il momento per organizzare l’alfabetizzazione digitale degli insegnanti”. Quindi: “Lanciare da subito il percorso formativo degli insegnanti, i docenti vanno affiancati da un esperto di didattica a distanza, coinvolgere gli studenti universitari per l’istituzione del «tutor digitale», incentivare la condivisione delle competenze tra gli insegnanti con incontri preparatori”.
E ancora: “Censimento dei dispositivi (pc, tablet, smartphone, stampanti, scanner) e delle reti
internet in possesso degli insegnanti e degli alunni, incentivare la condivisione, lo scambio, il
prestito di supporti informatici e delle connessioni internet (condividere le password del wi-fi), contattare aziende del territorio per il riutilizzo dei dispositivi in dismissione, colmare eventuali carenze con acquisti o noleggi dei dispositivi mancanti ed installare wi-fi gratuiti per le famiglie più bisognose”.
In ultimo: “Video lezioni da inviare ai bambini, esercitazioni da fare a casa, lezioni a distanza organizzate per piccoli gruppi, verifiche dei compiti, organizzare un video incontro collettivo
con cadenza periodica, organizzare un video incontro individuale con cadenza periodica”.
