“Il ruolo del medico di base deve essere ripensato in funzione di una nuova organizzazione della rete sanitaria assistenziale sul territorio”. Lo afferma la responsabile della Sanità per la Lega nel Lazio, Luisa Regimenti.
“Pur valutando positivamente la notizia odierna dell’avvio del corso di formazione specifica di medicina generale al quale sono stati ammessi 174 tirocinanti, organizzato dalle Asl Roma 1, Roma 2, Roma 3 e Latina – prosegue – ritengo indispensabile e urgente una revisione dell’azione sul campo dei medici di base, che ha bisogno di essere ottimizzata e gestita con modalità diverse da come è stato fatto fino ad oggi”.
Secondo Regimenti, infatti, proprio la carenza di queste figure rappresenta “una delle cause dell’intasamento dei Pronto soccorso, ai quali i pazienti si rivolgono quando si presenta un’urgenza e il proprio medico di base non è disponibile. La possibile soluzione al problema, che come Lega abbiamo avanzato nel corso delle ultime riunioni del tavolo permanente sulla sanità istituito presso il Consiglio regionale del Lazio e promosso dalla sottoscritta, è quella di incrementare il numero dei medici di base, aggregandoli in turni tali da mantenere il servizio fruibile durante l’intera giornata e per tutta la settimana”.
“Questi studi medici – continua Regimenti – dovranno poi essere aperti rispondendo a ben definiti requisiti logistici, come ad esempio la raggiungibilità e l’assenza di barriere architettoniche, valutando inoltre una tariffazione precisa per le visite e l’appropriatezza delle prescrizioni, la quale, se gestita mediante sistema informatico centralizzato, può ridurre la casistica di penalizzazione nei confronti del medico prescrittore”.
In questa prospettiva, aggiunge l’esponente leghista, “potrebbero concorrere anche le singole strutture ospedaliere, pubbliche e private, piuttosto che i centri poliambulatoriali, a patto che il servizio venga reso esternamente all’area dell’urgenza e della guardia medica di reparto”.
“Purtroppo, la verità è che l’amministrazione Zingaretti ha dimenticato i cittadini e il loro diritto alla salute – conclude – e in questi anni ha solo peggiorato la situazione. Occorre invertire la rotta e scendere tra le persone, ascoltare i loro problemi, trovare soluzioni. Il tempo è scaduto”.