“La riunione fra il ministro Galletti e le istituzioni, regionali e romane, di fatto ha riproposto il solito approccio: c’è l’emergenza, fronteggiamola in qualche modo. Come? Ma col Cerroni style ovviamente, sempre e solo con Malagrotta ed i suoi impianti al centro di ogni ipotesi di soluzione”. È il Comitato Rifiuti Zero Fiumicino ad alzare voce in merito alla riapertura della discarica capitolina. “Sfugge un piccolo particolare! Il Tar nei giorni scorsi è espresso chiaramente: è vietato riaprire Malagrotta, e la Regione Lazio è obbligata a dichiarare la zona ad elevato rischio di crisi ambientale; il pronunciamento del Tar sancisce che la vera emergenza è oggi, dopo 10 anni di quell’emergenza costruita a tavolino per far passare in deroga le scelte del privato monopolista, le stesse scelte che, in forme diverse, le Istituzioni vorrebbero continuare a perpetuare”.
“Ad un anno dal suo insediamento – si legge nel comunicato – l’Amministrazione Regionale non ha uno straccio di piano rifiuti, tant’è che il ministro Galletti dice che “serve un sistema integrato dei rifiuti, come avviene nelle altre città. La grande sfida sarà passare dall’emergenza alla programmazione, dichiarazione che evidenzia il disagio del ministro stesso di fronte all’assenza di piani di soluzioni strutturali; ci chiediamo dove è il nuovo piano rifiuti annunciato dall’assessore Civita, ci chiediamo se la Regione Lazio sarà mai in grado di partorirne uno. Anche il sindaco Marino annuncia svolte epocali dimenticando però di spiegare in cosa consistano nel dettaglio, quali i tempi, dove sono le risorse economiche da utilizzare per concretizzare il progetto; il Ministro infatti dichiara: Marino non può dirmi solo che la città sarà sepolta dai rifiuti, deve dirmi come evitarlo. Ed alla fine quindi tutto si risolve ancora a Malagrotta”.
“Oggi nel Lazio – scrivono ancora i rappresentanti del Crz – solo l’azione combinata di Cittadini e Magistratura sta impedendo che si perpetui l’illegalità (a Malagrotta, Albano, Colleferro, Guidonia, Bracciano, Latina), azione che deve proseguire e rafforzarsi. Hanno avuto 20 anni di tempo per chiudere Malagrotta, per non ridursi all’emergenza; i Cittadini a forza di denuncie ed esposti continueranno ad operare per chiuderla definitivamente; a conferma di questo proprio oggi, i cittadini della Valle Galeria assistiti dai Legali dell’Associazione Raggio Verde hanno presentato un ennesimo ricorso al tar avverso l’Aia dei due tmb di Malagrotta rilasciata da Sottile il 23 dicembre 2013 nel silenzio più totale di tutti per evitare che i cittadini attivassero forme di tutela dei propri diritti costituzionali, e pubblicata sul Burl Lazio l’11 febbraio 2014″.
“Chiediamo quindi ancora una volta – concludono dal Comitato – un piano rifiuti che dia certezze sui tempi, sulle risorse e sulla sostenibilità ambientale e contestualmente, in ossequio alle decisioni del Tar, lo stop a qualsiasi malsana idea di nuovi impianti in Valle Galeria, anche quelli attualmente autorizzati come ad esempio il gassificatore; chiediamo l’avvio della bonifica e del risanamento della Valle; se l’assessore Civita, il presidente Zingaretti, il sindaco Marino, non sono in grado di garantirlo in tempi brevi possono anche andare a casa subito”.