La Repubblica dei ragazzi (indirettamente) a Venezia • Terzo Binario News

La Repubblica dei ragazzi (indirettamente) a Venezia

Set 8, 2017 | Civitavecchia

La Repubblica dei ragazzi di Civitavecchia, approda indirettamente alla 74esima mostra del Cinema di Venezia con l’opera prima di Dario Albertini. Quella arrivata a Venezia è la storia di ‘Manuel’, un 18enne con una propria purezza preservata negli anni in casa famiglia, alle prese con le sfide del mondo esterno, come abituarsi alla libertà e trovare la propria strada, relazionandosi con una madre (in prigione), molto più immatura di lui.

Il film nasce dal precedente lavoro del regista, il documentario ‘La Repubblica dei ragazzi’ che prende il nome dalla casa famiglia nata a Civitavecchia e che dal ’45 aiuta giovani privi di sostegno famigliare. ‘Pinocchio buono ai tempi nostri’, il nome del film, è nato dall’idea di Albertini di voler raccontare la fase dell’uscita di un ragazzo dalla struttura, una volta raggiunta la maggiore età. Attraverso una serie di incontri Manuel, una volta uscito, si riabitua al mondo. Tra le persone con cui avrà a che fare ci sono Francesca, giovane volontaria e aspirante attrice (Gorietti) a Elpidio (Alessandro Di Carlo), che come lui ha un passato in casa famiglia. Ma il rapporto più difficile da gestire sarà quello con la madre (Antonelli) finita in prigione e che grazie al compimento del diciottesimo compleanno da parte del figlio ora può chiedere gli arresti domiciliari andando a vivere con lui. Per Manuel ci sono due possibilità: acconsentire a ciò, creando di fatto un rapporto con una madre che non ha mai di fatto conosciuto, oppure andare in giro per il mondo.

Il regista per preparare il film, ma soprattutto per ‘creare’ un Manuel abbastanza reale ha trascorso all’incirca una settimana proprio alla Repubblica dei ragazzi di Civitavecchia in anonimato, fingendosi uno di loro. In questo modo, come racconta lo stesso regista, ha avuto la possibilità di vedere il loro linguaggio, la loro musica, le loro interazioni e la solidarietà che li lega. “Mi è servito moltissimo per creare Manuel – ha detto Albertini, come riporta l’Ansa – ho capito come vivere in quel contesto ti renda molto più maturo della tua età. Quando esce per lui è una rinascita”. Importante, nella vita fuori dalla Repubblica dei ragazzi, per Manuel sarà anche la figura di Francesca: lei rappresenta l’incontro di Manuel con il femminile. “La conosciamo nel suo ruolo di volontaria – ha spiegato il regista – che crede realmente in ciò che fa ma poi emerge un altro suo aspetto, quello di attrice non realizzata che vive un conflitto con la figura maschile. Non si riesce a capire fino in fondo chi sia questa donna, è come se camminasse su un filo”.