Le periferie di Roma continuano ad essere “calde” e difficilmente controllabili. Ieri mattina è stato il turno di Torrevecchia e il pretesto che ha provocato la “sommossa popolare” è stato lo sfratto di un alloggio popolare dell’Ater.
Tutto è iniziato poco prima delle 7, in via Cristoforo Numai, nel cosiddetto Bronx.
Un centinaio di abitanti e attivisti dei movimenti è sceso in strada per opporsi alle operazioni di sgombero.
I manifestanti hanno ribaltato i cassonetti dell’immondizia e dato vita a veri e propri blocchi stradali, mentre altri cittadini sono saliti sui tetti per controllare le diverse vie di fuga.
Conseguenze pesanti al traffico del quartiere, con la chiusura di alcune strade e circolazione in tilt.
“Non ci muoviamo dalla strada, a costo di essere caricati, perche’ non si fanno cosi’ gli sgomberi. Stamattina i nostri bambini erano terrorizzati”, ha dichiarato uno degli abitanti dello stabile interessato dallo sfratto. “Non e’ giusto che una famiglia venga mandata via cosi’, c’e’ anche una donna incinta – ha aggiunto – e non si sa dove verra’ sistemata”.
Non sono mancate nemmeno le tensioni con le forze dell’ordine. Quando il furgone carico di oggetti dell’appartamento ‘liberato’ stava per partire un gruppo di abitanti si e’ posizionato davanti per impedirgli il passaggio. Alcune donne si sono sdraiate a terra per bloccare la corsa del mezzo, protetto dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Nel parapiglia, tra spintoni e insulti, una donna avrebbe accusato un malore ed e’ stata soccorsa da un’ambulanza del 118. “E’ stata urtata da uno dei mezzi blindati attorno al camion”, hanno detto alcuni manifestanti. Alla partenza del furgone, nel primo pomeriggio, la protesta si e’ trasformata in ‘acampada’ con alcune tende montate nei pressi del palazzo di via Numia.
Secondo le intenzioni dei cittadini, la protesta dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni.