Julian Assange fu uno dei promotori del sito Wikileaks, che pubblica documenti protetti da segretezza (di solito documenti di stato, bancari, governativi, militari e industriali) permettendo l’anonimato delle fonti di informazione. Nel 2010 Assange giunse alla notorietà internazionale per la pubblicazione di documenti secretati (ricevuti dalla ex militare Chelsea Manning) riguardanti possibili crimini di guerra compiuti dalle forze armate statunitensi; per tale ragione, nel 2019 il giornalista venne incriminato negli Stati Uniti con 18 capi d’accusa (17 ai sensi della Legge sullo spionaggio e uno ai sensi della Legge sulle frodi e gli abusi informatici).
Nel febbrario 2020 è cominciato in Gran Bretagna il processo per l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove il giornalista rischia fino a 175 anni di carcere. Il 17 giugno di quest’anno la Ministra dell’Interno britannica Priti Patel ha autorizzato la richiesta di estradizione.
“Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo – ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International – Se l’estradizione andrà avanti, Assange correrà il grande rischio di essere posto in isolamento prolungato, in violazione del divieto di maltrattamenti e torture. Le assicurazioni diplomatiche fornite dagli Usa, secondo le quali Assange non sarà tenuto in isolamento, non possono essere prese sul serio dati i precedenti”.
Ad Assange va riconosciuto il merito di aver reso pubbliche importanti informazioni di interesse generale, pagando con terribili conseguenze il suo coraggioso giornalismo d’inchiesta. La sua estradizione è una
minaccia alla libertà di stampa, ai giornalisti che indagano sull’operato di governi e forze militari. Ora Julian Assange si appellerà alla Corte Europea di giustizia. Noi possiamo tenere alta l’attenzione sul suo caso e firmare l’appello di Amnesty International: https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accusecontro-julian-assange
/. Perchè il giornalismo d’inchiesta non è un crimine