“Fare memoria del Natale significa sostare e riflettere sul significato autentico di un evento che non solo ha segnato il tempo della storia, ma ha anche ritmato e creato senso alle storie di molti!
Un Dio che si fa uomo, vero uomo, offre ancora diverse ragioni per vivere agli uomini e alle donne di questo tempo. Una vita da vivere in semplicità, nella corretta povertà materiale e umiltà culturale, una vita per curare meglio il nostro essere, per stare al servizio degli altri che hanno più bisogno (di ascolto, del pane da spezzare, del perdono…), per amare meglio gli animali (nostri compagni di viaggio nella vita che ci viene concessa), per custodire, migliorare e non ferire i nostri ambienti, le nostre terre, i nostri mari.
Il Natale è riconoscere in quell’uomo divino colui che ci ha proposto, attraverso la sua vita umanissima, di essere uomini e donne capaci di stare in mezzo agli altri vivendo l’amore!
Perché il Cristianesimo, generato dalla vicenda umana del Dio invisibile ci racconta il Gesù visibile capace di amare. Ci basta questo a Natale e nel tempo che scorre nella nostra vita dobbiamo persuaderci – attraverso la nostra ragione e il nostro cuore – che possiamo incontrare non un Gesù qualsiasi, un Gesù fabbricato da noi stessi, una nostra “caricatura”, ma il Gesù capace di amare tutti, a partire dagli ultimi, dai peccatori manifesti, dai rifiutati della società civile e dalla comunità religiosa giusta; il Gesù che ha narrato l’amore per l’intera sua esistenza, fino a restituire la sua vita liberamente , non rispondendo all’odio con l’odio ma, esclusivamente, con l’amore disarmato!
E un Dio che irrompe nella storia degli uomini, per dare senso alla storia, lo fa per tutti, per salvare tutti, non esclusivamente per quelli che continuano a pensare di ricostruire una “religione” esclusiva, distinguendosi dagli altri per regole, per precetti, per prassi religiose o interpretazioni di Dio.
Il Natale è per tutti perché il Cristianesimo, in sé, non sta dentro al perimetro di appartenenza ad una religione; “…il Cristianesimo non è una religione ma è Cristo, cioè una persona” (Card. G. Biffi), una persona capace di amare, che viene per salvare tutti! Sì, il Natale è festa universale, perché il Cristianesimo è inclusivo, universale, al servizio di tutti gli uomini e le donne che liberamente possono aderire alla proposta di vivere amando e facendosi amare. Il Natale è un inno alla vita e all’amore: alla meraviglia di un Dio che si incarna, all’estetica della povertà e della semplicità di una famiglia e del bambino che crescendo ci racconta la bellezza dell’amore! Si, la bellezza dell’amore misericordioso che ancora oggi scandalizza: quello gratuito, preveniente, capace di amare il non amabile, capace di amare per la gioia di amare! E davanti al Natale del Gesù vero uomo c’è chi nella vita rinnovava costantemente lo stupore e l’emozione: ” io con il cuore ho preso il domicilio a Betlemme” (Madre Teresa di Calcutta). Buon Natale, festa universale!
Un abbraccio, buon Natale alla redazione”
Giorgio Lauria