Indice di benessere delle operatrici del sesso: Italia tra i peggiori d'Europa • Terzo Binario News

Indice di benessere delle operatrici del sesso: Italia tra i peggiori d’Europa

Gen 20, 2025 | Benessere e Salute, Benessere e salute, Redazionale

La prostituzione, definita spesso il mestiere più antico del mondo, ha attraversato secoli di storia in Italia, trasformandosi da un fenomeno regolamentato e controllato a una realtà che oggi opera per lo più nell’ombra. Dalla regolamentazione delle case di tolleranza al proibizionismo imposto dalla legge Merlin, passando per i drammatici casi di cronaca che hanno visto coinvolte operatrici del sesso, l’Italia si colloca attualmente tra i peggiori paesi d’Europa per il benessere e la sicurezza delle lavoratrici del settore.

Dalle case di tolleranza alla legge Merlin

Fino al 1958, le case di tolleranza rappresentavano il fulcro della prostituzione regolamentata in Italia. Questi luoghi, gestiti sotto il controllo dello Stato, garantivano un certo livello di sicurezza e igiene per le lavoratrici e i clienti. Le operatrici erano sottoposte a visite mediche obbligatorie, e lo Stato traeva benefici economici dall’attività.

Con l’entrata in vigore della legge Merlin il 20 settembre 1958, tutto cambiò. Questa norma, promossa dalla senatrice socialista Lina Merlin, aveva l’obiettivo di porre fine allo sfruttamento delle donne e di restituire loro dignità. Tuttavia, l’abolizione delle case di tolleranza spinse molte lavoratrici nella clandestinità, aumentando i rischi legati alla violenza, all’abuso e allo sfruttamento da parte della criminalità organizzata. La prostituzione non è reato in Italia, ma il favoreggiamento e lo sfruttamento lo sono, creando un limbo legale che lascia le operatrici prive di protezione.

Cronache di violenze e abusi

La mancanza di regolamentazione e protezione espone quotidianamente le operatrici del sesso a gravi rischi. Alcuni recenti casi di cronaca sono emblematici della situazione.

Uno dei più eclatanti è il triplice omicidio di Prati, avvenuto nel 2022. Giandavide De Pau è accusato dell’uccisione di tre donne, due cinesi e una colombiana, che esercitavano la prostituzione. I corpi delle vittime sono stati rinvenuti in due appartamenti diversi nel quartiere Prati a Roma, in condizioni che hanno scioccato l’opinione pubblica. Questo caso ha messo in evidenza quanto vulnerabili siano le operatrici del sesso in un sistema privo di tutele.

Un altro episodio drammatico è quello della giovane donna sequestrata, stuprata e seviziata da un manovale romano nel 2014. Attirata con la promessa di un lavoro, la vittima ha subito ore di violenze inimmaginabili prima di riuscire a fuggire. Questi casi sono solo la punta dell’iceberg di un problema che resta in gran parte sommerso.

Indice di benessere delle operatrici del sesso: dove si colloca l’Italia

Secondo il Sex Worker Wellbeing Index di Erobella, l’Italia si colloca tra i peggiori paesi europei (17° posto dietro a Ungheria e Grecia) per quanto riguarda il benessere delle operatrici del sesso. Questo indice analizza vari fattori, tra cui la Presenza di gruppi di advocacy (l’Italia ne ha solo 5), accettazione sociale (l’Italia stigmatizza fortemente il mestiere), quartieri a lucirosse (non ce ne sono su territorio nazionale) e prostituzione di strada (fenomeno largamente diffuso dalle nostre parti e associato a sfruttamento e violenza).
Erobella Italia riporta che Paesi come Germania, Austria e Paesi Bassi, dove la prostituzione è legalizzata e regolamentata, offrono condizioni decisamente migliori rispetto al Belpaese. In questi stati, le lavoratrici hanno accesso a servizi sanitari, tutele legali e un ambiente di lavoro più sicuro.

Cosa si può fare per migliorare

L’Italia potrebbe trarre ispirazione da modelli di regolamentazione adottati in altri paesi europei. La legalizzazione e regolamentazione della prostituzione offrirebbe molteplici benefici in primis garantendo sicurezza e dignità ad un mestiere svolto da migliaia di operatori garantendo linfa vitale al gettito fiscale e riducendo i rischi di violenza e sfruttamento. Inoltre verrebbe posto un freno alle malattie sessualmente trasmissibili grazie ai controlli sanitari e si toglierebbe ossigeno a criminalità e mafie.

Conclusione

La storia della prostituzione in Italia, dalla regolamentazione delle case di tolleranza alla chiusura imposta dalla legge Merlin, riflette un percorso di trasformazioni e contraddizioni. Oggi, il Sex Worker Wellbeing Index mostra chiaramente che il sistema attuale lascia le lavoratrici in una posizione di vulnerabilità, senza le tutele necessarie per operare in sicurezza e dignità.
Per migliorare la situazione, è senz’altro necessario aprire un dibattito serio e privo di pregiudizi sulla possibilità di regolamentare il settore.