“Trascorsi pochi giorni dalla condivisione pubblica del senso di vergogna provato dal primo Cittadino della nostra città, continuo ad operare al fianco di tanti che in questo periodo e per questa emergenza direbbero molto altro per sensibilizzare chiunque neghi il problema per difesa.
Egregio Sindaco, agire responsabilmente significa lavorare a far sì che le direttive per la sicurezza siano comprese e rispettate. Dettarle e mostrare biasimo per la mancata osservanza, evidenziando la multa come fosse il trionfo della giustizia, è sintomatico e, ad occhio attento, suggerisce criticità che con la cooperazione di una rete specializzata potrebbero essere quantomeno affrontate!
Un esempio banale: è a conoscenza che in una scuola della sua città dall’inizio dell’anno (concordato all’inizio dell’anno scolastico corrente), è stato avviato uno sportello specifico di primo soccorso psicologico per i ragazzi e che Dirigente e professori hanno permesso la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione, prevenzione e intervento (progetto dalla scrivente ideato e realizzato in modo gratuito) per l’emergenza Covid 19?
Sa che una buona percentuale della popolazione sta continuando a chiedere informazioni su atteggiamenti, comportamenti adeguati e non, sull’andamento del virus, sulle previsioni, alla ricerca di orientamento e rassicurazioni. Sa che molti tra cui adolescenti, genitori, anziani sono angosciati prima ancora che disorientati!
Bene! Pensi allora a quanto ancora si potrebbe fare per questa cittadinanza di cui è rappresentante ufficiale, invece che proporsi detentore del potere di Padre supremo che finisce con il colpevolizzare i suoi figli!
Astenendomi da giudizi superficiali e riferimenti tecnici che possano scadere in intellettualizzazioni sterili ci si può semplicemente incuriosire e magari leggere su Wikipedia (enciclopedia online) come viene spiegata la vergogna. Troveremo che “La vergogna è un’emozione che accompagna l’auto-valutazione di un fallimento globale nel rispetto delle regole, scopi o modelli di condotta condivisi con gli altri; da una parte è un’emozione negativa che coinvolge l’intero individuo rispetto alla propria inadeguatezza, dall’altra è il rendersi conto di aver fatto qualcosa per cui possiamo essere considerati dagli altri in maniera totalmente opposta rispetto a quello che avremmo desiderato.”
In fondo è strettamente legata al senso di colpa.
Ci si può difendere inconsciamente da questa emozione non riconoscendola per se stessi, ma su altri e per altri.
Non sono avvezza ai giudizi forvianti e alla modalità di chi li emana, credo invece nel rispetto reciproco e nell’importanza di guide, di veri riferimenti che diano il buon esempio in modo da consentire di identificarsi e sentirsi rappresentati in modo responsabile e autorevole.
Egregio Sindaco, si fa presente che quanto detto esprime l’intenzione unica di riflettere in modo aperto e condiviso su modalità che coinvolgono tutti noi”.
Catia Ciancio