I parti all’Aurelia Hospital, nel 2016, non hanno raggiunto quota 500, dunque il reparto di maternità sarà chiuso. In sintesi è questa la spiegazione data dalla Regione Lazio. Una decisione, peraltro, che non sarebbe stata presa dalla Pisana ma dalla struttura stessa, proprio come spiegato dalla Regione.
A metà settembre era stato infatti lanciato l’allarme della chiusura del reparto a cui negli anni si erano affidate diverse gestanti del comprensorio. Tanto che i cittadini avevano dato il via a una petizione per scongiurare la ‘morte’ del reparto. Proprio tra i commenti della petizione lanciata su change.org la Pisana ha deciso di spiegare le motivazioni che avrebbero portato alla triste decisione.
“Il Ministero della Salute – si legge nella nota della Pisana sulla piattaforma – ha stabilito al livello nazionale una soglia minima di 500 parti come standard di sicurezza per i reparti di maternità degli ospedali. Studi ribaditi anche nel rapporto del Comitato di bioetica della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno individuato proprio nella frammentazione dei punti nascita, soprattutto di quelli con meno di 500 parti l’anno, l’elemento che aumenta di molto il rischio clinico per la mamma e il nascituro. In ragione del fatto che l’Aurelia Hospital non risponde al requisito dei 500 parti, (439 parti nel 2016) nella nuova programmazione non sarebbe stata prevista la presenza della struttura. Tra le alte cose, non si ravvisano elementi che facciano prevedere un aumento dei parti per questa struttura, il tutto sia a causa della generale situazione di decremento delle nascite, sia a causa del fatto che la stessa area è servita da ben quattro importanti ospedali. Tale condizione di non rispondenza al numero minimo dei parti, come previsto dalle norme, avrebbe comportato, tra le altre cose, il disaccreditamento dell’attività ostetrica da parte della Regione Lazio. La scelta di chiudere il reparto, però, è stata presa dalla stessa struttura, che ha comunicato alla Regione Lazio di aver sospeso le attività per “motivi contigenti” a partire dal mese di luglio 2017″.