Marchetti (Fenascop): “urgono risposte al disagio psichico giovanile che è una vera emergenza”. L’inaugurazione il 1 e 2 dicembre al Castello Ducale di Fiano Romano
Roma, 27 novembre 2023. Un’esposizione di mosaici e dipinti realizzati a mano da ragazzi con patologie psichiatriche con l’obiettivo terapeutico di rafforzare il percorso di reinserimento sociale attraverso un progetto inclusivo che coinvolge in prima persona la comunità locale di riferimento. La mostra di mosaici, a cura dei laboratori di Maieusis, sarà inaugurata venerdì 1 e sabato 2 dicembre presso il Castello Ducale di Fiano Romano in piazza Giacomo Matteotti.
Un’occasione per scambiarsi gli auguri di Natale e per consolidare quel percorso di riabilitazione intrapreso dai giovani con disagio mentale che frequentano il centro di riabilitazione Maieusis. A realizzare i mosaici, vere e proprie opere d’arte, sono stati i 29 ragazzi con patologie psichiatriche che usufruiscono, grazie al sistema sanitario regionale, di un percorso psichiatrico riabilitativo e di inserimento sociale al centro diurno psichiatrico Maieusis, realtà che fa parte della rete di Fenascop, associazione nazionale di organizzazioni che dal 1995 si occupano di riabilitazione psichiatrica extraospedaliera per adulti e minori.
L’obiettivo principale di questa iniziativa è accendere un faro sul tema della salute mentale, sempre più emergenza mondiale e nazionale, come spiega Paola Marchetti, presidente di Fenascop Lazio che insieme ai comuni di Fiano Romano e Capena ha dato il patrocinio all’iniziativa: “i recenti fatti di cronaca ci riportano al tema sempre più frequente del disagio e della devianza giovanile. Secondo le ultime stime dell’Oms oltre un miliardo di persone al mondo soffre di disturbi psichici. Nel nostro Paese questa è una vera e propria emergenza, troppe volte dimenticata dalle Istituzioni, visto che da anni ormai siamo fanalino di coda nella spesa sanitaria dedicata alla salute mentale, con appena il 3,4% della spesa per la salute destinata a questi temi”.

“Il Covid ha acuito i problemi mentali ed ha lasciato tantissimi pazienti senza cure, abbandonando le famiglie al proprio destino. Con la rete Fenascop, grazie all’accreditamento con il sistema sanitario regionale, siamo in grado di aiutare tanti pazienti ad intraprendere un percorso psicoterapeutico per poter tornare in sicurezza alla socialità. Dobbiamo però fare di più e ci auguriamo che iniziative di sensibilizzazione come questa possano contribuire a mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica, spingendo la politica ad assumersi l’onere di scelte importanti a favore della salute mentale“, conclude la presidente di Fenascop Lazio.
CHI SIAMO – FENASCOP (Federazione Nazionale Strutture Comunitarie Psicoterapeutiche)
La Fenascop è un’associazione nazionale di organizzazioni che dal 1995 si occupano di riabilitazione psichiatrica extraospedaliera per adulti e minori. Comprende organizzazioni profit, no profit, associazioni di utenti e familiari. Essendo da tempo presente su tutto il territorio nazionale può dirsi interprete rappresentativo di importanti e qualificate risposte a specifici bisogni di cura, intesa nei termini di terapia, riabilitazione e assistenza.
Le strutture che fanno capo a FENASCOP sono strutture accreditate gestite da organizzazioni di ragione sociale pubblica o privata (sociale o imprenditoriale) che svolgono un servizio pubblico.
Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche e socio riabilitative nascono per permettere che i pazienti con disturbi mentali severi abbiano la possibilità di una vita sociale integrata e non da internati, in strutture dove la malattia si cronicizza, o in contesti familiari, che non riescono a sostenere la complessità della situazione, per mancanza di strumenti economici o/e culturali, finendo per aggiungere emarginazione ad emarginazione.
Le comunità terapeutiche psichiatriche e socio riabilitative, dai tempi di Basaglia ad oggi, sono diventate essenziali, ai fini degli interventi clinici/riabilitativi, con risultati importanti e facilmente riscontrabili. Basterebbe osservare il percorso di queste persone che, uscite da interventi di emergenza e ricoveri in cliniche, dopo un periodo di vita in strutture residenziali, sono ritornate a prendersi cura di se, a vivere socialmente (studio, lavoro, famiglia, amici), a riavere rapporti sani con le famiglie, anche loro parte di un sistema molto fragile e spesso impotente.
Senza queste strutture il sistema sanitario non sarebbe in grado di reggere, scaricando totalmente i malati sulle famiglie, purtroppo, in molti casi, inesistenti o in grossa difficoltà nella gestione di queste delicate situazioni.
La riabilitazione non si può appoggiare soltanto sulla terapia farmacologica, che manterrebbe il paziente stabile ma non integrato nella realtà in cui vive, ma deve basarsi su un percorso personalizzato che tenga conto di tutto quello che ha favorito la patologia, per poter recuperare competenze sociali, con risultati concreti, di “vita vera”.
Le Comunità Terapeutiche Psichiatriche e socio riabilitative, nonostante le immense difficoltà vissute da queste strutture, oberate da regole e meccanismi che hanno poco a che fare con il trattamento terapeutico, asfissiate dalla scarsità di risorse economiche pubbliche, hanno sostenuto, concretamente curato, riabilitato migliaia e migliaia di pazienti, insieme alle loro famiglie, producendo risultati incredibili, con reali cambiamenti di vita.
