Riceviamo e pubblichiamo – 2007 – Vodafone Italia opera una Cessione di Ramo d’Azienda ed esternalizza così 914 dipendenti di varie sedi italiane ad una società di servizi di Call Center. Molti dei lavoratori ceduti impugnano legalmente quella Cessione.
2012 – a Roma giungono le prime sentenze che dichiarano illegittima la Cessione e ordinano il reintegro in Vodafone di più di 100 lavoratori che vengono riammessi in azienda, ma subito dopo licenziati con una procedura di mobilità che colpisce, su 470 dipendenti romani totali, esclusivamente i reintegrati. Quindi la magistratura ordina il reinserimento in azienda del personale, ma Vodafone reintegra e subito lo licenzia, eludendo così le sentenze del Tribunale.
2013 – sempre a Roma, arriva conferma della illegittimità della Cessione anche in Corte di Appello e scatta il reintegro per altri lavoratori romani, mentre i 100 rimangono a casa licenziati. I nuovi reintegrati non vengono fatti però rientrare nella sede romana di Vodafone Italia da cui provenivano, bensì messi in distacco presso la stessa azienda a cui erano stati ceduti nel 2007. Quindi questi lavoratori vengono collocati in distacco a lavorare dove erano stati fino al giorno prima che arivasse la sentenza, isolati da tutto il resto dei dipendenti Vodafone Italia sia fisicamente che telematicamente. Di nuovo le sentenze dei Tribunali vengono aggirate.
2015 – La Corte di Appello di Roma dichiara nulli i licenziamenti intimati da Vodafone che viene condannata per condotta discriminatoria e ritorsiva. I lavoratori licenziati, dopo lungo calvario, vengono reintegrati e posti in distacco insieme agli altri colleghi già reintegrati. Arrivano le sentenze con ordine di reintegro anche per alcuni lavoratori di Pozzuoli (NA) che, come i romani, Vodafone colloca in distacco presso l’azienda a cui erano stati ceduti.
2016 – E’ l’anno della Suprema Corte di Cassazione: arriva sentenza di Cassazione che conferma illegittimità della Cessione di Ramo del 2007; arriva la sentenza di Cassazione che conferma nullità dei licenziamenti e comportamento discriminatorio e ritorsivo di Vodafone nei confronti di quei dipendenti. Vengono reintegrati, per ordine della magistratura, 17 dipendenti di Ivrea posti stavolta non in distacco, ma adibiti ad un servizio non più svolto da Vodafone e “reinternalizzato” esclusivamente per occupare loro, pur essendo lo stesso notoriamente in via di esaurimento.
2017 – il 29 maggio 2017 Vodafone apre procedura di trasferimento collettivo per 19 dipendenti della sede di Ivrea alla sede di Milano. I 19 dipendenti, ma è solo un caso (!), sono tutti i reintegrati (fatte salve 2 lavoratrici in maternità) e 4 lavoratrici mai cedute che hanno problemi di salute, spesso conseguenza della attività lavorativa svolta, e che non possono più rispondere in call center. Dal primo luglio 2017 saranno trasferiti a Milano per far parte di un gruppo di lavoro creato ad hoc, insieme a colleghi milanesi appositamente reintegrati in Vodafone dopo la vittoria delle cause contro la cessione e lavoratori non idonei alla risposta telefonica. A breve la creazione di analogo polo al centro sud, verso cui saranno trasferiti lavoratori con stesse caratteristiche.
Si avranno dunque lavoratori con problemi di salute e lavoratori reintegrati da sentenze della magistratura erranti per l’Italia al fine di convergere in due centri loro esclusivamente dedicati.
Ceduti – Reintegrati – Licenziati – di nuovo Reintegrati – Distaccati – Trasferiti.
Sono sempre più numerosi tra di noi i casi di riconoscimento della malattia professionale per disagio psicologico che questo calvario di ritorsioni ci ha causato e continua a causarci. Ci stiamo ammalando ma abbiamo bisogno di lavorare.
Serena Antonelli
Rsu Vodafone Roma