“Non merito alcun ringraziamento perché io svolgo semplicemente il mio lavoro con la massima dedizione possibile.
Ho due figli naturali che amo immensamente e oltre 20000 figli altrui (da quando insegnavo fino ad oggi che dirigo) che amo allo stesso modo; per me i figli sono tutti pari e tutti vanno difesi (e a volte si difendono redarguendoli per insegnare loro la corretta via del vivere civile).
Forse il successo della Scuola che dirigo deriva dal fatto che il personale scolastico e i ragazzi hanno compreso il mio obiettivo ed il mio modo di lavorare, comprese le “strillate” o le rigide e pesanti prese di posizione con gli adulti che non rispettano il prossimo.
Se non sono stato compreso da qualcuno e se qualcuno mi odia o mi denuncia me ne dispiaccio, ma la sera appoggio la testa sul cuscino serenamente perché errori ne faccio anche io, ma sempre in buona fede e con l’obiettivo mirante al bene dei bambini affidatici.
Se poi (e qualcuno ci ha già provato a chiederlo) i miei superiori decidessero di mandarmi a Ponza o al Terminillo (posti bellissimi, ma un po’ disagevoli) ne hanno tutto il diritto e ci andrei a lavorare altrettanto volentieri perché i bambini sono tutti pari: a Ladispoli, a Ponza o sul Terminillo, in Israele o in Palestina, in Russia o in Ucraina … e tutti hanno il diritto alla massima dedizione e rispetto da parte degli adulti.
Ringrazio quindi le belle parole di seguito riportate, espresse dal nostro Presidente del Consiglio di Istituto (l’organo supremo della Scuola), e proseguo nel mio lavoro perché non credo ci si debba fermare per raccogliere allori o per maledire chi ci fa del male, in entrambi i casi perderei del tempo prezioso da dedicare ai bambini ed ai ragazzi che sono stati affidati alla Scuola che dirigo!”
Riccardo Agresti
