Un minuto di silenzio, poi l’applauso: l’Aula del Senato ha voluto ricordare così, in apertura di seduta, Sergio Zavoli, scomparso martedì sera all’età di 96 anni. “E’ stato un giornalista e scrittore di incredibile talento e brillante intelligenza, tra i più vivaci e importanti narratori della nostra storia”, ha detto la presidente, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha sottolineato “il grande dispiacere personale, di tutti i senatori e dell’amministrazione per non aver potuto allestire, a causa delle severe misure di sicurezza sanitarie, la camera ardente qui in Senato per tributargli l’ultimo saluto”. Negli ultimi anni aveva scelto Trevignano come sua dimora.
Lo rende noto la figlia Valentina. Dopo i funerali, Zavoli sarà portato a Rimini dove verrà aperta la Camera ardente al Teatro Galli. Sergio Zavoli, era nato a Ravenna il 21 settembre 1923. Padre di programmi storici, dal “Processo alla tappa a “La notte della Repubblica”, è stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, presidente della Rai dal 1980 al 1986, e ha firmato inchieste che hanno segnato la storia. Autore di numerosi libri, fu rilevante anche il suo impegno politico: è stato senatore per 4 legislature, per il centrosinistra, dal 2001 al 2018, ricoprendo anche la carica di presidente della Commissione di Vigilanza sui servizi radiotelevisivi. “Questa mattina, con parole delicate e precise, la famiglia mi ha trasmesso il desiderio di Sergio di ‘essere riportato a Rimini e riposare accanto a Federico’”, ha detto il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, ricordando Sergio Zavoli e il legame con la città e con Federico Fellini. “Di tutto quello che si dirà, in queste ore, in questi giorni, per sempre, di Sergio Zavoli forse passerà inosservato un fatto apparentemente locale: Rimini è la sua patria. Lo è stata in vita per affetti, lavoro, amicizie, passioni. Lo sarà ancor più da ora in avanti”, ha detto Gnassi. “La scomparsa di Sergio Zavoli mi addolora. Desidero anzitutto esprimere i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari. Il giornalismo italiano perde uno dei suoi maestri. Il congedo di Zavoli – come lui stesso lo definiva – sarà occasione per ripensare la sua eredità, per ricordare l’originalità e la qualità dei suoi lavori più importanti, per trarre spunti e ispirazione dal suo stile, dalla sua etica professionale, dalla sua grande forza narrativa capace di andare in profondità e di cogliere l’umanità che sta dietro gli eventi e i protagonisti”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una nota. “Giornalista, scrittore, intellettuale di grande sensibilità, Zavoli è stato un pioniere della radio e una personalità tra le più rappresentative della televisione italiana.
Il suo nome e il suo volto sono legati a programmi di successo e di valore, che resteranno nella memoria. La sua autorevolezza lo portò alla presidenza della Rai e, successivamente, da senatore, alla presidenza della Commissione di vigilanza sui servizi radiotelevisivi. Lascia una testimonianza di un grande insegnamento per tutto il mondo dell’informazione e per i giovani che si avviano a una professione così importante per le libertà democratiche e per la qualità della vita civile”, ha concluso. Il premier Conte ne ricorda “la voce asciutta di un giornalismo rigoroso”, che è stata capace di cogliere gli umori, i sogni e le preoccupazioni degli italiani. Cordoglio è stato espresso anche dai presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, della Camera, Roberto Fico, e dal presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che gli era legato “da antica amicizia e forte consonanza di idee e di impegni. Ne ricordo con commozione la partecipazione alla Resistenza e la passione politica e civile di autentico riformista, che trovò coronamento nella attività parlamentare”. ”Una perdita enorme per la cultura italiana, un fortissimo dolore personale. Zavoli è stato un riferimento e un maestro per intere generazioni di giornalisti, ma è stato anche narratore, uomo di cinema, poeta, parlamentare. Io ho potuto diventarne amico e mi mancheranno la forza tranquilla della sua saggezza, la quiete della sue parole, la saldezza dei suoi valori”. Così il ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.
”La scomparsa di Sergio Zavoli rappresenta una perdita incolmabile non solo per la Rai, con la quale la sua storia professionale e personale è profondamente intrecciata, ma per tutto il Paese”. Lo hanno scritto in una nota il presidente della Rai Marcello Foa e l’amministratore delegato Fabrizio Salini. ”Dopo aver esordito in radio ed aver dato anche in quei primi anni il suo insostituibile contributo, Sergio Zavoli, successivamente impegnato con spessore e intelligenza nel giornalismo sportivo, ha firmato inchieste articolate e penetranti che hanno segnato in profondità la storia civile del paese: approfondimenti come “Nascita di una dittatura” e “La notte della Repubblica” hanno ripercorso in forma problematica pagine drammatiche di storia nazionale mettendo in luce elementi di debolezza e anche capacità di riscatto della società italiana in quei cruciali passaggi. La presidenza della Rai in anni difficili, ruolo svolto sempre con spirito di servizio autentico, ha caratterizzato in profondità un passaggio fondamentale nella storia dei media in Italia. Il successivo periodo nelle Istituzioni come senatore della Repubblica e il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza sul sistema radiotelevisivo sono stati il naturale completamento di un percorso di impegno civile, che Zavoli ha interpretato con un senso profondo dello Stato, inteso come articolazione delle istituzioni democratiche e di servizio alla comunità nazionale. Scrittore attento e acuto, ha valorizzato la lingua italiana utilizzandola con sapienza di volta in volta per veicolare notizie, impressioni, descrivere fatti, spiegare fenomeni sociali e processi politici complessi; Sergio Zavoli è stato un intellettuale al servizio del paese formatosi e cresciuto in Rai, autenticamente intesa come Servizio Pubblico”, conclude la nota. ‘La cultura italiana perde oggi un pilastro. Sergio Zavoli è stato un esempio e un maestro di giornalismo. Un autentico e profondo difensore della Rai Servizio Pubblico. Ha segnato la storia dell’informazione in Italia”. Ha scritto l’Esecutivo Usigrai in una nota. (Rai News)