So solo che si chiamava SINGH, ma non so se veniva dal mare, parlava un’altra lingua, pero’ era da amare.
Molti anni fa, un nostro assai noto italianissimo concittadino di Cerveteri un senza fissa dimora di cui non farò il nome e che chiamo semplicemente ‘O.’, vidi che prendeva il pulman dell’Acotral. Gli chiesi: “Come mai prendi il pulman?” e lui mi rispose “Vado a ‘Torfa’ che in questo paese un barbone come me non ve lo meritate proprio perchè non lo sapete governà; a ‘Torfa’ me danno de più de li soliti due spicci che rimedio qua”. Non so se il mitico ‘O.’ avesse avuto ragione a migrare occasionalemte a ‘Torfa’ e a giudicarci così male, tuttavia quando oggi, appena passato il Natale ho appreso dalla stampa locale che un senza fissa dimora come lui, è stato rinvenuto morto a Cerenova, un po forse perchè nel nostro Comune non siamo abituati a ricvere questo tipo di notizie e un po per umana tristezza, quelle parole mi son tornate alla memoria e mi son detto: “Vuoi vedere che ‘O.’ quella volta c’aveva ragione?” A ritrovamento avvenuto, visto che si trattava di un uomo che parlava un’altra lingua, come al solito il lato destro della politica locale ha dato il peggio di se e si è avventata strumentalmente sulla notizia per criticare l’operato dell’amministrazione comunale stigmatizzando che “a Cerveteri non ci sono servizi adeguati per accogliere i migranti”. Dopodichè un po indignato sul fatto che di questa persona apparentemente non si fosse più interessato nessuno, forse perchè distratti dalle feste di fine anno, oppure dalle insensate polemiche sulle luminarie o perchè alle prese con l’allestimento del tradizionale suggestivo presepe vivente cittadino, io da ‘italiano per caso, ma apolide per scelta’ mi sono messo quasi tutti i giorni a chiedere a chi di dovere se si fosse risaliti all’identità dello sfortunato concittadino. Tuttavia tra un “non so dirti” e un “non posso dire”, motivato dal fatto che trovavo davvero incredibile che nella nostra cittadina si potesse morire non solo di stenti, ma anche nel più completo anonimato, stanco di attendere sono stato costretto a fare da solo. Alla fine della fiera con il solo indizio che si trattasse di un cittadino proveniente dall’oriente, andando in giro un po a casaccio nei centri abitati e per i campi dove il prodotto made in Italy che tanto ci rende orgogliosi viene però curato dal sudore dei braccianti stranieri, ho preso a interrogare la comunità che ruota intorno all’invisibile condizione umana e anche grazie alla collaborazione di una gentile segreteria di ambasciata, sono finalmente riuscito a soddisfare i miei desideri e quindi a risalire all’identità dello sfortunato deceduto. Il nostro ospite migrante era quindi un cittadino straniero che vorrei ricordarlo in Italia viveva libero protetto come fosse un connazionale qualsiasi dalla Costituzione Italiana e si chiamava Singh B. (ometto il cognome per rispetto della persona e della sua famiglia). Il Concittadino Singh proveniva dall’India, classe 1986. Secondo le notizie che sono riuscito a raccogliere è stato riconosciuto a seguito delle pronte indagini disposte dalle forze dell’ordine locali per tramite un suo amico “domiciliato” a Ladispoli che ha dato indicazioni sulla sua famiglia in India e che poi grazie a un lavoro di ambasciata ha spedito i suoi documeni in Italia. Il fatto che mi preme sottolineare di questa tragica storia è che Singh, sempre secondo i racconti che sfido chiunque a smentire, non era proprio un Cittadino “domiciliato” stabilmente nella “parrocchia comunale” di Cerveteri, ma sembra che egli vivesse invece abitualmente in quella di Ladispoli. Al momento del decesso, avvenuto molto probabilmente avvenuto per un arresto cardiaco, Singh quella notte forse a causa del maltempo non era rientrato come si dice a Ladispoli e si era appartato occasionalmete sotto ai portici del centro commerciale di Cerenova. Quindi sfortunatamente per lui non poteva essere ne assistito dalle strutture locali e ne poteva essere riconosciuto subito perchè era un “barbone” che “ufficialmente” e in maniera stabile non era domiciliato a Cerveteri. Ora che la mia modesta indagine è conclusa appena incontrerò “O.” cioè il nostro tradizionale “barbone” gli dirò che ancora non so ancora se a Cerveteri ci meritiamo uno come lui, ma una cosa è certa, gli consiglierò vivamente semmai di continuare a migrare occasionalmente a ‘Torfa’ e di evitare magari di recarsi a Ladispoli dove pochi giorni fa qualcuno dalle istituzioni di quella “parrocchia comunale”, e quindi evidentemente a torto, ha addirittura paventato la costruzione di un muro per difendersi dall’invasione straniera proveniente appunto dalla nostra città. Chiedo al Sindaco di Cerveteri tramite la macchina amministrativa di prodigarsi per inviare un messaggio di cordoglio alla famiglia di Singh in India, poichè se invece di un senza fissa dimora si fosse trattato di un turista sono sicuro che egli lo avrebbe fatto, ma la Costituzione Italiana non prevede distinzioni tra cittadini neppure in questo senso.
Massimo Saltamerenda
Cittadino Italiano per caso, ma Apolide per scelta.