Vorrebbe seppellire madre e sorella nello stesso loculo ma il Comune di Bracciano ha perso l'archivio: "Bisogna pagare di nuovo" • Terzo Binario News

Vorrebbe seppellire madre e sorella nello stesso loculo ma il Comune di Bracciano ha perso l’archivio: “Bisogna pagare di nuovo”

Feb 10, 2025 | Bracciano, Cronaca

La disavventura capitata al giornalista Rai Gianluca Semprini che ha fatto emergere un problema: senza carte scritte, tutti quei loculi del cimitero braccianese di chi sono?

Vorrebbe seppellire la mamma (come da suo desiderio) insieme alla figlia nel loculo di quest’ultima al cimitero di Bracciano ma si scopre che il Comune ha perso l’archivio quindi deve pagare di nuovo.

Gianluca-Semprini

Questa la disavventura capitata a Gianluca Semprini, giornalista Rai, che ha raccontato via social quanto gli è accaduto.

“Mia mamma, morta ormai due mesi fa, aveva un desiderio: essere seppellita vicino ad Arianna, mia sorella scomparsa giovane nel ’97, in un loculo al cimitero di Bracciano. Per questo mi aveva chiesto di essere cremata. Ma in riva al Lago, purtroppo, non si può riposare in pace. E dopo una ricerca durata due mesi, dagli uffici cimiteriali di Bracciano, mi arriva una doviziosa pec, dove la sostanza è: visto che dagli archivi ci siamo persi i contratti di concessione di tutta una parte del cimitero, o io dimostro di aver pagato nel 1997 per aver fatto seppellire lì mia sorella, o devo ripagare. Sono 1600 euro (dal Comune mi fanno notare che gentilmente sarebbero 1600 euro, altrimenti dovrei pagare al prezzo riportato in euro dell’epoca, e sarebbe il doppio). Altrimenti, le volontà di Ornella, che si è fatta cremare per stare vicino alla figlia, non verrà esaudita”.

Nella pec succitata del 10 febbraio 2025, con richiesta protocollata il 9 gennaio, il Comune spiega che il ritardo nella riposta è stato dovuto alle ricerche archivistiche da cui emerge un problema: “Risulta a questo ufficio che il contratto di concessione del loculo non sia mai stato stipulato, in quanto non è presente nel repertorio comunale, né cartaceo né informatizzato”.

Sebbene Semprini avesse fornito diversi cognomi per favorire le ricerche, non c’è nulla in Comune che attesti l’acquisto del loculo. Ma l’ente lacustre aggiunge che se la famiglia è in grado di dimostrare l’acquisto della concessione è tutto a posto. Anche perché, stante ulteriori ricerche, è stato possibile rintracciare gli atti di Giunta relativi al collaudo ma non le ricevute delle riscossioni in quanto – come da procedure – arrivano al massimo al 2004. In altre parole, se il giornalista non avesse avanzato la richiesta, nessuno si sarebbe accorto della voragine burocratica che si è aperta.

La risposta si chiude con quella che appare come un’apertura: “Verificato che il contratto non esiste nel repertorio comunale secondo la ricerca effettuata per i nomi indicati, al fine di stipulare un nuovo contratto che regolarizzi la sua situazione e permetta la traslazione dell’urna è necessario che si presenti a questo ufficio la prova dell’avvenuto pagamento della concessione, dunque le ricevute del pagamento effettuato, ovvero il contratto di concessione, che potrebbe essere stato stipulato a nome di una persona diversa da quelle da noi individuate.

In assenza della documentazione richiesta per poter utilizzare il loculo sarà necessario regolarizzare la sua posizione stipulando un nuovo contratto, previo pagamento della concessione. Ove ricorresse questo caso, giacché dalla ricerca archivistica è emerso il costo dei loculi nel 1986 (pari per la prima fila a lire 1.141.238,32) per agevolarla, invece di farle pagare il costo attuale (€ 3.500,00), le applicheremo il costo originario trasformato in euro e indicizzato a oggi con indice ISTAT. Il totale da pagare sarebbe quindi di € 1.654,45″.

Il giornalista non ha digerito bene la piega che ha preso la vicenda anche a seguito di interlocuzioni precedenti la pec che ha invitato. Nella replica social ha aggiunto: “Capite bene che di fronte a questo desiderio di una mamma il problema non siano i 1600 euro, quanto il principio.

Lasciamo stare che stiamo parlando di rispetto per i defunti, di una mamma che si fa cremare per stare vicino alla figlia; alla burocrazia non chiediamo di essere umana e compassionevole, ma almeno coerente. Se tu Comune ti sei perso il mio contratto, chi deve dimostrare che il contratto esiste? Fermo restando che quando si tratta del Comune di Bracciano, la comunicazione diventa impossibile.

Provate a chiamare il centralino e restare in attesa ‘eterna’. E quando hai la fortuna di trovare la funzionaria giusta ricevi risposte che nemmeno i servizi segreti ti darebbero, in un misto di reticenza e omertà. Adesso la vicenda, come ho scritto anche personalmente al sindaco, non finisce qui.

A questo punto ritengo anche mia sorella una squatter defunta, che ha occupato illegalmente un loculo dal 1997 e chiederò – provocatoriamente – che sia da lì sfrattata”.

La provocazione di Semprini è pesante ma lo stesso giornalista sottolinea un altro aspetto che ingarbuglia ancora di più la questione. Se il suo contatto di concessione è andato perso, è possibile – se non probabile – che siano andati persi tutti i contratti dell’epoca che il Comune avrebbe dovuto tenere. Dunque ad oggi come è possibile stabilire di chi sia la concessione dei loculi di quel lotto specifico se le famiglie hanno perso le carte dei contratti?