Yasmin Kalach: "The voice of Ladispoli" su Rai Due • Terzo Binario News

yas_capelli_mossiCrescono talenti a Ladispoli. Yasmin Kalach è una delle cantanti del team di Pelù nella trasmissione di RAI 2, “The voice of Italy”. Nella prima esibizione del 14 marzo ha lasciato tutti a bocca aperta e i quattro coach – Raffaella Carrà, Piero Pelù, Riccardo Cocciante e Noemi – hanno cercato di portarla nella propria squadra. Yasmin ha scelto Piero Pelù ed è stata eliminata nella puntata dell’11 aprile.

Il video dell’esibizione a “The voice of Italy”.

Nata a Roma e vissuta da sempre a Ladispoli, Yasmin deve il suo nome “esotico” al papà siriano. Esordisce nel 2007, all’età di 16 anni, al “Solarolo Song Festival” presieduto da Fabrizio Pausini, classificandosi al primo posto. Seguono altri riconoscimenti, tra i quali il primo posto al “Marcafestival” di Treviso e il terzo posto al “Festival di Castrocaro”, nel 2008. Nello stesso anno partecipa a due puntate del programma televisivo “I Raccomandati” su RAI UNO, esperienza che condivide insieme all’attore americano Daniel McVicar: “Sono stata contenta di fare quell’esperienza con Daniel McVicar che è una persona splendida e autentica, che porto sempre nel cuore e che mi sta supportando anche ora con The Voice”.

Nel 2010, Yasmin partecipa in Svizzera al concerto “That’s what friends are for” e registra un intermezzo musicale in un episodio della serie animata “American Dad”, la stessa esperienza che rifà un anno più tardi, questa volta per il film “Femmine Contro Maschi” del regista Fausto Brizzi.

Cosa rappresenta per te Ladispoli? Come ti trovi qui?

Mi trovo abbastanza bene a Ladispoli ma sinceramente apprezzerei un maggior supporto a livello artistico. So che qui ci sono molti talenti in ambito musicale, artistico, sportivo ma non hanno grandi possibilità di esprimersi. Se un territorio ha delle risorse culturali perché non valorizzarle?

Come e quando è nata la passione per la musica e qual è il genere musicale che preferisci?

Ho sempre amato e respirato musica in casa fin da piccola ma ho iniziato a cantare seriamente a 14 anni con l’insegnante Antonella Asoli, insieme a mia sorella: lì ho scoperto un mondo. Da circa un anno e mezzo ho iniziato anche ad accompagnarmi al pianoforte, con l’insegnante Antonio Altieri.

Ho iniziato col rhythm and blues ma amo molti generi musicali: rock, funk, swing, jazz. Sono particolarmente attratta dalla fusione di essi e credo che le migliori novità nascano in questo modo, perché significa non accontentarsi di una sola sfumatura.

1073_4908015471765_1120451209_nCulturalmente la musica araba è molto ricca. Essendo tuo padre siriano, te ne porti dentro un po’?

Non posso negare che la musica araba abbia delle sonorità strumentali molto affascinanti e sicuramente in futuro mi piacerebbe sfruttare questo sound portandolo su altre atmosfere. Come puoi  notare, mi sto riferendo ai suoni e non tanto al canto perché quello stile canoro ancora non mi appartiene.

Come sei arrivata a partecipare alla trasmissione “The voice of Italy”?

Sono stata convinta a partecipare dalla mia attuale insegnante di canto Alessandra Onano perché effettivamente avevo bisogno di un nuovo banco di prova: mi piace cambiare, mettermi alla prova ed arricchirmi continuamente. In più, seguendo le edizioni del programma di tutto il mondo, l’idea delle audizioni al buio mi ha sempre colpita. Finalmente è solo il nostro strumento vocale a dover convincere chi ci sta di fronte, cosa che purtroppo oggi viene spesso messa in secondo piano dalla presenza scenica, dal personaggio, dal buonismo e dall’immagine. Ho fatto vari provini ed eccomi qua: è una grande soddisfazione che porterò sempre con me, visti i tanti talenti in circolazione.

Che consiglio daresti a un giovane che ha la tua stessa passione per la musica?

Per prima cosa bisogna fare musica per divertirsi, sfogarsi, prendersi cura della propria anima artistica che spesso siamo costretti a reprimere in situazioni quotidiane standardizzate. Inoltre, consiglio fortemente di studiare, perché bisogna essere consapevoli di ciò che si fa e salvaguardare il proprio rapporto con lo strumento, qualsiasi esso sia. Purtroppo quest’ ultimo punto è sempre più sottovalutato dai miei coetanei. Studiando poi ci si può divertire con cognizione e lasciarsi andare senza danneggiarsi.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Un sogno lo realizzerò la prossima estate perché andrò a studiare a Boston alla Berklee College of Music, dato che lo scorso anno ho vinto una borsa di studio presso una serie di workshops ad Umbria Jazz e sono elettrizzata all’idea di apprendere dagli insegnanti, confrontarmi con i coetanei di tutto il mondo ed imparare qualcosa da loro!

Tra i miei sogni c’è quello di realizzare un progetto musicale inedito perfettamente cucito addosso a me, così da potermi esprimere appieno.

Grazie!

Pubblicato giovedì, 11 Aprile 2013 @ 05:03:06     © RIPRODUZIONE RISERVATA