Da quindici anni a questa parte l’11 gennaio è un giorno triste per chi ha amato e ama Fabrizio De André. A me, i ricordi della sua scomparsa mi rendono doppiamente malinconica. Con le sue canzoni e la sua poesia, mi ha fatto scoprire e adorare la musica italiana d’autore. Per me, Faber rappresenta molto di più. La sua prematura scomparsa è avvenuta lo stesso anno nel quale decisi di stabilirmi in Italia. Forse è per questo motivo che mi sento legata emotivamente a lui, come se fosse un parente. Il mio parente italiano che – con le sue canzoni – ha accompagnato il periodo più difficile della mia vita da migrante e ha reso più tollerabile la nostalgia per gli affetti lasciati nel mio Paese d’origine e per la mia vita precedente. Ancora non ho capito se la scelta di stabilirmi in questo Paese sia stata la migliore che potessi fare, ma senza dubbio, mi ha dato varie opportunità, tra cui la conoscenza di questo grande autore. Mi ritengo fortunata di avere come colonna sonora, di un periodo della mia vita, la musica dell’immenso Fabrizio De André.
Faber, per me
