L’area artigianale è tornata negli ultimi giorni ad occupare prepotentemente il dibattito pubblico di Cerveteri. Il motivo del contendere “l’altolà della Regione” alle modifiche “di dettaglio apportate al perimetro” che ha destato la preoccupazione dei consiglieri De Angelis e Orsomando. Ma cerchiamo di inquadrare il problema.
I 2/3 dell’originaria area complessiva da destinare ad area commerciale, attività di servizi e strutture ricettive non vengono sfiorati da questo intoppo burocratico. Quindi il piano integrato andrà avanti e così le opere pubbliche che rimarranno a servizio della città e della sua viabilità: la rotatoria all’uscita dell’autostrada, la nuova strada complanare tra l’Aurelia e l’Autostrada, la rotatoria su via Fontana Morella, il nuovo Svincolo incrocio Fontana Morella – Aurelia, la viabilità aggiuntiva su via Aurelia, la pista ciclabile e pedonale e l’allargamento di via Fontana Morella dall’autostrada all’Aurelia.
Il parere della Regione riguarda soltanto l’area artigianale e, in particolare, la delibera di giunta con cui è stato cambiato il perimetro in conformità ad una legge regionale che dovrebbe consentire l’accesso ad alcuni contributi regionali che, però, non vengono più erogati da parecchi anni.
La Regione avrebbe dovuto rispondere alla richiesta di nulla osta trasmessa dal Comune entro 30 giorni, ma non l’ha fatto. Dopo 70 giorni il Comune ha scritto una nota considerando l’infruttuosa decorrenza del termine alla stregua di un silenzio-assenso. A questo punto la Regione ha inviato un parere in cui fa presente che la modifica in questione non rientrerebbe nella casistica del silenzio-assenso, bensì in quella del silenzio-diniego, vista la mancanza di un parere dell’ufficio urbanistico regionale prodromico alla modifica in questione. Secondo Orsomando-De Angelis la mancata risposta equivarrebbe ad una bocciatura tout court dell’iter portato avanti dal Comune di Cerveteri, mentre gli esperti del Comune di Cerveteri non sarebbero d’accordo né con questa interpretazione né con il parere espresso dalla Regione Lazio in quanto contrasterebbe con la Legge 7 agosto 2015, n. 124, meglio nota come Legge Madia (con la quale sono state attribuite al Governo deleghe in materia di riorganizzazione della P.A e la cui finalità è quella di seguitare nel percorso di riorganizzazione dell’amministrazione statale e della dirigenza pubblica, di digitalizzazione della p.a., nonché di semplificazione amministrativa e normativa).
L’art. 17 bis prevede che “in tutti i casi in cui è richiesta l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta comunque denominati per l’adozione di provvedimenti normativi e amministrativi, tali atti si intendono acquisiti ove le amministrazioni che debbono renderli non provvedano nel termine di trenta giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento”. Dunque i tecnici comunali starebbero preparando una richiesta di integrazione alla Regione facendo presente la nuova normativa sul silenzio relativamente all’acquisizione di atti di assenso fra amministrazioni pubbliche. Va anche detto, però, che dovrebbero essere esclusi dal parametro di applicazione del silenzio-assenso c.d endoprocedimentale di cui all’art 17 bis quei pareri considerati vincolanti e i pareri e le valutazioni di carattere tecnico.
Comunque sia prendere posizione sull’aspetto tecnico del contendere significherebbe avventurarsi in un terreno scivoloso persino per gli addetti ai lavori, ma che l’iter debba subire “uno stop a tempo indeterminato” facendo diventare la zona Artigianale “un lontano miraggio nel deserto”-come scrivono De Angelis e Orsomando- non è affatto detto. Non la vede così, almeno, il sindaco Pascucci che il 4 agosto parlò di una svolta storica:
“L’area artigianale non ha subito alcuno stop a tempo indeterminato- dichiara ora Pascucci – anzi in questi ultimi anni, a differenza dei 40 anni precedenti, la nostra Amministrazione ha messo a punto tutti gli atti necessari per completare questo iter. Siamo alle ultime fasi, che possono anche avere qualche piccolo intoppo burocratico, ma per la prima volta siamo ad un passo dalla realizzazione dell’area artigianale. Quindi nessun allarmismo mi sembra giustificato.”
Innanzitutto non c’è un unico iter per raggiungere il risultato, anche qualora la Regione confermasse il suo parere negativo, ma non è detto che la Pisana non valuti di dover tornare sui propri passi.
“Il primo passo sarà rispondere alla Regione- ha concluso il primo cittadino- e fornire degli elementi che, a nostro avviso, potrebbero risolvere i problemi che ha sollevato”.
A fronte di anni di attesa è il caso di aspettare qualche settimana per capire se l’iter burocratico si sbloccherà a breve o se, invece, i tempi si allungheranno come paventano i detrattori dell’Amministrazione.