L’opera di Gianni Tassi per ricordare il suo amico a quattrozampe e la Civitavecchia anni ’70 ha dato spunto a un dibattito vivace
di Cristiana Vallarino
“Chato. Un cane straordinario”: è lui che campeggia sulla copertina del libro scritto dal suo amico Gianni Tassi, presentato alla sala “Gurrado” della Fondazione Cariciv lunedì scorso.
In sala tanti civitavecchiesi, molti amici proprio di Gianni e naturalmente di Chato, che negli anni ’70 era una presenza fissa per la città: la girava in lungo e largo, partendo da casa fino ad arrivare al mercato e al porto. Conosciuto e amato da tutti, un cane che non ha mai avuto bisogno di guinzaglio nè tantomeno di museruola. E che è stato amico di Gianni per 16 anni, fino alla sua morte.

Ad introdurre il pomeriggio Giuseppe Baccarelli, ex caposervizio de “Il Messaggero” dove Tassi è stato prima fotografo poi giornalista, fino a diverntare vice capo redazione a Viterbo. Doverosi, i ringraziamenti alla Fondazione, presente con la sua presidente Gabriella Sarracco, la quale nel saluto ha detto di aver molto amato i racconti che Tassi ha fatto, legando le vicende di Chato a quelle della Civitavecchia anni ’70. “Mi ha riportato – ha affermato – alla mia gioventù, oltre a tratteggiare un’amicizia quella con Chato che sento molto vicina, avendo anche io un amico quattrozampe”.
Baccarelli dopo aver introdotto a grandi linee il libro – ricco di foto -, ha stimolato l’autore a raccontare alcuni aneddoti legati sia a Chato che all’amore di Tassi per la natura e alla città di allora, quando, come ricorda Tassi, “eravamo pieni di sogni, facevamo musica, arte, fotografia e volevamo cambiare il mondo, quando sia a destra che a sinistra ci si confrontava, si parlava, si discuteva”.
E quindi si è ricordata l’avventurosa nascita di Radio Civitavecchia, una delle prime radio libere e poi i tanti bei posti che Gianni visitava trascorrendovi giorni accampato, accuratemente protetto da Chato a guardia della tenda. I ricordi hanno preso la mano sia a Baccarelli che a Tassi che a diversi del pubblico, tutti abbastanza “anziani” da aver vissuto la Civitavecchia di quel periodo nel pieno dei loro vent’anni.
A Sabrina Mechella, gionalista esperta di etologia, e moglie di Tassi, il compito di parlare del rapporto tra cane e uomo. “Chato era un animale intelligente – ha detto fra l’altro – ma sicuramente grazie alla fiducia e allo stretto rapporto avuto con il suo amico umano è stato in grado di metterla in pratica. Più di quanto possano fare animali costretti in appartamenti. Il cane è essere senziente che impara da chi gli sta vicino”.
L’incontro è stato sicuramente molto vivace e il dibattito ha spaziato dagli spunti offerti dal libro fino a discutere di poltica, di editoria, di giovani e molto altro. Tante parole che Chato, come faceva quando si acciambellava nell’allora redazione de “Il Messaggero”, avrebbe ascoltato sonnecchiando.
Il libro di BookSprint Edizioni a Civitavecchia è in vendita da Dettagli, accanto la Cattedrale.
