Castello di Santa Severa: fuori la cultura, dentro materassi e comodini • Terzo Binario News

Castello di Santa Severa: fuori la cultura, dentro materassi e comodini

Ago 31, 2025 | Politica, Santa Marinella

Settembre caldo, sì. Ma non per lo sciopero dei metalmeccanici ma per il Castello di Santa Severa, che rischia di diventare l’ennesimo luna park travestito da “operazione culturale”. Tradotto dal burocratese: meno museo, più ristorante.

Il Messaggero del 26 agosto ci illumina: Laziocrea ha pronto il suo “business plan” (già la parola fa venire l’orticaria).

Prevede camere d’albergo che da 14 passano a 20, naturalmente “ripensando” gli spazi museali. Cioè: buttiamo fuori la storia, infiliamo dentro i materassi (meno storia, più suite).

Poi sala congressi, bar, matrimoni, ristorante (che bisogno c’è del catering esterno, quando si può cucinare direttamente tra i resti di Pyrgi?), un giorno raccontavi la battaglia di Pyrgi, il giorno dopo la battaglia col bouquet da lanciare.

Il sindaco Tidei gongola: mica un ostello, roba da pezzenti! Con una location così ci vuole il lusso, roba da veri ricconi. Il Castello come il Papeete: solo con più torri e meno mojito.

E mentre la città aspetta un consiglio comunale aperto, il polo museale si avvia all’eutanasia. Con l’applauso di Ghera, assessore al bilancio regionale, e della sempre inimitabile Baldassarre alla Cultura. Gente che, se potesse, metterebbe in affitto pure il Colosseo: cerimonie private, pacchetti “nozze gladiatorie”, magari con il leone che porta le fedi.

E i paladini locali? Minghella, che gridava alla “linea rossa” con la convenzione Zingaretti, adesso che fa: colora col pennarello? Fratarcangeli, delegata al Castello, muta come un bassorilievo, la Chegia veleggia con la Global Sumud Flotilla. Il PD locale almeno ha avuto un sussulto, ricordando a Tidei che non è il padrone del maniero, ma subito si è riaddormentato.

La consigliera Di Liello chiede il consiglio comunale direttamente dentro al Castello, non al ristorante. E chiede la commissione, subito, per rispondere a Laziocrea.

Perché qui il rischio è chiaro: a Santa Severa il Medioevo non finisce coi barbari, ma con i camerieri. Con l’arte che diventa contorno, e la storia ridotta a tovaglietta sottopiatto.

Braccio da Montone