Un’inchiesta partita qualche anno fa, indipendente quindi dai recenti fatti di sangue o da allerte terrorismo, e nata dal monitoraggio che gli investigatori italiani esercitano periodicamente in vari settori per prevenire episodi di violenza politica o di terrorismo.
L’osservazione della rete internet ha fornito vari spunti agli inquirenti ed ai carabinieri del Ros della capitale come ai colleghi di altre città italiane, a partire da Milano, impegnate sul fronte del terrorismo di matrice islamica. In particolare, l’attività di osservazione ha riguardato le conversazioni via web e gli accessi ai siti integralisti ed estremisti dei soggetti finiti nel mirino.
Web, ma non solo. Gli accertamenti compiuti dal pool di magistrati coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone e dall’aggiunto Giancarlo Capaldo, puntano anche su luoghi di ritrovo per possibili attività di indottrinamento e di reclutamento, sulla tipologia di viaggi compiuti all’estero da parte di personaggi sospetti, senza trascurare la minaccia che potrebbe derivare dagli sbarchi di clandestini sulle coste del sud Italia. Indagini, quelle in corso a Roma ed in altre città, che potrebbero dare una spinta decisiva per la costituzione di una Procura nazionale Antiterrorismo, ossia di un’apposita struttura adibita al contrasto del terrorismo.
E nella capitale, dopo i tragici fatti di Parigi, l’allerta resta altissima.