"Flavia Servizi perde 230.000 euro nei primi 6 mesi" • Terzo Binario News

“Flavia Servizi perde 230.000 euro nei primi 6 mesi”

Ott 25, 2019 | Ladispoli, Politica

Il Movimento Civico Ladispoli Città torna ad incalzare l’amministrazione sul tema della Flavia Sevizi. Di seguito la nota pubblicata sui social.

In una cosa l’amministrazione Grando si sta contraddistinguendo: nel non rispondere mai, a nessuno, oppure nel deridere (spesso), aggredendo chi pone delle questioni, chi esercita il diritto di critica senza adeguarsi. Un silenzio, quello di Palazzo Falcone, molto in voga anche tra i consiglieri di maggioranza: sulle questioni aperte, sollevate da cittadini, associazioni, minoranze, non abbiamo sentito una sola voce di critica, il nulla. Per non disturbare un manovratore che appare confuso, impegnato a passare le giornate nelle piazze della Lega, scorrettamente a nome di tutta la città. Preso a rivendicare risultati – come quelli della caserma dei carabinieri – che di certo partono da molto lontano, da “quelli che c’erano prima”, che il sindaco Grando nomina ossessivamente o dimentica del tutto, a buon bisogno.

In questa giostra di scivoloni (non ultimo quello relativo alla “pasta blu” della mensa scolastica) un’attenzione particolare merita la Flavia Servizi; la società comunale che sta a un passo dalla capitolazione. Un management inadeguato e scelte molto discutibili hanno fatto la loro parte, tanto che si inizia a parlare – lo fanno i sindacati e lo dice la relazione stessa della società – di tagli del personale. Malgrado le smentite di rito dell’assessore Aronica. Dopo due anni di pessima gestione, chi rischia davvero sono i lavoratori: una consuetudine negli ultimi mesi dell’era Grando, dopo quel che è accaduto (con i dovuti distinguo) con i pescatori di Porto Pidocchio e con la chiusura della Recin.

Ladispoli è tra i i comuni della provincia di Roma in cui ci sono più domande per il reddito di cittadinanza e in cui il tasso di disoccupazione e inoccupazione va oltre la definizione di “preoccupante”. E non ci sembra questo il modo migliore per rispondere a problemi che, seppur di competenza non direttamente locale, dovrebbero allertare chi amministra e spingerlo a tutelare quantomeno le realtà che un lavoro ai cittadini ancora riescono a darlo.

Tornando alla Flavia Servizi, se si considerano i consumi idrici in netto calo (a proposito, che fine facciamo con Acea?) su cui è sceso un silenzio grave e preoccupante, le farmacie in perdita – tranne una che mostra un piccolo utile -, i parcheggi a pagamento di fatto in pareggio, il trasporto scolastico in forte perdita, la società appare destinata a una fase di liquidazione. Come accennavamo, nella relazione dell’Amministratore Unico, si evidenzia una perdita per i primi sei mesi dell’anno corrente di oltre 230.000 euro. Se a questo aggiungiamo la spesa imprevista per il noleggio dei pulmini (circa 50.000 euro), la Società Partecipata è al limite della sopravvivenza, con una perdita di quasi 300.000 euro in sei mesi. Correva l’anno 2004: per molto, molto meno l’attuale assessore Aronica, allora amministratore unico della vecchia Partecipata, venne messo alla porta.

Da qui l’allarme lanciato dai sindacati e confermato, almeno ad oggi, dalle carte: licenziamenti per tutti i lavoratori che hanno un contratto di somministrazione. Via 3 persone dall’URP, via una persona dai parcheggi a pagamento, via due amministrativi. Insomma, si compiono errori pesanti di gestione – clamoroso quello sul trasporto scolastico – e a pagarne le conseguenze sono i lavoratori. Un modus operandi davvero inaccettabile.

Sarebbe necessario che l’amministrazione Grando ne prendesse atto, rimuovendo in blocco la dirigenza della Partecipata per inadeguatezza a ricoprire incarichi (per giunta remunerati) da cui dipendono servizi ai cittadini e gestione di dipendenti. Se invece si pensa di affrontare le questioni fingendo che non esistano, allora davvero non se ne esce. Se è vero quel che si evince dalle carte relativamente alla perdita di utili e di posti di lavoro e se esiste anche solo una possibilità che Flavia Servizi possa chiudere i battenti, deve essere chiaro fin da subito.

Ciò che rende tutto ancor più grottesco, nelle settimane in cui incombe anche lo spettro di Acea e una certa confusione sui dati relativi ad alcuni criteri di potabilità dell’acqua, è la rapidità con cui, questa inadeguata dirigenza scelta per la governance di Flavia, sia riuscita a compromettere una società che, fino a poco tempo, poteva essere orgogliosamente rivendicata come pubblica e in salute. Un fiore all’occhiello per Ladispoli che, purtroppo, sta appassendo rapidamente sotto gli occhi di tutti.