di Cristiana Vallarino
Due civitavecchiesi a Tarquinia per parlare di Achille Campanile, grazie ad un altro civitavecchiese che sempre nella cittadina viterbese dedicò al grande scrittore uno spettacolo. E’ così che nasce “Conversazione affettuosa su Achille Campanile in una sera d’inverno”, ospitata venerdì 31 gennaio, nella affollatissima libreria “La Vita Nova”, in via Carducci.

Presentato da Lina De Riu, Marilena De Cao e Annamaria Vinci, l’incontro ha avuto come protagonisti Silvio Moretti e Angelo Cannatà , autori di “Grazie, arcavolo!” (Aragno editore), raccolta di scritti inediti e dispersi dell’autore, frutto di un certosino lavoro da parte dei due che, giovani attori filodrammatici, spinti dalla passione per Campanile lo volevano mettere in scena. Con loro, anche il figlio Gaetano, narratore di singolari episodi che hanno scandito la sua vita accanto ad un genitore di tale spessore, prima a Milano, poi a Roma ed infine nella campagna di Lariano. Fu nella villa nella campagna attorno a Velletri che i due ragazzi si presentarono per chiedere allo scrittore il permesso di rappresentare le sue opere, cosa allora a lui non gradita. Ed invece, di fronte all’entusiasmo dei due più o meno coetanei del figlio Gaetano e delle sue nipoti orfane che accoglieva, Campanile scrisse l’autorizzazione da presentare alla Siae su un pezzetto di giornale Europeo naturalmente conservato come una reliquia. Fu l’inizio di una frequentazione abbastanza intensa: Cannatà confessa di essersi perfino brevemente fidanzato con una delle ragazze. L’amicizia si interruppe con la morte dello scrittore, finché nella vita di ciascuno dei due Campanile si riaffacciò. Sempre Cannatà ricorda come con la lettura di un suo libro riuscì a superare la depressione del servizio militare: “Grazie a Campanile si impara a non prendersi sul serio”. E di lì la spinta a riallacciare i rapporti col figlio Gaetano e il nipote Achille.
Introdotte dalla padrona di casa Elena Biagiola, titolare de “La Vita Nova”, De Riu, De Cao e Vinci alternandosi al microfono hanno chiesto agli ospiti di raccontare il “loro” Campanile e presentato le letture di estratti dai libri dello scrittore e le rappresentazioni di testi teatrali, come le fulminanti tragedie in due battute, interpretati dagli attori del workshop di Quartullo. Gli stessi protagonisti dello spettacolo “Anche gli asparagi hanno un anima”, andato in scena al Ghione di Roma a settembre 2019, a 120 anni dalla nascita di Campanile.
Campanile era sicuramente un innovatore, decisamente più “avanti” col suo spirito e genialità rispetto alla scena culturale degli anni ’20/30 del secolo scorso. Un anticipatore del Teatro dell’Assurdo o della causticità di comedians alla Woody Allen. Ed infatti, ha raccontato il figlio, ad ogni sua prima il pubblico si divideva a metà tra chi lo acclamava e chi lo insultava e di frequente finiva in una mega rissa.
Con gli anni, la sua fama in alcuni momenti si è un po’ appannata, ma è innegabile che oggi la visione di Campanile andrebbe riscoperta in un mondo, ci tengono a far notare Moretti e Cannatà, “diviso nel dilagare delle fazioni e delle appartenenze, dove “spesso il riso perde la sua vera essenza per farsi dileggio, a volte aggressione nei confronti dell’altro”. “Charlie Chaplin credeva nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all’odio e al terrore – aggiungono – Chi ne ha fatto buon uso del riso è stato Achille Campanile che ne parlava, giustamente, come di qualcosa d’immortale. Per chi non conosce la sua storia, non ha letto i suoi romanzi, le sue commedie è il momento per farlo. Per chi lo conosce è l’occasione per tornare a sorridere. Perché Campanile è l’umorismo, anzi è letteratura! E chissà che ascoltando o rileggendo Achille Campanile, non ci stupiremmo se, nel corso del secolo che stiamo attraversando, a qualcuno non scappi un sorriso e guardandosi intorno esclami “Però, mica male questi scrittori dell’altro secolo!”. Ed esclami, appunto: “Grazie, Arcavolo!”.
Le due ore di piacevole conversazione sono state siglate dal consueto acquisto dei libri, con inevitabile richiesta di triplice dedica sul frontespizio e l’aggiunta di un dvd omaggio. Per chi volesse saperne di più esiste dal 1999 il sito www.campanile.it creato appunto da Moretti e Cannatà che hanno curato, sempre per l’edizioni Aragno “Urgentissime da evadere”, l’epistolario dello scrittore. Inoltre, hanno allestito una mostra che, presentata nel 2005 al teatro Traiano, ha portato in giro per l’Italia e fino in Svizzera ricordi, reperti, foto e memorabilia.