Riceviamo e pubblichiamo – “Ieri sera a Bracciano si è tenuta un’importante assemblea organizzata da Fermiamo Cupinoro a cui hanno partecipato vari sindaci del comprensorio (Bracciano, Cerveteri, Ladispoli, Anguillara, Trevignano, Manziana); è stato sottoscritto da molti Comitati e dai Sindaci presenti un documento in cui si richiede alla Regione Lazio l’immediata revoca dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che consentirebbe la costruzione degli impianti, la conseguente devastazione di un intero territorio.
C’è una cosa incredibile che balza agli occhi nell’azione del curatore fallimentare della Bracciano Ambiente nominato dalla procura di Civitavecchia in relazione alla gara per la vendita al miglior offerente delle autorizzazioni, per un grande impianto TMB (peraltro la delibera regionale sul fabbisogno impiantistico di Aprile 2016 escluderebbe la necessità di impianti di trattamento dell’indifferenziato) ed un impianto biogas, AMBEDUE CON VIA SCADUTA, cioè l’insistere su una logica che invece di procedere con la bonifica, il risanamento, la messa in sicurezza della discarica e la gestione del post mortem, insomma le operazioni necessarie su un sito inquinato, si persegue invece tutt’altro.
Con l’ipotesi di costruzione di nuovi impianti a Cupinoro si vuole stabilire ancora una volta che se un territorio accetta di dedicarne temporaneamente parte alla gestione dei rifiuti, questi una volta arrivati non se ne andranno mai mai mai più.
Secondo loro per un sito con le caratteristiche di Cupinoro non serve il monitoraggio delle matrici ambientali richiesto da anni dai Cittadini, non è necessario procedere celermente con il capping e la messa in sicurezza del sito, anche questo da tempo richiesto, ma serve invece costruirci sopra altri impianti di trattamento dei rifiuti, nascondere la polvere sotto il tappeto, con buona pace di chi ci vive e nonostante l’opposizione feroce degli stessi e delle amministrazioni dei comuni del circondario.
Nell’assemblea di ieri è uscita la notizia incredibile che l’Università agraria di Bracciano si sarebbe “lanciata” sul mercato dei rifiuti con un preaccordo con il curatore fallimentare della Bracciano Ambiente per l’affitto dei terreni di Cupinoro per poco meno di 300.000 euro l’anno, quei terreni dove dovrebbero risiedere i due impianti le cui autorizzazioni sono all’asta al miglior offerente, terreni che comunque dovrebbero essere vincolati ad uso civico e quindi destinati agli utilizzi previsti da tutta la collettività.
Forse anche loro devono far quadrare un bilancio sacrificando il territorio e la salute dei cittadini? A chi risponde l’Università Agraria di Bracciano? Perchè può decidere fregandosene dei Cittadini e delle Amministrazioni locali che hanno dichiarato molto chiaramente i loro intenti?
E continua a rimanere senza risposta la domanda su che fine abbiano fatto i soldi versati dai comuni del bacino di conferimento per la gestione post-mortem della discarica.
Sappiamo che le indagini circa il fallimento della Bracciano Ambiente sono in stato avanzato, sappiamo delle centinaia e centinaia di pagine relativa all’indagine, di tante intercettazioni telefoniche, di tanti nomi, anche molto importanti, che sono stati e sono ancora in azione sulla vicenda Cupinoro.
Auspichiamo che probabili ed auspicabili rinvii a giudizio ed il processo, oltre che a punire i responsabili, servano anche a cancellare questo ulteriore atto di disprezzo verso i cittadini ed il territorio, sempre che la Procura di Civitavecchia voglia per davvero fare giustizia indipendentemente dalle scelte, secondo noi assolutamente sbagliate, del curatore fallimentare da Lei stessa nominato, e staccare definitivamente la spina al bancomat di Cupinoro.
E’ evidente che finchè a quel sito mireranno solo potentati ed interessi economici rilevanti, la bonifica ed il risanamento saranno solo una chimera, la volontà dei cittadini calpestata, la salute e l’ambiente messi a rischio”.
COMITATO MOBASTAPIZZODELPRETE